Mercoledì - Spesa pazza - (terza parte)

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Finito di mangiare si recarono in un supermercato vicino casa. Erin prese il carrello e iniziò a dare uno sguardo tra gli scaffali, sembrava piacerle quella nuova, seppur momentanea, evoluzione del loro rapporto. Presero la pasta per le lasagne e tutto l'occorrente per fare il sugo e la besciamella. Rick guardò dentro il carrello e tirò un sospiro di sollievo pensando che non sarebbe spettato a lui preparare il primo, con tutta quella roba non avrebbe saputo da dove cominciare. Una volta terminato in quel reparto si spostarono in quello delle carni, Rick scelse con cura le bistecche, alla fine ne prese quattro grandi. Erin spalancò gli occhi.

«Credo che non riuscirò a mangiarne neanche la metà di questa.» Disse, prendendone una in mano ed esaminandola.

«Son sicuro che la farò così buona che ti leccherai i baffi.»

«Vedremo.» Commentò lei, lanciandogli uno sguardo di sfida.

Passarono a prendere anche il vino e della frutta. Erin volle comprare anche della panna da montare e un sac à poche. Chissà che le frulla per la testa, si chiese Rick. Dopo aver pagato caricarono tutto in macchina e tornarono a casa. Si misero subito all'opera, le cose da preparare erano tante. Rick risultò fin da subito un peso, la sua inesperienza non tardò a manifestarsi e nonostante i danni che faceva, Erin sembrava mantenere la calma.

«Dove hai imparato a cucinare?» Le chiese, incuriosito.

«È stata mia madre ad insegnarmelo, lei era un'ottima cuoca.»

«Allora posso stare tranquillo.»

«Perché, avevi dei dubbi?»

«Un po'.» Lo guardò imbronciata. «Dai, scherzo. Il pollo fritto che hai preparato per il pranzo era buonissimo.» Le diede un colpetto col gomito. «Come mai hai scelto proprio le lasagne come primo?» Le chiese. «Non è un tipico piatto americano?»

«Lo so, ma è il mio preferito. Mia madre amava molto la cucina italiana e appena aveva del tempo libero si cimentava in nuove ricette.»

Quello era uno dei modi che Erin usava per sentire ancora vicino a sé la madre. Rick la lasciò fare, non voleva rovinare il suo piatto preferito. Andò nel cortile posto sul retro della casa e iniziò a preparare per il barbecue. Faticò parecchio per tirar fuori tutta l'attrezzatura dal ripostiglio, per fortuna era ancora in ottime condizioni. Era da tanto che con Brian non si facevano due bistecche arrosto, bisognava assolutamente riprendere quell'abitudine, pensò.

«Rick!» Sentì Erin urlare.

Lasciò stare tutto e si precipitò da lei. «Che ti è successo?» domandò allarmato.

«Niente» rispose con un'espressione furba, «puoi tagliare la frutta per favore?»

«C'era bisogno di chiamarmi in quel modo?»

«Non saresti corso così velocemente altrimenti.»

«Mi hai fatto spaventare.»

«Scusami,» poggiò una mano sulla sua spalla fingendosi dispiaciuta, «comunque quella è la frutta da tagliare.» Aggiunse infine.

Rick scosse la testa e sorrise. «Come vuoi che la tagli?»

«A cubetti, avevo intenzione di servire una macedonia come dessert.» Disse, poi proseguì: «Appena hai finito mettila dentro quel contenitore in plastica e aggiungi un po' di zucchero e qualche goccia di limone.»

Quelle direttive gliele diede senza fermarsi un attimo, ormai aveva preso così tanta familiarità con la cucina che per un attimo Rick ebbe l'impressione di essere lui l'ospite. Erin finì di preparare la teglia con le lasagne, non le restava altro da fare che infornarla qualche minuto prima che arrivassero i genitori di Rick, il barbecue fuori nel cortile era pronto e la macedonia era in frigo. Si sedettero sul divano per riposarsi un po', Rick accese la tv. All'improvviso Erin scattò in piedi chiedendogli se potesse accompagnarla a casa, lui non capì, così Erin gli spiegò che preferiva darsi una sistemata prima della cena, non le andava di presentarsi in jeans e maglietta. Rick provò a spiegarle che non doveva preoccuparsi, che stava benissimo così com'era, ma non ci fu verso di farle cambiare idea. Una volta giunti a casa, senza perdere tempo entrò in doccia, per poi raggiungere, avvolta dentro un accappatoio giallo, la camera da letto. Ci restò parecchio. Nell'attesa Rick provò a immaginarsela in piedi davanti all'armadio, persa nella sua indecisione su cosa indossare. Dopo una quantità indefinita di minuti sentì scattare la serratura della porta, lei uscì, indossava un abito nero che le arrivava alle ginocchia e ai piedi un paio di scarpe col tacco anch'esse nere. Era uno spettacolo. Gli fece cenno di seguirla in bagno.

«Puoi tirarmi su la zip del vestito?» chiese, mentre accendeva l'asciugacapelli.

Rick eseguì l'ordine, dopodiché accostò la bocca al suo orecchio. «Sai che forse avevi ragione tu, così stai decisamente meglio.» Le disse.

Lei lo ringraziò guardando il suo riflesso allo specchio e muovendo solo le labbra per via dell'elevato rumore dell'asciugacapelli, accennò anche un sorriso poi tornò a concentrarsi sull'asciugatura. Prima di rimettersi in viaggio, Erin prese con sé il centrotavola che aveva nel soggiorno

Ritornati a casa, Rick si accorse che anche lui aveva bisogno di un cambio d'abiti, vestito in quel modo sfigurava di fianco a lei. Andò in camera e tirò fuori dall'armadio un paio di pantaloni neri e una camicia bianca, pensò anche di indossare una cravatta, poi cambiò idea.

«Wow!» Esclamò Erin quando la raggiunse.

«Non pensi che forse stiamo esagerando un po' troppo?»

La camicia metteva in risalto le sue forme atletiche, particolare che non sfuggì agli occhi di lei. «No, guarda.» Gli prese la mano e lo portò davanti allo specchio nell'ingresso. «Siamo o non siamo bellissimi?»

«Sai che è vero, con te vicino anch'io sembro più bello.»

A breve sarebbero arrivati i genitori di Rick, così Erin decise di infornare le lasagne. Lui si dedicò alla tavola, provò a metterci del suo per renderla un minimo gradevole alla vista, poi lei gli venne in soccorso posizionando il centrotavola preso poco prima dalla sua casa. Non finiva di stupirlo.


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Buona lettura LOVERS!

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora