Chapter 26: Band Babe

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Ci sono sfortune che vengono decretate in ospedale, in un'aula di tribunale, nell'ufficio del preside o alla centrale della polizia.
Sfortune più o meno grandi, più o meno importanti, ma che spingono comunque le persone a chiedere al destino, al fato, a Dio un grande e sonoro 'perchè'.
Ecco, io devo essere unica, speciale per questa entità non so quanto paranormale, perchè la mia sfortuna viene annunciata in un posto singolare.
La reception di un hotel.
"Mi dispiace, abbiamo solo più una stanza. Matrimoniale. Letto unico".
Dio, Dea Fortuna, chiunque ci sia a guardare la mia vita come se fosse una sit com demenziale, ho solo una domanda.
Perchè?
"Ma andiamo, questo è un incubo" sussurro tra me e me, tentata di sbattere la testa contor il bancone di marmo finchè non perdo i sensi, ma Ashton attira la mia attenzione.
"Grazie mille, cercheremo un altro hotel" sorride cordialmente, girandosi poi verso di me per lanciarmi un'occhiataccia, quando la receptionist, una ragazza dall'aria piuttosto pratica, scuote piano la testa.
"Non credo vi convenga. Mancano due giorni all'undici giugno, ovvero al King Kamehameha Day. È una festa molto sentita, qui, e vengono persone da tutte le isole e addirittura dagli Stati Uniti per questo. Non credo troverete altre stanze d'albergo, ormai è tutto prenotato" spiega, e alle sue parole la mia voglia di schiantarmi contro un albero aumenta esponenzialmente.
Ashton si gira verso di me, e vedo nei suoi occhi il riflesso della mia espressione.
Una camera matrimoniale per tre notti.
Se questo è il karma per aver rifiutato Matty, la prossima volta che lo vedo non esiterò a dargliela.
Un brivido di disgusto percorre la mia schiena al solo pensiero, e annuisco leggermente prima di rivolgermi verso la ragazza: "la prendiamo".
Questa sorride, annuendo prima di scrivere qualcosa sul suo computer, passandomi poi una chiave magnetica.
"Cognome?".
"Irwin" interviene Ashton prima che possa dire qualcosa, ed io gli scocco un'occhiataccia prima che la receptionist torni a concentrarsi su di noi: "perfetto, tre notti. Una firma qui, gentilmente. Saldo anticipato?".
Sto per dire di no quando Ashton annuisce, prendendo la penna e firmando velocemente la ricevuta: "sí, paghiamo adesso".
"Perfetto. Colazione inclusa... Duecentotrentacinque dollari".
Squadro Ashton mentre paga con la sua carta, notando la sua nonchalance, e non appena la ragazza gli passa lo scontrino sorride.
"Stanza AC22, quinto piano, in fondo al corridoio".
Sia io che il riccio la ringraziamo con un rapido cenno, e senza dire nulla vado verso l'ascensore, sperando che le porte si chiudano prima che Ashton entri, ma ovviamente non posso sperare in tutta questa fortuna e riesce ad entrare con me.
Il silenzio cala tra di noi, unico rumore quello dell'ascensore che sale, e dopo qualche secondo sbotto, incapace di contenermi.
"Perchè hai pagato tutto tu? Potevamo fare a metà. Ho dei soldi, nel caso non lo sapessi" domando, incrociando le braccia al petto, e solo allora Ashton si gira verso di me, alzando gli occhi al cielo.
"Sei davvero impossibile, Cassie".
"Impossibile? Per cosa, per aver puntualizzato il mio punto di vista?".
"No! Perchè vuoi sempre litigare!" Sbotta a voce alta, e mentirei se dicessi che non mi spavento, allontanandomi di qualche passo.
"Se per una volta, una maledetta volta la smettessi di cercare di vedere dietro a qualsiasi cosa per trovare il male ovunque, vivresti meglio e faresti vivere meglio anche me. Ho pagato io perchè volevo, okay? Perchè mi sento in colpa, okay?" Continua, e non appena le porte dell'ascensore si aprono quasi corre fuori, lasciandomi dietro di sè sbalordita e con un rossore sulle guance che non so giustificare.
