Capitolo 27

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Spalanco gli occhi per la ventesima volta questa notte. Non riesco a prendere sonno, nonostante ci sia Newt dietro di me che mi tiene ben stretta a lui, quasi avesse paura di perdermi durante la notte. Mentre lui dorme beatamente, io sono ancora sveglia a sentire il pesante russare dei Radurai intorno a me. Per non parlare delle agghiaccianti urla di Leonard, che costantemente interrompono i miei pensieri. Mi arrendo all'idea di addormentarmi e decido di prendere una boccata d'aria. Sposto delicatamente le braccia di Newt dalla mia vita, facendo massima attenzione nel non svegliarlo. Dopo esser scivolata via dalle coperte, mi faccio strada fra i corpi dei Radurai addormentati e schizzo fuori dalla stanza. Scendo gli scalini cercando di fare meno rumore possibile, cosa inevitabile grazie al cigolio del legno. Riesco ad arrivare al piano terra, ed anche lì devo attraversare un labirinto di corpi per terra prima di raggiungere la porta che dà all'esterno. Appena esco, un freddo non abituale mi coglie di sorpresa. Subito mi vengono dei brividi sulle braccia, ma decido comunque di restare fuori. Mi allontano un po' dal Casolare e mi siedo dove la sera prima stavo chiaccherando con Teresa. Un'altro urlo mi fa sobbalzare, e questa volta una strana paura mi percorre le viscire. Non saprei dire perché mi sia salita questa paura improvvisa. Vorrei chiamare Teresa telepaticamente per parlare un po', però non voglio svegliarla, quindi opto per il no.
Ripenso alle parole che mi ha detto ieri Leonard: 'La tua bravata ha solo peggiorato le cose' A cosa si riferiva? Il fatto che Leonard abbia potuto ricordare un fatto che riguarda me, di cui non sono a conoscenza, mi fa venire i brividi. Chissà quante brutte cose ho fatto quando ero con i Creatori. Strofino le mani fra loro, cercando di creare un po' di calore, ma senza successo.

"Così ti farai venire una polmonite, pive" dice una voce a me familiare. Minho si siede accanto a me, lanciandomi una coperta che mi affretto a mettere sopra le mie spalle.

"Grazie" gli dico con un sorriso "Anche te niente sonno?" Minho scuote la testa, mentre giocherella con un bastoncino trovato per terra.

"No. Non ce la faccio proprio. Sono parecchio nervoso di questi tempi, a dire il vero. Le porte si chiudono sempre prima e questa cosa non va bene. Il biglietto di ieri poi, ci mancava questa" dice lui, come assorto dai suoi pensieri.

"Già, lo avevo notato anche io che le porte si..." Mi blocco, riflettendo un attimo su quello che mi ha appena detto "Quale biglietto?"

"Newt non te lo ha detto?" chiede lui, confuso. Io scuoto la testa. Non è la prima volta che non mi dice qualcosa, e questo suo vizio mi fa parecchio fastidio. È come se non mi considerasse all'altezza di tutti i Radurai. Minho tira fuori dalla tasca una biglietto accartocciato, che prendo fra le mie mani e appiattisco per bene. Leggo e rileggo la frase più volte, non capacitandomi di quello che c'è scritto:

Lei è nostra. Chiunque si affezionerà a lei ne pagherà le conseguenze. Scelta vostra: o voi o lei.

"Leonard..." dico con voce tremante "È colpa mia. È stato punto per colpa mia" Mi si riempiono gli occhi di lacrime, che subito scaccio via.

"A me non importa cosa dicono quei pazzi. Tu sei la mia piccola Jul, e se voglio stare con te ci sto" afferma Minho, legandomi un braccio intorno alle spalle. Io mi scosto subito, e questo gesto sembra ferire Minho.

"No" gli dico calma, mentre piano piano mi alzo da terra"Non voglio che ti succeda niente di male. Tu sei importante per me e non voglio che ti accada niente. Hai visto cosa è successo a Leonard"

"Ma a me non succederà niente" ribatte Minho, prendendomi per un polso.

"Meglio non rischiare" dico, per poi allontarmi definitamente dopo essermi liberata dalla presa di Minho. Perfetto, adesso sono nuovamente sola. Non posso permettere che persone perdano la vita a causa mia, e il miglior modo per far sì che questo non accada è che la gente mi odi. Strappo il biglietto in mille pezzi, che metto poi in una mia tasca, per evitare che i Radurai lo trovino. Non torno di certo nella camera di Newt, infatti mi avvio nel bosco e lì ci rimango per tutta la notte, accovacciandomi sotto un albero e chiudendo gli occhi. Incredibilmente, come chiudo occhio, il sonno prende il sopravvento su di me. Dopo qualche minuto, infatti, mi addormento.

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