Testa alta,cuore in mano

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Mia madre mi strinse forte,proprio come quando senti il bisogno fino all'astinenza di un abbraccio.Mi sentí a casa tra quelle braccia,mi senti bene e dentro di me una voce disse "sono al sicuro,niente mi farà del male".
La guardai meglio:non era cambiata essenzialmente tanto,era solo un po' oscurata,aveva i solchi sotto gli occhi e le lacrime le bagnavano le guance fino ad arrivarle alle labbra.
"Piccola andrà tutto bene"
Io annui,entrammo in casa mentre il tizio restó fuori in veranda a controllare la zona,evidentemente non era un uomo cattivo,ma non ebbi la possibilità di conoscerlo meglio.
Parlammo per ore di tutto ciò che era successo;
lei si era appunto fidanzata e trasferita,io le avevo raccontato del mio rapimento,ma qualcosa mi blocco,quando mi chiese chi fosse il mio aguzzino non riuscì a dirgli il nome.
Avevo letto qualche anno prima da una rivista,che l'aguzzino ti crea una specie di dipendenza e che i primi tempi in cui se ce la fai torni a casa,vai anche in crisi e ti portano in psichiatria.Diventa la tua droga,non solo a parole.
Dopo aver dormito qualche ora,da mesi le prime vere ore dormite senza ansia che Justin volesse scopare.
Subito dopo che mi fossi svegliata,notai che mia madre non fosse più nella stanza,anzi nella casa,mi allarmai.
Se ne era andata lasciando un fottuto biglietto,aveva paura che la rapissero.
In breve tempo le guardie di Justin mi recuperarono e mi strattonarono in macchina.
Lui mi picchiò,poi dicendomi:
"Brutta puttana,questa me la paghi".

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