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Forse è questo il segreto per essere felici no? Avere una persona accanto che ti rispetti, che ti ami che ti faccia brillare gli occhi. Ogni emozione è importante, ogni persona che incontri ti lascia un qualcosa. Certo ci sono persone che ti lasciano di più, che sono più presenti, ma che nonostante tutto possono farti molto male. Io durante la mia vita ne ho viste di persone, molte sono state delle comparse, ma altre sono state essenziali per la mia crescita, per arrivare dove sono oggi. Non mi reputo diverso da com'ero, non sono cambiato molto, ho solo aperto gli occhi. Ora brillano, brillano grazie a Lei. Grazie al mio amore. Mi piace la parola amore mi rende felice. L'amore si è un'emozione, ma è diversa dalle altre, al suo interno si celano altre mille emozioni, altri mille attimi che non aspettano altro che essere scoperti e vissuti. La vita è l'amore. Lei era la mia vita.

Per dimostrare che ami una persona bisognerebbe avere un tempo infinito e molto spesso anche se avessimo un tempo così lungo non ci riusciremo. Però, in realtà, non è necessario avere un tempo così lungo quando si hanno degli occhi che brillano della luce di quella persona, quando si ha il suo profumo addosso ogni mattina. Io mi sono innamorato con i messaggi, con le uscite, con i cinema e con gli attimi nostri. Mi piaceva la realtà, così tanto che preferivo stare sveglio che rifugiarmi nei sogni. Tutti dicono che i sogni sono più belli della realtà, ma non è per niente così. Quando si è innamorati ogni sogno sarà sempre più orribile della realtà. La realtà è il mio miglior sogno. Sarà che dopo quell'incidente in macchina dormo solo dalla mattina alla sera, sarà che ormai la mia realtà si è fusa con i miei sogni.

Lei mi viene a trovare ogni giorno, mi piace ascoltarla. Mi è sempre piaciuto il suono della sua voce, è così angelico. Mi piace che mi fa delle domande e che si risponde immedesimandosi nei miei pensieri.

Prova dolore a vedermi così, in un letto d'ospedale, lo provo anche io a farmi vedere così. Dovrei essere quello forte, quello che la protegge, ma oltre a farla parlare non sono presente. La vita è così, ingiusta si ma non puoi combatterla, non puoi vincere contro di lei. La devi accettare per quel che è, devi star fermo e farti scivolare le cose da dosso. Tutto scorre, la vita è la burattinaia delle nostre azioni. So che l'incidente mi ha fatto entrare in coma, ma nonostante l'incoscienza ero sveglio, sapevo ragionare. Ma soprattutto volevo vivere. Molte persone mi hanno fatto visita, mi hanno parlato con le lacrime di dolore, ma lei, lei mi ha stupito. Inizialmente pianse, molto mi rendeva triste, ma poi cambiò. Si rese forte, non pianse più. Mi veniva a trovare ogni giorno e mi raccontava i suoi pensieri. Aveva sviluppato un'armatura, ma non di quelle spesse. Un'armatura con un lucchetto. Un lucchetto che solo io avevo la chiave, che solo io potevo aprire. E ogni volta che veniva da me io lo aprivo e potevo scrittore tutti i suoi pensieri, tutti i suoi dubbi e tutte le sue mancanze. Gli mancavo e lei mi mancava da morire.

Non volevo andarmene, non era ancora arrivato il mio momento. Volevo guardarla un'ultima volta. Dovevo accarezzare la sua morbida pelle. Non so quanto tempo era passato dall'ultima volta che l'ho vista, può essere passato poco tempo, qualche mese o forse anno. Non mi interessava era giunto il momento, era giunto di momento di dare una svolta a tutto. Di dare ancora una volta una svolta alla mia vita, come quel giorno di tanti anni fa. Dovevo aprire per l'ultima volta gli occhi, e vederla.

Nella stanza c'erano delle orchidee, erano i suoi fiori preferiti, anche se lei non era molto brava con i fiori. Era molto più brava con le persone, le sapeva prendere e si accorgeva subito se qualcosa non andava. C'erano tante nuvole nel cielo, mi hanno sempre affascinato le nuvole, soprattutto quelle grandi e bianche che sembrano zucchero filato. Lei stava osservano il cielo, quel giorno, per farmi visita, si era messa un vestitino floreale. Lei odiava mettersi i vestiti, si considerava un maschio, un camionista, ma lei era la persona più femminile del mondo. La fissai, come quando un bambino fisso un gioco che desidera. Volevo chiamarla, ma rimasi zitto, volevo godermi il momento. La chiamai e lei si giro e mi guardò. Era bella come il primo giorno. Non era cambiato assolutamente niente, il mio amore, le mie emozioni erano sempre le stesse. La mia armatura non c'era, lei era la mia armatura ormai. I suoi occhi si riempirono di lacrime, che successivamente scesero sul suo viso. Non sapevo cosa dire, non sapevo se dirle che io non me ne ero mai andato e che l'ascoltavo ogni giorno, quando lei mi parlava. Volevo dirle tante cose, volevo dirle che l'amavo come il primo giorno, che io non me ne ero mai andato. Non dissi niente di tutto ciò però. Alcune volte le parole non servono. Non servono perché non sono abbastanza. Corse, mi abbracciò e io mi lasciai nel suo abbraccio trasmettendogli tutte le mie emozioni.

La baciai, non mi interessa come. L'importante che le nostre labbra erano di nuovo unite, erano di nuovo un tutt'uno. Non l'avrei mai lasciata, mai e poi mai. Lei era ed è la mia scintilla, è la mia vita. Grazie a lei io vivo.

Crepe d'armaturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora