Band Babe || Ashton Irwin

Chapter 11: Band Babe

"Dammi una lametta che mi taglio le vene".
"Siamo in un laboratorio di chimica, al massimo ti passo un becco Bunsen" ribatte Tessa accanto a me, atteggiandosi a piccolo chimico -o futura creatrice di metanfetamine, il passo è breve- con i suoi occhiali di plastica ed il camice bianco mentre io, che chimica non l'ho mai potuta vedere, mi limito a stare accanto a lei, tentata di bruciarmi viva con la piastra da laboratorio.
"Quello non mi ammazza, ho bisogno di morire provando dolore" borbotto, guardandola mescolare un liquido blu che, purtroppo, non è il detersivo che vorrei far bere ad Ashton.
O a Luke, visto le sue proposte stupide che vengono anche accolte dai miei fratelli ancora più stupidi.
"Mio Dio, sei tragica. Andiamo alle Hawaii, mica a raccogliere pomodori" sbuffa Tessa, girandosi verso di me, ed io devo farle davvero pena visto che mi guarda impietosita.
"Tra i pomodori e passare del tempo lontana da casa con Ashton preferisco i pomodori, e mi fanno paura".
"Spero ti facciamo meno paura di Matty. Non ha ancora staccato gli occhi dal tuo sedere... Sinceramente, sta diventando patetico".
A quelle parole mi giro, notando Matty, qualche postazione di laboratorio più indietro con uno dei suoi amici fumati, mentre mi fissa spudoratamente il fondoschiena come se fosse un cono gelato e lui non vedesse cibo da tre anni.
Forse, sono tre anni che non vede patata ed è cosí disperato da rivolgersi a me, è l'unica spiegazione logica che so darmi.
"A quanto pare, gli piacciono le portaerei" sospiro, quando finalmente la campanella suona, ed io mi tolgo la mascherina cosí come Tessa, che la appende tutta felice al lavandino.
"Vedrai, un giorno creerò qualcosa di incredibile e diventerò ricca!".
"Probabilmente saranno droghe, lo sai?".
"Vabbè, l'importante sono i soldi" conclude, raccogliendo libro e quaderno, e stiamo per uscire dopo aver lasciato passare la mandria quando Matty, per mia immensa sfortuna, mi placca.
"Hey, cavallona".
Partiamo malissimo.
"Cavallona dovrebbe essere un complimento?" Domando, sistemandomi la giacca di pelle, e lui ammicca, avvicinandosi a me.
"Sei una bella puledra, difficile da tenere a bada. Ma io posso essere il tuo cowboy".
Stiamo raggiungendo dei picchi di trash che neanche la settima stagione di Game Of Thrones può raggiungere.
Tessa, accanto a me, se la ride sotto i baffi ad osservare la scena, ma non fa nulla per aiutarmi a sbarazzarmi del molesto, l'infingarda.
"Come sempre, Matty, rifiuto l'offerta e vado avanti, ma grazie. Mi fai sentire apprezzata".
"Tutto per te, baby. Che ne dici di andare a parlare di cavalcate... In un posto più appartato?" Propone, con tanto di sorriso malizioso, ed io rabbrividisco, allontanandomi di un passo da lui e afferrando Tessa per un polso.
"Grazie, ma dobbiamo andare a... Fare qualcosa. Ciao!", e senza dire altro la trascino via con me, scappando da Matty senza pensarci due volte facendo scoppiare a ridere la mia amica.
"Il giorno in cui la darai a Matty, Cassie, credo che lui si tatuerà il tuo nome sul braccio con tanto di cuore attraversato da una freccia" ridacchia, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Allora menomale che non gliela darò mai, gli risparmio un tatuaggio stupido".
Non appena usciamo da scuola, cerco con lo sguardo la macchina dei miei animali da compagnia che chiamo fratelli, senza però trovarla, e Tessa, accanto a me, tira fuori il cellulare, cominciando a sbuffare.
"Devo andare a casa, Cassie. Clara mi ha detto che stanno intervistando Ricciardo in tv, non posso perdermelo. Ti raggiungo per cena" esclama, tutta concitata perché quando arriva Ricciardo Teresa perde completamente il lume della ragione, e senza dirmi altro corre verso casa, lasciandomi come una deficiente davanti a scuola con ancora la minaccia di Matty.
E infatti...
"Cavallona, non puoi sfuggirmi".
Mio Dio, è un incubo.
Io quei tre esseri inutili li uccido.
"Dio santo, Matty, ma non hai altre ragazze da rimorchiare?" Sbuffo, cercando con lo sguardo la macchina dei miei fratelli, ma nulla.
"Voglio solo te, Cassie. Te e il tuo corpo cosí succoso, tutto da mordere".
"Mi hai presa per una costoletta, per caso?".
"Ti voglio" mormora, tentando di essere suadente ma risultando solo inquietante, e sto per fuggire a gambe levate quando una bicicletta compare nel parcheggio, e con lei, per fortuna o purtroppo, dipende dai punto di vista, anche il suo proprietario.
"Ashton?" Domando, guardando la principessina fermarsi con la sua bici gialla davanti a me, rivolgendo poi uno sguardo incarognito a Matty.
"Cal, Luke e Mike sono bloccati all'università perchè la macchina si è rotta, mi hanno chiesto di passare a prenderti... E a quanto pare sono arrivato al momento giusto. Smamma, amico. Mettiti in testa che non te la darà, e magari in testa mettici anche del balsamo. I tuoi capelli fanno schifo" spiega, rivolgendosi poi a Matty che lo guarda malissimo, almeno finchè...
"Oh mio Dio".
Ashton è a terra, caduto dalla bicicletta, che si tiene il labbro spaccato dal pugno di Matty che, infervorato, gli urla contro: "vattene tu via dalla mia donna, stupido hippie del cazzo!".
A quelle parole Ashton scatta, ed io mi ritrovo spaesata a guardare questi due energumeni, uno più deficiente dell'altro, fare a botte per non si sa bene cosa, almeno finchè non mi metto in mezzo, posando le mani sulle spalle di Ashton ed allontanandolo da Matty.
"Adesso basta! La smettete? Quanti anni avete, cinque? Smettetela di prendervi a botte solo per orgoglio, cretini! Matty, tu vai, oggi non è giornata, e la cavallona anche oggi non vuole un cowboy".
Matty mi guarda, raccogliendo poi da terra la giacca di pelle, e con un gesto plateale se ne va, borbottando qualcosa come: "un giorno sarai mia".
"Sí, aspetta e spera" sussurro tra me e me, rivolgendomi poi ad Ashton che, oltre al labbro spaccato, non sembra avere altri danni, almeno finchè non vedo le mani, ridotte uno schifo.
"Sei più coglione di quanto pensassi" sospiro, guardando le nocche tutte rovinate, e lui, non si sa bene per quale ragione, sbuffa una risata, allontanandosi poi per raccogliere la bici da terra e salirci sopra, facendomi cenno di sedermi dietro, sui tubi.
"E tu sei meno stronza di quello che pensi. Andiamo?".