Mi riprendo velocemente, seguendolo verso la porta della nostra stanza, e non appena la apre entro dentro, non prestando attenzione a nulla se non al bagno, dove mi chiudo a chiave, prendendo poi un respiro profondo.
Non devo farlo.
Non devo.
Guardo velocemente l'ora, cercando di capire se Tessa e il magico trio sono già arrivati, ma decido di sfidare la sorte e chiamarla direttamente.
"Cassiopea, io ti querelo".
Grazie a Dio, una botta di fortuna di oggi.
"Non hai idea di quanto sia felice di sentire la tua voce" sospiro, sedendomi sul bordo della vasca da bagno, sentendo un suono sordo dall'altra parte della linea.
"E la sentiresti anche meglio se fossi qui con me".
"Lo so, lo so, è solo che...".
"Che cosa? Cosa?! Illuminami sul perchè tu e Ashton, di tutte le persone a questo mondo, avete perso l'aereo!".
"Io... Lui... Non lo so" tento di giusticarmi, ma Tessa mi conosce troppo bene per bersela, e infatti non aspetta nemmeno un attimo prima di rincarare la dose.
"Sì che lo sai, Cassiopea. Ora, vuoi dirmi le cose come stanno e soprattutto perchè anche Ashton ha perso l'aereo? Siete insieme?".
"Sì, siamo insieme. Diciamo che l'abbiamo perso insieme... Mi ha seguita quando mi sono allontanata, abbiamo litigato, mi ha baciata, abbiamo litigato ancora e...".
"Frena i cavalli, bambolona" mi interrompe Tessa, e le mie preghiere che non sentisse quella piccola parte incriminata vengono direttamente gettate fuori dalla finestra.
"Ti ha baciata? Ashton ha baciato te? Ashton Irwin ti ha baciata? Di sua spontanea volontà?" Domanda, incredula tanto quanto me quando ho scoperto come si riproducono le lumache, facendomi sospirare non proprio discretamente.
"Sì, Tessa, ma non mi va di parlarne. Sono ancora incazzata con lui".
"Incazzata perché ti ha dato fastidio... Oppure perchè... Magari... Ti è piaciuto?".
Sbuffo, sempre più tentata di sbatterle il telefono in faccia perché non voglio davvero pensarci, quando sento dall'altra parte della linea una porta chiudersi, e di nuovo la voce di Tessa.
"Cassie, devo dirti una cosa" annuncia, seria come raramente l'ho sentita prima, forse solo quando mi ha detto di aver fatto porcherie su una foto di Daniel Ricciardo, ma prima che possa dirle altro qualcuno la interrompe, sento dei rumori, delle grida, e improvvisamente la linea cade, lasciandomi confusa.
Specie quando, dopo qualche secondo, il cellulare mi si illumina nuovamente con un suo messaggio.
Cheerios: scusa, mia sorella è una despota. In ogni caso, dovresti fare domande ad Ashton sulle sue docce. Non sta a me dirtelo, ma... Tu chiediglielo, okay? E permettiti di sentire qualcosa che non sia disgusto, per una volta tanto. 16.03
Cosa vuol dire?
Scuoto la testa, infilando il cellulare nello zaino, quando sento bussare alla porta del bagno, e senza dire nulla la apro, trovandomi davanti Ashton che mi guarda con un sopracciglio inarcato.
"Hai intenzione di rimanere chiusa qui dentro per quattro giorni?" Domanda, indicando con un gesto della mano il mezzo metro quadrato che è il bagno, e io scuoto la testa.
"No, ma dormirò lì dentro" ribatto, indicando la vasca da bagno.
Ashton mi guarda, per nulla sorpreso, e mentre nei film o nei libri probabilmente il personaggio maschile comincerebbe una forzata e anche immotivata battaglia per convincere lei a dormire nel letto con lui, il riccio semplicemente annuisce, girandosi poi per andarsi a buttare sul letto matrimoniale a stella marina.
"Fai quello che ti pare. Piuttosto... Cosa facciamo qui, per quattro giorni, insieme?".
Ecco, questa è davvero una bella domanda.

Band Babe || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora