"Sei pronta per tornare a casa?"
Mi domando Justin,qualche minuto dopo essere rimasto in silenzio."Io...io ero tornata a casa"
dissi quasi sussurrando,avevo versato troppe lacrime per colpa dei colpi che Justin mi aveva inflitto.
Justin serró la mascella,segno del suo dissenzio nei confronti delle mie ultime parole;si giró verso di me,e mi strinse un polso."Ho riflettuto su cosa hai fatto,mi sono disperato,ho cercato una soluzione a questa tua mania di scappare via da me,di mentirmi e di respingermi.
E sono arrivato alla conclusione che ci trasferiremo.In un posto isolato,dove nessuno potrà trovarti,dove non sarai nemmeno una persona,e quando mi avrai stancato probabilmente ti uccideró."
ci fu un attimo di silenzio,e poi aggiunse:"Non con le mie mani,io sono un gentiluomo"
disse sorridendomi in modo minaccioso.Dentro di me sapevo che lo avrebbe fatto,sapevo che se avesse voluto mi avrebbe uccisa nel peggiore dei modi,su una sedia elettrica,con le antiche torture,con del veleno.
Ma non volevo crederci.I medici mi avevano diagnosticato la sindrome di Stoccolma,quella che succede alle vittime degli aguzzini;la completa sottomissione volontaria a lui e il provare dei sentimenti forti e contrastanti nei suoi confronti .Arrivammo a casa nel giro di una mezzo'ora,Justin mi fece sedere sul divano mostrandomi ancora una volta la lista di qualche mese fa,ma era piena di altre regole più dettagliate.
"Quando ti dissi che avevo stabilito delle regole,tu puttanella,non mi avevi preso sul serio,e io mi ero fidato troppo di te,quindi ogni volta che non farai quello che ti dico ci sarà una punizione."
E mi mostro una stanza buia nel seminterrato,dove vi erano migliaia di torture di ogni genere,dalle più medievali alle più moderne,al centro c'era un lettino dove tutto veniva eseguito.
Un brivido mi attraverso la schiena Gino ad arrivarmi alla testa.Dal buio di quella stanza fato grande da sembrare infinita,spunto una donna bellissima sui quarant'anni.
"Non ti affezionare a lei,sarà una delle persone che ti torturerà quando non vorrò farlo io."
Vidi tanta oscurità accompagnata da tanta tristezza,negli occhi di quella donna di un color smeraldo tanto bello quanto raro.
"Lei era la mia ex moglie"
Disse Justin."Non volevo ucciderla perché mi era stata fedele,ma comunque mi aveva stancato."
"Eh hai deciso di lasciarla marcire in questo posto?io avrei preferito morire"Dissi io.
"A te non sarà posta nessuna scelta"
Mi disse folgorandomi con i suoi occhi,stringendomi per le braccia e lasciandomi cadere svenuta dalla tanta pressione posta su di me.