Epilogo

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Picchietto con le dita sul braccio della poltrona su cui sono seduta. Muovo nervosamente le gambe, come se mi stessero tremando. Sposto lo sguardo da destra a sinistra, cercando di non focalizzarmi su un punto preciso. O semplicemente non voglio guardare lo schermo davanti a me. Agli angoli della stanza ci sono delle telecamere, tutte puntate verso di me a riprendermi. Sulle stesse identiche poltrone di pelle porpora sono sedute delle persone vestite come dei medici. Camice bianco, tasche piene di penne e fogli in mano. Nessuno che conosca.
Nello schermo sono presenti i miei amici, tutti, dal primo all'ultimo. Tranne Gally, Chuck e Teresa.
Diamine, ma dove sono finiti?
Sono tutti in una stanza con del cibo sparso ovunque ed una scrivania al centro con nessuno seduto, ad aspettare. Non hanno idea di che fine abbia fatto.
"Quindi, hai capito cosa devi fare?"
Giro lo sguardo verso una signora bionda di mezza età. Quello che vogliono farmi fare era tremendo.
Sospiro, chiudendo gli occhi.
"Se non accettassi..." inizio, ma vengo interrotta dalla medesima signora:
"Allora li vedrai soffrire, uno per uno"
Sento un bruciore nello stomaco, ansia mista a rabbia. Sento il sangue ribollirmi nella vene.
"Ma sono troppo importanti per voi, non potete fargli del male" dico a bassa voce, cercando di stare calma.
"Niente affatto. Quelli che ci interessano veramente siete tu, Thomas e Teresa" dice "Non mi costerebbe niente piantare una pallottola nella testa del Soggetto A5" Ovvero Newt. Ovviamente. Ormai hanno capito tutti qual è il mio punto debole.
"Quindi, riassumendo..." dico "Se fingo di essere dalla vostra parte, li lascerete in pace" Che piano assurdo e perverso. La donna annuisce lentamente.
"La tua 'performance' dovrà essere credibile e senza esitazioni. Perfetta. Tanto sappiamo entrambi quanto tu sia brava a mentire" dice con un sorrisetto. Le lancio un'occhiataccia.
"Da che pulpito" rispondo, con il solito sorrisetto. La donna prende dei fogli, li sistema affinché siano tutti pari e li mette in una cartelletta. Poi me li porge. Li prendo e me li appoggio sulle ginocchia.
"Dov'è Teresa?" chiedo, senza guardarla in faccia.
"Diciamo che non sarai l'unica traditrice qui" risponde, rimanendo vaga. Alzo lo sguardo di scatto, non capendo. Che significa?
"Bene" dice soddisfatta "Puoi andare"
Prendo la cartella, mi alzo e mi dirigo verso la porta, confusa. Giro il pomello e la apro lentamente. Esco senza guardarmi indietro. Attraverso il corridoio, cercando di prepararmi mentalmente. Sono vestita con una camicia azzurra abbastanza attillata e dei pantaloni neri. Indosso dei tacchi neri, non troppo alti. Mi hanno fatto vestire così, obbligandomi.
Sto per tradire i miei amici, anche se non veramente. Però questo avrebbero pensato di me. Della schifosa traditrice che li ha ingannati per tutto questo tempo. Mi avrebbero odiato. A morte.
Raggiungo la porta della stanza. Della loro stanza. Faccio un respiro profondo, e appoggio la fronte alla porta. Sento gli occhi pizzicarmi. Voglio piangere, ma non posso. Voglio urlare, ma non posso. Vorrei fare tante cose che non posso fare. A partire da quella che sto per fare. Ma cerco di ricordarmi perché la sto facendo: per proteggerli, lo sto facendo per proteggerli. Non sono una cattiva persona.
Mi sistemo e allontano la fronte dalla porta.
Che abbia inizio la Fase 2.





• Angolo autrice •
Be', che vi posso dire... ecco l'ultimo capitolo di questa nostra prima avventura. Non posso credere che sia veramente già finita.
Il prossimo capitolo sarà dedicato ai ringraziamenti e poi potrò finalmente etichettare questa storia come "Completata".
Wow, sono ancora incredula. Questo sarà l'ultimo angolo autrice.
Se avete delle domande fatele tutte nei commenti, e vi risponderò nel prossimo capitolo. Quindi sbizzarritevi e non abbiate paura, sarò più che contenta di rispondere alle vostre curiosità.
Vi mando un grande bacio.
Grazie di tutto.

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