Controllai il mio fianco;era spuntato qualcosa di simile a una voglia;scura e non molto riconoscibile.Cos'era?senbrava una nuvola,dopo un animale.
Justin,mi guardó perplesso,non capendo cosa mi turbasse,con il suo fare aggressivo,si scostó dalla mia parte per vedere cosa avessi; spalancó gli occhi,e torno al suo posto con fare irrequieto.
"Che ti prende?"
"Quella voglia."
"Lo so,é strano vero?"
"Io pure la ho"
Alzo dal lembo destro la maglietta,e si riveló una voglia identica alla mia.
mi disse:
"Cazzo,e tu non credi che siamo destinati?"
"Io non credo nel destino,per il semplice motivo che non mi fido.Non mi fido del fato,non mi fido delle superstizioni che la gente fa e a cui crede,non mi fido di qualcosa che non dipende da quello che faccio per me stessa,io credo che se due persone siamo destinate si incontrino per caso,magari perché l'altra ha passato una brutta giornata e trova in un locale un ragazzo che aveva avuto la sua stessa situazione,io credo in questo di destino."Rimase in silenzio menhtre si fissava le Nike,scese dalla macchina;sembrava triste e deluso,deluso da me.Ma io non gli avevo mai dato niente in cui sperare,mi ero sempre sentita un'animale in gabbia per il suo amore possessivo.
"Tu devi imparare a vedere le cose con più punti di vista,non puoi essere tanto testarda da credere che solo ciò che pensi tu sia giusto"
Disse,era veramente incazzato,e non era una novità purtroppo.
Mi ordinó di scendere e disfare le mie valigie,io annuí senza obbiettare.
Era tutto fottutamente uguale,anche se era una villa incredibilmente bella,era sempre tutto così monotono...Justin mi chiamo qualche ora dopo dicendomi di seguirlo nel suo studio.
Sul tavolo il suo portatile della Apple era aperto,su una pagina che parlava delle voglie.
"Tu dici di non credere nel destino,e allora guarda,questo non é destino,questo é un segno."
C'era scritto che la voglia che avevamo sul fianco,spuntava solo a due persone che erano legate,dalle loro anime.
Mi guardò soddisfatto,lascio la stanza dicendomi di leggere tutto.non credevi fosse il tipo di persona che aveva bisogno di dimostrare che aveva ragione,e quella volta,non aveva di certo torto.