Cambiare città fu la scelta che mi aspettai maggiormente da Justin,e così fu .
Mi sentivo un po' meglio a stare in un altro posto,e per tenermi compagnia vista la maggior frequenza dei viaggi di lavoro di Justin,mi aveva regalato un gattino.
Si chiamava Gigi,era bianco e aveva degli occhi azzurri talmente penetranti da riuscire a comunicarci attraverso.
Gigi mi seguiva ovunque,era stupendo perché quando la tristezza mi assaliva,si accoccolava sulle mie ginocchia e tutto era più calmo;quando era caldo,mi seguiva in veranda,e dal bordo della piscina mi osservava autoritariamente fare il bagno,come se fosse mia madre,che vigilava sempre su di me.
Mi ha fatto stare meglio,anche se non si può comparare un gatto ad una madre,per me era qualcosa di simile.
Avevo iniziato a dipingere,e tappezzavo le pareti della nostra casa dei miei disegni,dapprima molto abbozzati ,ma non tutto il tempo che avevo a disposizione riuscì a venirne fuori qualcosa di piacevole da vedere.
Un mio "quadro" che Justin apprezzava maggiormente rappresentava una donna sdraiata,vista dall'alto,ricoperta di fiori,sullo specchio di un lago color blu intenso.
La poca fiducia che aveva in me gli deve pensare che ci fosse dietro qualcosa,ma ero troppo stanca per i giochetti .
Avevo 19 anni,ed era come se non avessi più le forze di cambiare la mia vita,di sforzarmi di piacermi,e di farmi piacere tutto ciò che mi stava succedendo.
Ero sdraiata sul divano,quando le mani di Justin mi coprirono gli occhi;tranquillamante le spostai,e cercai il suo volto...per la prima volta sorrise dopo tanto tempo,mi portó nella stanza dedicata a sua madre e mi fece sedere.
"Vorrei che tu mi conoscessi meglio" e poi,fece partire un video dal suo portatile.