Band Babe || Ashton Irwin

Chapter 8: Band Babe

Sbuffo piano, stringendomi nella giacca di pelle che no, non mi riscalda per niente, pensando a tutte le raccomandazioni di mia madre di vestirmi bene.
Anche oggi ne combino una giusta domani.
Siamo appena partiti, io e Ashton, e grazie a Dio non ha ancora aperto bocca, limitandosi a guardarsi le scarpe che sicuramente sono assolutamente naturali, vegane e amiche dell'ambiente.
"Puoi respirare più piano? Irriti i miei pensieri" esclama a un certo punto mentre cerco in qualche modo di scaldarmi, facendomi girare avvelenata verso di lui.
"Tu irriti la mia vita, ma mica ti chiedo di smettere di respirare" Ribatto, steingendomi nella mia giacca che mi riscalda quanto un congelatore, quando sento dei passi pesanti dietro di noi che mi fanno accapponare la pelle finchè...
"Cassie!".
E ovviamente, la mia serata non è ancora finita perchè se Matty non si presenta con qualche avance non è ora di andare a nanna.
"Oh Dio, il maniaco sessuale" borbotta Ashton, girandosi insieme a me per vedere Matty con la sua criniera di ricci indomiti e unti all'esagerazione correre verso di noi, sempre che correre si possa definire.
È più un galoppare, galoppare da cavallo ubriaco.
Una scena raccapricciante.
"Per una volta, Irwin, non posso darti torto" sospiro, guardando Matty fermarsi davanti a me con un sorriso che dovrebbe essere ammiccante, risultando essere soltanto da pedofilo incallito.
"Hey, dolcetto. Non ti va di bere qualcosa con me? Ho chiuso il locale, se vuoi è tutto nostro... E i tavoli da biliardo sono davvero comodi per dormire... O per fare altro" propone, con tanto di occhiolino, squadrandomi dalla testa ai piedi mentre io lo guardo disgustata.
Saranno passati dieci anni dall'ultima volta che si è lavato i capelli, riesco a vedere la forfora anche al buio.
"Rifiuto l'offerta e vado avanti, come sempre. Grazie per la proposta, ma preferisco andare a casa" sorrido, facendo un passo indietro per fargli capire l'antifona, arrivando addirittura a prendere per un polso Ashton e trascinarlo con me, ma Matty si avvicina ancora: "a casa? Perfetto! So fare magie su un materasso e con una testiera!".
"No, Matty, non hai capito: io vado a casa mia a dormire da sola nel mio letto, e tu vai a casa tua a dormire nel tuo letto, okay? E fatti una doccia, magari" ribatto, indietreggiando di nuovo di un passo, quando Matty rivolge la sua attenzione su Ashton, guardandolo torvo.
"Ah, ho capito. Vai a scoparti questo damerino ecologista!" Urla, cominciando a fare una scenata, e sto per intervenire quando Ashton si stacca dal mio fianco, avvicinandosi e afferrando Matty per il bavero: "adesso mi hai davvero rotto il cazzo. Tornatene da dove sei venuto e lavati che puzzi d'immondizia. Mi sembra che ti abbia fatto capire che non è interessata in soggetti come te. Magari preferisce persone con un'igiene personale decente, non credi?".
A quelle parole lascia andare Matty, che indietreggia di qualche passo prima di correre via, ed io rimango a guardarlo totalmente basita mentre si gira verso di me, passandosi una mano tra i capelli.
"Sai che avevo la situazione in mano, vero? Non sono una fanciulla da salvare" borbotto, riprendendo a camminare, stringendomi le mani attorno alla vita nella speranza di creare un microonde umano, fallendo miseramente.
Ashton scuote piano la testa, continuando a guardarsi le scarpe: "certo, come no. Fossi stata da sola...".
"Fossi stata da sola, lo avrei scacciato come una mosca fastidiosa come faccio sempre, magari buttandogli addosso qualche mini confezione di bagnoschiuma che tengo in borsa".
Ashton rimane in silenzio, guardandomi qualche secondo prima che io ceda, riconoscendo che forse, e dico forse, è stato gentile da parte sua.
Anche se sono una donna forte ed indipendente, oltre che stronza.
"Grazie" sussurro, sperando che sia a voce troppo bassa affinchè lo senta, giusto per essere a posto con la coscienza, ma lui sorride, vittorioso, prima di sfilarsi la giacca di jeans imbottita, mettendomela sulle spalle.
"Sappi che è 100% naturale e si chiama Elai, quindi me la ridai".
È assolutamente un coglione, ma almeno non divento un Polaretto.