Capitolo 8

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Mi alzo velocemente dal letto ed insieme a Newt scendo giù. Come sempre trovo un tappeto di Radurai che russa steso sul pavimento nel piano terra del Casolare.
Attraversiamo piano piano tutta la stanza fino ad arrivare alla porta.
Appena usciamo, la brezza mattutina mi avvolge come se fosse una coperta. Un leggero vento freddo mi scompiglia i capelli mentre i piccoli raggi di sole che stanno spuntando da sotto le Mura mi accarezzano gli occhi. Adoro quella sensazione, mi sento libera.
Minho è già lì che mi aspetta, piazzato
davanti al Muro che porta alla Sezione 4, che oggi è aperta.
Ieri mi ha brevemente spiegato che ogni giorno si apre una nuova sezione, dall'1 alla 8, e che ogni giorno il Labirinto va mappato, dato che ogni notte cambia.
Mentre Newt raggiunge Minho
davanti alla grande porta, io mi avvio verso le docce. Lì mi lavo velocemente faccia e denti, e poi mi cambio dentro la doccia. Maglia, pantaloncini, scarpe e zaino in spalla. Sono pronta.
Esco e corro verso Newt e Minho.
Lì, Minho mi accoglie con un gran sorriso e mi abbraccia.

"Bene Fagio, pronta?" mi chiede.

"Sempre pronta" gli rispondo.

Newt mi guarda, e prima che possa entrare nel Labirinto insieme a Minho si avvicina a me.
"Stai attenta" mi avverte. È la prima volta che lo dice a me, soltanto a me.
Mi sento in qualche modo benvoluto, apprezzata. E questo mi fa piacere.
Io lo guardo roteando gli occhi.

"Newt, stai tranquillo" e detto questo, mi addentro nel Labirinto.
Minho inizia subito a correre e io lo seguo. Svolta a destra, poi a sinistra e così via per altre due orette. Durante il tragitto, io mi occupo di mappare tutta la Sezione 4.
All'ora della pausa, ci fermiamo a mangiare un panino per pranzo.

"Disegnato tutto Fagio?" mi chiede Minho.

"Si, tutto" dico "continuo a pensare che chi ha progettato questo posto, oltre ad essere pazzo, deve essere anche estremamente intelligente. È una struttura molto complessa."
Minho addenta il suo panino e poi beve un sorso d'acqua.

"Sì, intelligente e un gran pezzo di sploff" dice Minho disgustato.
Non posso essere più d'accordo con lui. Se mai usciremo da questo posto, prenderò personalmente a pugni i Creatori. E credo che Minho mi aiuterà volentieri.
Finisco il mio panino e pure la mia acqua.

"È ora di rimetterci in marcia Jul" mi incoraggia Minho.
Mi aiuta ad alzarmi, tiro fuori la mia mappa dallo zaino e ripartiamo.
Disegno ogni particolare con attenzione.
Sono così concentrata che non mi accorgo che Minho si è appena bloccato di colpo.
Vado a sbattere contro di lui, ma riesco a rimettermi in sesto subito.
Alza un dito della mano, in segno di fare silenzio.
Guarda dietro l'angolo e sbianca in volto.
Si gira lentamente verso di me e
mi guarda impaurito.
Quello sguardo può significare solo una cosa, e a confermare la mia supposizione sono i rumori e gli stridori metallici che sento poco dopo.

"Julia, indietregga lentamente, torniamo nella Radura" mi dice sussurrando "tira fuori la mappa e inizia a correre. Non pensare a me, me la caverò"

"Neanche per sogno ti lascio. Tu vieni con me" gli ordino.
Minho sembra non aver voglia di discutere, quindi lentamente e il più silenziosamente possibile ricominciamo a correre dalla parte opposta.
Io sono davanti e sto facendo strada a Minho. So che lui non ha bisogno, ma per ora guido io.
Quando ci sembra di esserci allontanati abbastanza, cominciamo a correre più velocemente. La sera sta arrivando, dobbiamo comunque tornare alla Radura.
Torneremo forse mezz'ora prima.
Dopo un po' che corriamo sento un urlo e uno stridore metallico che lo segue.
Mi giro subito e lascio cadere la mappa a terra, terrorizzata.
Ero talmente concentrata sulla mappa che non mi sono accorta del Dolente che ci stava appena dietro. E che ora si trova sopra Minho.
Lui sta cercando di spostarsi da sotto la creatura, e intanto si sta difendendo con un coltello. Rimango paralizzata per qualche secondo, ma poi decido di intervenire.
Sferro subito il mio dalla cintura e corro verso il mio amico.
Mi guardo intorno: ci sono dei rampicanti sulle mura, e il Dolente è abbastanza vicino ad uno di essi.
Tiro uno dei rampicanti, per sentire quanto è resistente, e poi mi arrampico sul muro, aggrappandomi con le mani sull'edera e calcando con i piedi sul muro. Poi mi dò una spinta, lanciandomi verso la creatura. Non riesco a saltargli sopra del tutto, ma riesco ad afferrare una delle parti metalliche del suo corpo. Mi isso sul Dolente, e a quel punto utilizzo il coltello per colpirlo, più e più volte.
Sembra non fargli nessun effetto. Mi sporgo per scorgere Minho, che sta resistendo bene. Sembra ancora tutto intatto.
Dopo varie ferite inflitte al Dolente, riesco a farlo gridare dal dolore, o almeno è quello che credo.
A quel punto, balzo giù dalla creatura, cercando di mantenere l'equilibrio. Afferro la lancia da dietro la schiena e la punto contro la creatura, che intanto si sta avvicinando pericolosamente a me. Quando è a debita distanza, sferro la lancia, che va a colpire il Dolente proprio nella bocca. Un altro urlo fastidioso si fa largo fra le Mura del Labirinto.
Sicuramente lo avranno sentito fino alla Radura.
Il Dolente si contorce e dopo un po' cade a terra, morto. O per lo meno svenuto.
Corro subito a controllare come sta il mio amico. Noto alcuni graffi ma niente di grave.
Gli porgo la mano per alzarsi.

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