Ci sono tante cose che Ashton Irwin non è.
Ashton Irwin non è onnivoro, non è simpatico, non è un galantuomo, non è furbo ma, soprattutto, non è intelligente.
Perchè nessuno di intelligente mi trascinerebbe in un supermercato bio alle sei di pomeriggio dopo una giornata da dimenticare.
"Ricordami ancora una volta perchè mi hai portata con te quando potevo benissimo stare nel mio giaciglio?" Domando per l'ennesima volta nella corsia dei cereali, delusa dal fatto che no, i vegetariani non intendono i Lucky Charms per cereali, bensì cereali veri tipo orzo, quinoa e...
Cosa diamine sono i semi di chia?
Ashton sbuffa, alzando lo sguardo da una confezione di orzo perlato che sta contemplando: "se per te una vasca da bagno è un bellissimo giaciglio sei messa veramente male, Cassie".
Inarco un sopracciglio alle sue parole, ma lui fa finta di nulla, continuando: "comunque, che senso ha rimanere in camera da sola quando puoi tenermi compagnia?".
Ma è serio?
"Cosa sono, un cane? Ti devo tenere compagnia? Ma passi lunghi e ben distesi, Irwin" ribatto, guardandolo alzarsi e mettere nel cestino l'orzo perlato prima di rivolgersi verso di me.
"No, Cassie. Mio Dio, ma perchè sei sempre sul sentiero di guerra?".
"Forse perchè tu mi tratti come se fossi una bambina che devi portare in giro? Ti è mai passato per l'anticamera del cervello che anche se sei più grande di me di un paio d'anni so badare a me stessa, non ho bisogno di protezione o di salvataggi".
Ashton sospira, superandomi per svoltare in un'altra corsia, ed io, maledetta che non sono altro, lo seguo pure, trovandolo davanti al frigo degli yogurt.
Non risponde, afferra solo una confezione di yogurt bianco -avere il frigorifero in camera lo ha davvero gasato a quanto pare- e la mette nel cestino, fermandosi poi poco più avanti per girarsi verso di me: "tu non hai bisogno di nessuno, lo so, l'hai chiarito. Ma sai quanto la solitudine faccia male? Perchè credimi, ne so qualcosa. Per questo ho intenzione di sopportarti. Per non lasciarti sola. Per non sentirmi solo. Pazienza se devo litigare un po' per te".
Non so come reagire a quelle parole, così poco da Ashton ma allo stesso tempo così da lui, e vorrei dire qualcosa, ma dentro di me sono bloccata, così taccio, guardandolo andare via, diretto chissà dove.
E vorrei chiedergli cosa intende, ma per qualche motivo non riesco a farlo.
Lo seguo dopo qualche secondo, trovandolo davanti a uno scaffale con tante confezioni di thè diverse, e la cosa mi fa corrugare la fronte.
"Hai intenzione anche di prenderti il thè delle cinque?".
Ashton sospira, borbottando qualcosa sulle linee di 'poveraccio quello che ti sposerà', prima di rivolgersi direttamente verso di me: "c'è il bollitore in camera, tanto vale approfittarne".
Dio santo, da dove viene tutta questa responsabilità?
Io avrei probabilmente vissuto di McDonald's e Starbucks per quattro giorni se fossi rimasta da sola.
Ma d'altronde, tranne per i pomodori, io mangio tutto, a differenza sua.
Adesso capisco il mio culone lievitante.
"Che tipo di thè ti piace?" Domanda all'improvviso, girandosi verso di me con una scatola di cartone rosso, ed io scrollo le spalle, infilando le mani in tasca.
"Sono più una tipa da caffè".
"Si vede da lontano un miglio... Ma c'è qualche thè che ti piace?".
"Non saprei, non l'ho mai bevuto" confesso, e a quelle parole Ashton mi guarda come se avessi appena confessato di avere la scabbia.
"Non hai mai bevuto thè?! Ma per cosa vivi?! Per cosa?!" Esclama, quasi stizzito, ed io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.
"Vivo per il caffè. Mostro amore solo alla caffeina".
"Oh, ma ti prego. Fai tanto la dura e alla fine tieni ai tuoi fratelli e a Teresa più di quanto tieni a te stessa. E non scomodarti a controbattere, perchè so che è così", e senza dire nulla prende tre diverse confezioni di thè, infilandole nel cestino.
Annaspo, senza parole per la seconda volta nell'arco di pochi minuti, e innervosita lo seguo verso le casse, guardandolo imbustare tutto con cura e pagare prima di uscire nel caldo umido serale.
Dio, quanto detesto il caldo.
E vivo a San Francisco, dovrei essere abituata.
"Perchè mi hai baciata?".
La domanda lascia le mie labbra prima che me ne renda consciamente conto, e Ashton si gira verso di me, anche lui stupito dalle mie parole, avvicinandosi poi a me di qualche passo.
"Perchè la cosa ti ha segnata così tanto?" Domanda a sua volta, ed io sono tentata di dirgli che non si risponde a una domanda con una domanda, ma mi mordo la lingua prima di fare qualcosa di cui potrei pentirmi.
"Perchè mi hai baciata, Ashton. Non è qualcosa che posso dimenticare così facilmente. Mi hai baciata, e non so il perchè".
"Perchè non puoi semplicemente dimenticarlo?".
"Io non funziono cosí. Io penso e ripenso alle cose. E mi tortura non sapere il perchè e il come delle cose" confesso, ed Ashton sorride leggermente, guardandomi dall'alto.
I suoi occhi alla luce del tramonto sembrano quasi... Dorati.
È possibile averli di quel colore?
Non dice nulla, si avvicina soltanto, sempre di più, finchè non sento una mano sulla sua guancia e, inaspettatamente, lo lascio fare.
E non so cosa mi prende, non lo so davvero, ma più lo guardo e più voglio sapere cosa si prova.
Un bacio.
Quello che mi ha rubato.
Il primo bacio.
"Baciami", e il mio sussurro lo fa quasi sorridere prima che, delicatamente, così diverso da stamattina, posi le labbra sulle mie.
E quando si stacca piano e mi guarda negli occhi capisco che qualcosa dentro di me lo odia perchè mi attrae così tanto.
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Band Babe || Ashton Irwin
Fanfiction"È che è cosí bello, cosí sexy, cosí proibito...". "Stai parlando dei nuggets di McDonald's". "Ed io sono a dieta". "Stai parlando di ex polli! Assassina!". E sí, è cosí che ho conosciuto Ashton Irwin.