Lunedì - Un limite invisibile - (seconda parte)

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Tornò a casa verso l'ora di pranzo, mangiò un boccone veloce in compagnia di Brian, e passò gran parte del pomeriggio in camera sua, sdraiato sul letto a leggere le ultime pagine del romanzo che Erin gli aveva prestato. Verso le 18:00 iniziò a prepararsi per raggiungere il museo. Indossò una maglietta bianca e un paio di jeans, infilò le scarpe e prese anche il libro con sé, iniziava a sentire una leggera tensione salire. Uscì dalla stanza e attraversò il soggiorno, vide Brian steso sul divano che guardava un film alla tv, per un attimo distolse la sua attenzione e lo avvisò su un'eventuale sua assenza quella sera al pub. Lui gli rispose strizzando l'occhio, era il suo modo per dirgli di non preoccuparsi.

Afferrò il casco e le chiavi sul tavolino posto di fianco alla porta d'ingresso, controllò di aver preso tutto, poi raggiunse la moto. Infilò il libro tra la schiena e la vita dei jeans prima di partire, fortunatamente era di formato tascabile. Era nervoso, avvertiva una stretta allo stomaco, l'ansia aumentava, e come se non bastasse iniziarono a sudargli anche le mani, il che rendeva il manubrio scivoloso e la guida leggermente più difficoltosa. Una volta raggiunto l'edificio, parcheggiò la moto al bordo della strada, si tolse il casco e restò per qualche secondo a osservare l'ingresso, dentro di sé continuava a nutrire la speranza d'incontrarla. Mosse i primi passi in direzione dell'entrata, camminando ricordò di avere il libro con sé, lo sfilò e lo strinse forte in mano.

Pagò il biglietto come la volta precedente, la ragazza dietro il bancone lo scrutò con uno sguardo perplesso, si sarà chiesta il perché fosse di nuovo lì a distanza di una settimana. Doveva ammettere che avrebbe avuto più senso chiedere di Erin direttamente a lei, ma non gli andava di far sapere il vero motivo per cui si trovava lì. Iniziò il suo tour tra le sale del museo, visitando nuovamente l'armeria, la galleria di storia naturale, e la stanza dedicata ai bambini. Scrutò tra la folla di visitatori, ma di Erin nessuna traccia. Finì il suo giro nella sala delle bandiere.

«Sei in ritardo di due giorni.» Affermò una voce alle sue spalle.

L'avrebbe riconosciuta in mezzo a sette miliardi di altre voci. Strinse più forte il libro che teneva in mano, socchiuse per un istante gli occhi e sorrise, prima di voltarsi verso di lei.

«Ciao.» È tutto quello che riuscì a pronunciare.

Erin stava in piedi davanti a lui, aveva l'aria seria e le mani incrociate dietro la schiena. «Ciao.» Si limitò a dire.

«Lo so, scusami per sabato.» Fece un passo verso di lei. «Non so se hai letto il messaggio che ti ho inviato?» vedendola restare ferma, si fermò anche lui. «Lì era spiegato il motivo per cui non mi sono potuto presentare al molo.»

Erin restò in silenzio ad ascoltare le sue parole, continuò a fissarlo senza scomporsi, mantenendo la sua posa rigida. «L'ho letto questa mattina.» Fece una pausa. «Mi dispiace per quello che è successo al tuo amico.»

Anche se cercò di mantenere un tono neutro, tale da non lasciar trasparire nessuna emozione, Rick sapeva che ciò che aveva appena detto era sincero.

Cercò di schiarirsi la voce prima di continuare a parlarle, per via della tensione gli si era rinsecchita la gola. «In questi giorni ho provato anche a telefonarti, ma il tuo cellulare risultava essere sempre spento.» Confessò.

«Non volevo essere disturbata.» Replicò lei secca.

«Senti..., Erin.»

Lei lanciò uno occhiata al libro. «Così è per questo che sei venuto.»

«Ho finito di leggerlo questo pomeriggio.» Fece un altro passo verso di lei e allungò la mano per darglielo. «Avevi ragione, mi è piaciuto davvero tanto.»

«Se vuoi puoi tenerlo.»

«È il tuo libro preferito.»

Si lasciò scappare un sorriso appena accennato. «Essendo il primo che hai letto, ora è anche il tuo.»

Rick avrebbe voluto far cadere tutte le barriere che si erano create tra di loro, baciarla, abbracciarla, farle sapere quanto l'amava, e poi... baciarla nuovamente. Non fece nulla invece, il linguaggio del corpo di Erin parlava chiaro, c'era un limite invisibile che bisognava non superare.

«Non sono venuto qui soltanto per restituirti il libro.» Ammise.

Lei rilassò le spalle, sganciò le mani che teneva unite dietro la schiena e ne alzò una per impedirgli di continuare. «Non credo che questo sia il posto più adatto per parlarne.» Disse. «Devo tornare al mio lavoro, a breve arriverà una comitiva di turisti e dovrò fare loro da guida.»

«Capisco.»

«Ma se ti va, puoi passare a prendermi verso l'orario di chiusura.»

«Va bene!» accettò, felice del fatto che l'avrebbe rivista.

Raggiunsero insieme l'uscita, Erin l'accompagnò fino alla moto. «Grazie per avermi permesso di tenere il libro», le disse, «ci vediamo più tardi.»

«Ciao Rick.» Sorrise appena. 


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Buona lettura LOVERS! 

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora