I mesi passarono e le nostre uscite erano sempre più frequenti, ma nonostante le crepe sulle nostre armature avevamo paura di concederci. Avevamo deciso di fare una gita. Le gite sono essenziali per conoscersi. Ti fanno esporre e ti fanno vivere.
Il treno per Milano partiva alle 7.30 di mattina e l'arrivo era previsto per le 8.20. Stranamente fu puntuale e quando siamo scesi ci siamo trovati davanti il Duomo. La piazza era deserta, c'eravamo solo noi. Noi e il Duomo. Lei cercava di capire di che stile era, di che periodo storico fosse, io notavo lei. La osservavo e mi imbambolavo. Mi piaceva fissarla, so bene che alcune volte sembravo un maniaco, ma i suoi occhi erano sempre più belli.
La mattinata la passammo per negozi, non mi era mai capitato di aspettare una persona fuori dal camerino. Per un lato l'attesa è frustante, ma quando la tendina si apri lei era bellissima. Si era provata una tutina scollata. Tutte le sue forme le aveva mostrate finalmente e me ne innamorai subito. Dopo lo shopping decidemmo di andare a pranzo. Un pranzo modesto, in un ristorante nelle vie secondarie di Milano. Nel pomeriggio avevamo deciso di visare il castello sforzesco. Dopo il tour del castello, ci siamo concessi dei macerons senti su una panchina. Li parlammo molto, toccando molti argomenti. Li decisi che dovevo farlo, dovevo buttarmi.
Non sono mai stato un ragazzo coraggioso, un ragazzo che sa comportarsi con le ragazze. Io avevo baciato una sola ragazza e una sola volta. Lei aveva baciato un solo ragazzo, ma aveva dato tanti baci. Quindi la mia paura era di non sapere baciare e se lei mi voleva o no baciare.
Nel viaggio di ritorno tentai più volte di baciarla, ma lei si scansò ogni volta e io inizialmente non capivo. Non capivo il perché. Anche perché i suoi occhi volevano, ma il suo cuore forse non voleva. Forse aveva ancora paura.
Il giorno dopo gli confesso la mia presa di posizione riguardate il bacio. Lei ovviamente lo sapeva e sapeva anche i miei sentimenti nei suoi confronti, ma per lei non era ancora il momento.
Per lei no, ma per me lo era eccome.
Il 28 Febbraio siamo andati a prendere in caffè. Poteva esser un'uscita come le altre, ma non lo era per me. Dopo diverse chiacchiere, dopo diverse risate quel momento arrivò. Il mio cuore cominciò a battere, cominciavo ad avere caldo. Non sapevo cosa mi stava succedendo, ma mi sentivo particolarmente sicuro di me stesso. Una sensazione strana che era nuova.
L'abbracciai e con un filo di voce gli dissi che le dovevo domandare una cosa. Lei cominciò a diventare rossa. Lo potevo sentire dalla sua fronte appoggiata sul mio collo. Misi in chiaro che non volevo una risposta subito, poteva anche rispondermi via messaggio. Sapevo che per lei il toccare alcuni argomenti non se la sentiva. Soprattutto se gli argomenti toccavano lei. Questa cosa l'ho rispettata e la rispetto tutt'ora.
Comunque gli domandai se voleva diventare la mia ragazza. Divenne rossissima, mi abbraccio fortissimo. Nessuno mi ha mai abbracciato così forte. Non sapevo cosa dire. Neanche lei, sapeva cosa dire. Infatti mi chiese se mi potevi rispondere in un altro momento.
Mi rispose la sera con un messaggio, un messaggio tenero. Nè si né no.
«Comunque scusami cicci se prima non ti ho risposto, io faccio tanta difficoltà all'inizio a dire le cose di persona, mi trovò meglio a scriverlo e so che è sbagliato...comunque voglio risponderti, spero di farlo nella maniera più giusta senza dire cose che possano ferirti, anche se non credo... non mi sento ora di dirti un si al 100%, ma non perché non voglio o cose così, anche perché lo sai anche tu che mi piaci, lo sai come sto con te, ieri tutto quello che ti ho detto era vero e lo dicevo con il cuore, davvero..non mi sento di dirti subito si perché come hai detto tu ieri, anche io do molta importanza ai gesti e alle parole e voglio essere sicura al 100000% di quello che provo per te, anche se sono già abbastanza sicura..forse è paura o stupidità, non lo so..ho solo bisogno di ancora un pochino di tempo, ti giuro che non ti farò aspettare tanto..spero di non averti ferito con queste parole, anche perché non è mia intenzione e poi soprattutto un pochino in parte mi sento già tua in quel modo»
Non mi arrabbiai. Anzi ero orgoglioso di lei. Ero orgoglioso del fatto che metteva prima lei di me. Che per una volta lei si metteva prima. Stavo facendo un buon lavoro.
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Crepe d'armatura
ChickLitQuesta è la mia storia, la storia del mio amore. Ognuno di noi ha delle armature, dei muri che impediscono il passaggio delle emozioni. Queste armature però si possono abbattere, attraverso il battito, le emozioni. Semplicemente grazie all'amore.