Mercoledì - Gocce di gelosia - (prima parte)

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Per la seconda volta in due giorni Rick si svegliò con il pensiero di Erin in testa, la cosa non gli dispiaceva, anzi aveva iniziato ad apprezzare di più il momento del risveglio. Restò sdraiato sul letto a fantasticare su lei e su un possibile futuro insieme, si rese conto di lasciar correre un po' troppo la fantasia, ma in fondo era fatto così, era sempre stato un ragazzo a cui piaceva immaginarsi il domani. Gli venne in mente la domanda sulla felicità che gli fece sul molo, tornò a riflettere sulla risposta che le diede, e si rese conto che davvero in tutti quegli anni di vita non si era mai chiesto seriamente se fosse felice.

"In cosa si sostanzia la felicità?" si chiese, bella domanda. Aveva sempre sentito dire da pseudo persone felici, che se avesse voluto stare veramente bene avrebbe dovuto vivere la sua vita attimo per attimo, avrebbe dovuto essere presente nel suo presente, ora e qui insomma. Per uno come lui abituato a viaggiare con la mente non sarebbe stata un'impresa facile. Ci fu comunque un periodo in cui decise di provarci, si disse che doveva vivere ogni singolo istante appieno, dimenticandosi del prima e del dopo. Si accorse però che il tutto svaniva subito dopo aver smesso di ricordarselo, da lì capì che non si trattava di una cosa naturale ma di una forte impostazione da parte sua. Tutto ciò avveniva prima di conoscere Erin, con lei non ci fu bisogno di imporsi nulla, tutto si svolgeva con naturalezza, riusciva finalmente a viversi il momento senza pensare a nient'altro. Che fosse lei la causa della sua felicità, la dimora del suo stare bene?

Quando stava con lei provava un'emozione nuova, mai provata con nessun'altra, sapeva di cosa si trattava, sapeva che era arrivato, l'aveva riconosciuto. Ciò nonostante provava timore nel pronunciare quel nome, continuava a fermarlo ad un passo da lui, portando avanti una lotta che sapeva essere destinato a perdere. Aveva paura di stare bene.

Si destò dal letto e prese il cellulare sulla scrivania. "Cercarti è stata una delle poche cose giuste che abbia mai fatto." Le inviò questo messaggio.

Come ogni giorno si preparò e uscì di casa, direzione Hampton Park. Fece il suo allenamento, dopodiché si recò sotto il grande albero per lo stretching.

«Ehi, Rick!» Si sentì chiamare.

Si voltò in tutte le direzioni senza capire bene da dove provenisse la voce, poi vide Erin sul ponticello della fontana agitarsi per attirare la sua attenzione. La raggiunse di corsa.

«Ciao come mai qui?» Le chiese.

Prima di rispondere Erin gli diede un bacio sulla guancia. «Volevo ammirarti nel tuo habitat.»

«Come ti son sembrato?»

«A tuo agio, nonostante avessi addosso per tutto il tempo gli occhi di quelle due ragazze sedute su quella panchina.»

Rick sapeva che non poteva essere gelosa. Tuttavia gli piaceva quando giocava a farlo sembrare. «Niente lavoro oggi?»

«No, il Mercoledì è il mio giorno libero.» Fece una pausa. In mano teneva una bustina trasparente con dentro del cibo per anatre. La aprì e ne lanciò un po' in acqua, nel giro di pochi secondi i volatili spuntarono sotto di loro, dimenandosi per racimolarne qualche briciola. «Sono contenta che tu l'abbia fatto.» Disse infine.

«A cosa ti riferisci, non capisco.»

«Al messaggio che mi hai inviato stamattina. Sono contenta che tu abbia deciso di venire a cercarmi. Non capita tutti i giorni di conoscere delle belle persone.»

Rick si sentì arrossire, all'improvviso avvertì un forte calore al volto ed Erin guardandolo si mise a ridere. I complimenti gli avevano sempre fatto quell'effetto.

«Ti va una passeggiata?» Propose, per tirarsi fuori dall'imbarazzo.

Percorsero lo stesso tragitto che lui faceva per allenarsi. Parlarono del più e del meno. Era sempre bello stare in sua compagnia, pensò Rick, l'unica punta negativa era legata al tempo, volava troppo velocemente. In prossimità del chiosco incontrarono Alyson.

«Ciao Rick.» Lo salutò andandogli incontro insieme al suo cane.

«Ciao Alyson, vedo che hai seguito il mio consiglio.» Disse lui, facendole notare che si era accorto della sua tenuta da corsa.

«Ci sto provando, anche se credo di non aver scelto il periodo migliore per iniziare. Fa troppo caldo.»

«Non hai tutti i torti, ma vedrai che giorno dopo giorno non ci farai più caso.»

«Lo spero.» Sorrise poi rivolse lo sguardo verso Erin.

«Scusatemi non vi ho presentato.» Si apprestò subito a farlo.

Alyson era una ragazza molto appariscente, una di quelle che non passano di certo inosservate. Rick osservandola ebbe l'impressione di avere davanti la classica persona che preferiva puntare molto sull'apparire. Anche in quella circostanza aveva il viso perfettamente truccato, i capelli erano in ordine, e l'abbigliamento sembrava essere stato scelto più per rimorchiare che per altro. Erin era totalmente l'opposto, e si stava chiedendo chi fosse quella ragazza, dove Rick l'avesse conosciuta e cosa avesse a che fare con lui.

«Potremmo anche fare una corsa insieme, Rick.» Disse Alyson, rivolgendosi a lui con uno sguardo ammiccante.

In un primo momento, Rick non seppe cosa risponderle. Poi Erin lo prese sottobraccio facendogli trovare le parole.

«Non credo sia possibile, mi dispiace.»

Lei capì subito e non insistette. «Ok, come vuoi.» Disse infine con tono irritato.

Rick sapeva di piacerle, ma non essendoci riscontro da parte sua, trovò più giusto bloccare il tutto con quella risposta. Si salutarono senza la promessa di rivedersi.

Con Erin ripresero la loro camminata. Lei non gli chiese nulla anche se dentro di sé moriva dalla voglia di sapere. «È una ragazza che ho conosciuto all'inaugurazione del pub.» La informò Rick.

«Non sei tenuto a dirmelo.» Replicò subito lei.

«Lo so, però credevo lo volessi sapere.»

«Ho notato che è particolarmente interessata a te.» S'interruppe in attesa di una risposta, non sentendola arrivare continuò: «È molto carina.»

Effettivamente lo era, non poteva negare l'evidenza. Sarebbe stato poco credibile. «Sì, lo penso anch'io.» Rispose.

Erin sfilò il braccio da sotto il suo e si allontanò di qualche centimetro. Se prima credeva giocasse a fare la gelosa, con quel gesto gli diede la conferma di esserlo a tutti gli effetti. Voleva poterle dire che non vi era alcuna ragione di cui preoccuparsi, che il suo interesse ricadeva solo su di lei. Purtroppo il loro rapporto non lo permetteva.


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Buona lettura LOVERS!

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