Chapter 30: Band Babe

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Se mi avessero detto prima di partire per le Hawaii per il Band Slam che avrei perso il volo di ritorno e che mi sarei trovata in un negozio dell'usato a cercare vestiti a poco prezzo con il fastidioso batterista della band dei miei fratelli, probabilmente sarei scoppiata in una fragorosa risata isterica, ma quando dicono che non capisci una situazione finchè non ti ci ritrovi con tutti i piedi dentro, hanno proprio ragione.
"Mi mancano le mie magliette" sospira sconsolato Ashton, continuando a guardare accigliato le varie magliette prime di scritte eccentriche come le sue, ed io trattengo a stento la voglia di alzare gli occhi al cielo.
"Solo più tre giorni e puoi tornare dalle tue amate magliette, bambinone. Riesci a resistere o devo scriverti qualche slogan vegetariano con il pennarello?" Domando, e non l'avessi mai fatto perchè il sorriso psicopatico che compare sulle sue labbra mi fa solo capire che gli ho dato uno spunto per qualche idea malsana.
Quando mia mamma mi diceva che dovevo stare zitta, aveva davvero ragione.
"Cassie, sei un genio".
"Più una masochista, ma mi accontento anche di genio".
Ashton non risponde, si limita ad afferrare tre diverse magliette bianche e a dirigersi verso lo scaffale con i jeans da uomo mentre io rimango indietro, continuando a passare d'attaccapanni in attaccapanni finchè una maglietta bordeaux non cattura la mia attenzione, semplice con i suoi orli bianchi.
Senza pensarci due volte la prendo, insieme a un paio di magliette nere semplici, simili a quelle che rubo in genere a Luke, Calum e Michael, trovando poco distanti anche un paio di pantaloncini neri elasticizzati che prendo senza pensarci due volte.
"Adesso che ci penso, non ti ho mai visto con le gambe scoperte" commenta Ashton non appena lo raggiungo, facendo un cenno ai miei pantaloncini mentre io mi trattengo dal commentare i suoi bermuda con gli ananas per evitare di rovinare la pace appena ritrovata.
"Non mi piace andare in giro con le gambe nude, ma questo caldo mi sta facendo sudare anche la tibia" confesso, e lui mi sorride prima di fare per prendermi dalle mani i vestiti, ma io mi allontano di un passo, scuotendo la testa.
"Hai pagato la camera, di sicuro non ti faccio pagare per i miei vestiti" annuncio, e prima che possa dire altro li appoggio sulla cassa dove una ragazza ci guarda con aria annoiata facendo scoppiare un palloncino di gomma da masticare mentre imbusta i miei vestiti.
"E a me che veniva insegnato a comportarmi da cavaliere, con te è tutta fatica sprecata" borbotta Ashton, mettendosi in coda dietro di me, ed io mi giro per sorridergli brevemente quando qualcosa vicino alla cassa cattura la mia attenzione.
È un braccialetto semplice, fatto d'acciaio probabilmente, ma i sei ciondoli diversi mi spingono a toccarlo per un secondo.
Un microfono, una chitarra, quello che sembra essere un basso, una batteria, un fiore e, al centro, una lettera.
Una C si posa sul palmo della mia mano, e sto per accarezzarla quando la cassiera mi riscuote dai miei pensieri, facendomi allontanare dal bracciale come se fosse incandescente e io avessi paura di bruciarmi.
"Sono ventisei dollari".
Lascio scivolare le banconote sul bancone, prendendo la busta, ma prima di lasciare il mio posto ad Ashton chiedo se sia possibile usare il bagno per cambiarmi.
"È in fondo. Attenta, lo scarico non funziona" è tutto ciò che mi risponde lei, e facendomi il segno della croce mentalmente mi dirigo verso la terra non proprio promessa, chiudendomi nel bagno che, grazie a Dio, non contiene rifiuti radioattivi.
Non all'apparenza, almeno.
Non perdo tempo a guardarmi allo specchio, sfilandomi i vestiti di ieri e infilando i pantaloncini e la maglietta bordeaux, infilandola nell'elastico, guardandomi poi allo specchio per qualche secondo prima che qualcuno bussi alla porta.
"Cassie?".
Apro la porta ad Ashton, facendolo entrare insieme a me, ma lo vedo bloccarsi sui suoi passi non appena mi vede, facendomi inarcare un sopracciglio.
"Pensavo non ti piacesse il mio culone simile a una portaerei".
"Credo... Credo di dovermi rimangiare tutto. Più roba da toccare, non mi dispiace" commenta, sorridendomi poi malizioso, ed io sorrido prima di guardarlo togliersi la maglietta, ma non ho tempo di ammirare per bene le spalle che -porca miseriaccia- si ritrova perchè infila subito la maglietta bianca immacolata appena comprata, tirando poi fuori dal sacchetto un pennarello nero indelebile che tiene stretto di fronte al mio viso.
"Stai per fare esperienza come disegnatrice di magliette".
"Vuoi davvero farmi andare in giro con un deficiente con le scritte a pennarello sulla maglia?" Domando, sperando intensamente in un 'no' che purtroppo non arriva, e con un sospiro lo faccio mettere davanti a me, sedendomi poi sul lavandino.
"Vieni più vicino, sennò come faccio a scrivere?" Borbotto, allacciando le gambe ai suoi fianchi e attirandolo a me, e probabilmente questa posizione è altamente compromettente, ma in questo momento non potrebbe interessarmi di meno.
"Allora, cosa ci vuoi scritto sopra? 'Vegetarians rock'? O 'Save the earth'?".
"No, no, che ne dici di... Catch 22?" Propone, e a quelle parole sento le mie guance farsi calde e, probabilmente, rosse, ma non dico nulla, semplicemente annuisco mentre comincio a scrivere cercando di fare del mio meglio.
Il pennarello si muove veloce sulla stoffa e, in qualche secondo, lo chiudo, esaminando il mio lavoro prima di sorridere soddisfatta.
"Ho un futuro come graphic designer" commento, e Ashton mi sorride, spostandomi un ciuffo sfuggito dalla coda dietro l'orecchio, quando tira qualcosa fuori dalla tasca, e non appena lo vedo davanti ai miei occhi lo riconosco.
Il braccialetto di prima.
"Ma come...".
"Sembrava piacerti molto, non ti ho mai visto guardare qualcosa cosí. O forse sí".
Lo guardo mentre lo allaccia al mio polso, chiudendo con uno scatto il gancio, sollevando poi i suoi occhi nocciola per incontrare i miei: "mi guardavi nello stesso modo quella sera sulla scogliera. E non lo sai, ma lo stai facendo anche adesso".

Band Babe || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora