Domenica - Un piccolo imprevisto - (quarta parte)

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L'unico suono a tener loro compagnia fu quello delle canzoni proposte dalla radio. Il viaggio di ritorno proseguì tranquillo fino a che, poco dopo essere rientrati in città vennero sorpresi da un forte botto. Brian si apprestò subito ad accostare al bordo della strada. Non riuscivano a spiegarsi cosa fosse successo. Scesi dall'auto si resero conto che la ruota posteriore destra aveva deciso di abbandonarli, si era forata e lo squarcio risultava essere piuttosto importante. Dopo alcune imprecazioni dovute al caso, Brian si decise ad aprire il portabagagli per estrarre quella di scorta. Rick nel frattempo fece un giro panoramico della macchina per vedere se le altre ruote fossero a posto. Giunto in prossimità dei fari sentì Brian imprecare nuovamente.

«Che c'è ancora?» gli chiese tornando indietro.

«Cosa non c'è vorrai dire.» Rispose lui indicando l'interno del bagagliaio. «Manca la ruota di scorta.»

Rick si mise a ridere, ma la sua fu più una risata isterica che altro. In quel momento la sola cosa che desiderava di più era tornare a casa per mettersi a letto, e l'unico mezzo che aveva per poterla raggiungere erano le sue gambe. Brian si preoccupò che l'auto fosse chiusa e con l'antifurto inserito, nel mentre pensava a cosa inventarsi per venire a riprenderla l'indomani.

«Come è possibile che tu non possieda una ruota di scorta?» gli domandò giustamente Rick.

«Tempo fa devo averla prestata a qualcuno che si è scordato di restituirmela.»

«Non arriveremo più a casa.» Disse scoraggiato.

«Io la trovo romantica questa passeggiata», affermò Brian prendendolo in giro, «se vuoi posso anche darti la mano.»

«Falla finita.» Lo esortò Rick continuando a camminare sul marciapiede.

Una volta giunto finalmente a casa, Rick si mise subito a letto. La camminata era stata in grado di risucchiargli le ultime energie rimaste. Sebbene il corpo non fece fatica ad abbandonarsi a un meritato riposo, la mente restò attiva, riproponendo in continuazione tutti i pensieri che gli avevano tenuto compagnia per gran parte della giornata. Continuava a fissare il soffitto, illuminato dalla luce di un lampione che riusciva a farsi largo attraverso la tenda. Provava a concentrarsi sulle ombre proiettate nelle pareti, sperando che ciò l'avesse potuto aiutare a distogliere l'attenzione da quei pensieri. Niente da fare, ogni tentativo fallì miseramente. Accese la lampada posta sul comodino vicino al letto e si alzò a prendere la lettera dal cassetto della scrivania. La rilesse con maggiore attenzione, notando alcune cose che gli erano sfuggite alla prima lettura. Come quel desiderio che Erin aveva espresso, di voler essere presente al matrimonio dei genitori. Rick non diede molta importanza a quel passaggio quando lo lesse per la prima volta, alla fine però riuscì a leggere tra le righe, comprendendo quanto amore ci fosse in quelle parole. La voglia di esserci in quel momento e di voler condividere con loro le emozioni, la felicità e l'importanza di quel giorno, gli fecero capire tanto di Erin, dei suoi valori e del forte attaccamento alla famiglia. Si rattristò invece, quando arrivò alla parte dedicata ai ringraziamenti, quelli che Erin rivolse alla madre. Ebbe l'impressione che la scelta di scrivere quelle parole fu dettata oltre che da un sentimento di vera riconoscenza, anche da una profonda consapevolezza di un tempo ormai in fase terminale. Benché non avesse l'assoluta certezza di questo, provò lo stesso un grande dispiacere. Attraverso quelle righe, Rick, percepì la sua sensibilità e delicatezza, immaginando quella lettera come una dolce carezza che Erin volle regalare alla madre. Tutto questo non fece altro che accrescere la sua smania di conoscerla.

Spense la luce e aprì leggermente la finestra per rinfrescare la stanza, fuori i grilli cantavano. Lanciò un'occhiata per vedere che ora si fosse fatta, i numeri rossi della sveglia segnavano le quattro, non credeva fosse così tardi. L'indomani gli sarebbe piaciuto andare a correre nuovamente al parco, ma per far ciò aveva bisogno di riposare e le ore di sonno a sua disposizione non erano tante. Sapeva che con il lavoro al pub sarebbe stato più faticoso svegliarsi presto, ma nonostante questo, era seriamente intenzionato a non abbandonare quell'unico momento di sport che riusciva a dedicarsi.

Pochi minuti dopo essersi rimesso a letto riuscì finalmente a spegnere ogni tipo di pensiero. Il sonno sembrava essersi deciso ad arrivare, gli occhi si fecero così pesanti che faticò a tenerli aperti. Sì abbandonò a ciò che restava di quella notte, l'aria frizzante regalava qualche ora di refrigerio e i grilli con il loro canto gli tennero compagnia fino a quando non s'addormentò.  


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Buona lettura LOVERS!

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora