9.

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Fabrizio non era assolutamente pronto a quel contatto improvviso, aveva istintivamente sorriso sulle labbra di Ermal per poi ricambiare quello scambio di baci leggeri. Aveva preso il labbro inferiore del riccio tra le sue assaporandolo lentamente e mordendolo poi, scaturendo un lieve gemito da parte di Ermal.
«Ed ora, te le ricordi?» aveva pronunciato Ermal sulle sue labbra.
«Mh, non ancora.» aveva messo le sue braccia dietro la schiena dell'altro e l'aveva spinto fino a quando Ermal non fu a pieno contatto con il muro. Il bacino di Fabrizio continuava a spingere contro quello del riccio, provocandogli una forte erezione e un brivido lungo tutto il corpo. La sua lingua si era fatta spazio nella bocca di Ermal, assaporandolo con passione fino a farsi mancare il fiato. Fabrizio si muoveva in modo esperto ed abile tant'è che Ermal ne era completamente rapito ed infatuato. Avrebbe voluto avere anche solo la metà della sicurezza e della passione che aveva il suo amico. Erano rimasti lì per un tempo interminabile, le loro labbra a scoprirsi a fondo e ad assaporare il gusto dell'altro. Fabrizio si era staccato dalle labbra di Ermal definitivamente lasciandogli uno sguardo sicuro di sè, consapevole del fatto di essere attraente anche solo respirando. Aveva lasciato Ermal appoggiato al muro, ancora attonito e con un'espressione da ebete stampata sul volto. Si era passato una mano sulla faccia e poi sui ricci mentre Fabrizio si era diretto alla finestra per fumare la sua sigaretta mattutina. Ermal l'aveva guardato camminare, averlo in quella stanza in mutande lo metteva a disagio e la sua testa non riusciva a pensare ad altro che non fosse il suo fondoschiena muoversi grazie ai passi lenti. Fabrizio, ignaro di tutto, si era seduto sulla sedia vicino alla finestra aprendola leggermente e accendendo la sua sigaretta portandola alla bocca.
Ermal aveva avuto la forza di spostarsi e sdraiarsi sul letto, il suo sguardo era rimasto fisso sul suo amico che aspirava il fumo per poi buttarlo fuori con naturalezza.
«Poi mi lasci un tiro?» gli aveva domandato.
«Si, tieni.» Fabrizio aveva allungato il braccio con la sigaretta tra le dita ed Ermal si era alzato per afferrarla.
«Siediti.» aveva poi ordinato battendo una mano sulla sua gamba e il riccio, dopo averlo guardato sorpreso, si era seduto sulle sue gambe.
Una mano di Fabrizio accarezzava la schiena, coperta dalla maglietta, di Ermal mentre l'altra era posata salda sulla sua coscia. Le labbra di Fab stuzzicavano piano il collo del riccio, lasciandogli baci umidi fino alle spalle. Ermal aveva spento la sigaretta posando una mano sulla guancia del moro accarezzando la lieve barba che gli contornava la mandibola.
«Perché lo stiamo facendo? Cioè io non sono mai stato con qualcuno del mio stesso sesso, io non vorrei che tu fraintendessi.» il pollice accarezzava la sua guancia e il suo sguardo era fisso negli occhi del moro. Questo era il difetto più grande di Ermal. Non riusciva a godersi niente fino in fondo senza farsi mille complessi mentali. Trovava sempre il pelo nell'uovo, c'era sempre qualche problema che lo tormentava.
«Ti stai facendo troppi complessi Ermal, forse non hai ancora capito come la penso.» aveva leggermente sbuffato buttando la testa all'indietro. Il riccio si era alzato e aveva camminato avanti e indietro per la camera.
«Spiegamelo allora, dimmi quello che pensi Fabrì. Non parli mai, non lo so che cazzo pensi ed io non so come comportarmi e non so nemmeno cosa dire.» aveva alzato le braccia per farle scendere lungo i fianchi in modo teatrale.
«Senti Ermal, ti ho già detto di calmarti. Che cosa cazzo te la prendi con me?» si era leggermente spostato sulla sedia, il busto leggermente inclinato in avanti e i piedi appoggiati saldamente a terra «Non mi sono mai precluso niente nella vita, io voglio stare in pace con me stesso, voglio essere libero, voglio fare quello che mi pare! Non me ne frega niente se una cosa può essere giusta o sbagliata e non me ne frega niente delle conseguenze, lo capisci Ermal?» si era alzato in piedi e si era avvicinato a lui «Se tu hai tutti questi problemi allora non avvicinarti a me, non mi stuzzicare e non mi baciare.» non era incazzato con lui, voleva solo farlo ragionare.
«Non ci riesco.» aveva sussurrato lui sedendosi all'angolo del letto.
«Allora fai quello che ti senti, lasciati andare e fottitene del resto non pensare a cosa che non esistono. Io non sono innamorato di te Ermal, ho due bambini e una compagna, ma se ho così tanta voglia di baciarti lo farò senza troppi problemi perché non voglio escludere niente dalla mia vita.» si era inchinato appoggiando le mani sulle sue gambe «Quello che hai fatto tra ieri e oggi non te l'ha imposto nessuno, l'hai fatto tu. Io sono stato lì e ti ho lasciato fare, ma se adesso ho voglia di baciarti lo faccio senza problemi.» aveva concluso ed Ermal non aveva battuto ciglio. L'aveva semplicemente osservato tutto il tempo mentre le sue parole gli entravano dentro e si bloccavano sul petto. Era un'anima talmente pulita che era incredulo al fatto che potesse davvero esistere una persona come lui.
«E adesso hai voglia?» gli aveva domandato ancora intimidito, si sentiva talmente infantile davanti ai suoi occhi.
«Tu, Ermal sei tu quello che deve farlo se ne ha voglia.» aveva sussurrato prima di trovarsi le labbra del riccio sulle sue. Si era leggermente alzato tenendo il contatto con le sue labbra e l'aveva spinto leggermente sul letto, facendolo distendere sotto di lui. Aveva approfondito il bacio mentre il suo corpo si muoveva sopra quello di Ermal che istintivamente aveva portato una mano sul sedere di Fabrizio. Era da ore che voleva farlo e finalmente aveva avuto il coraggio di lasciarsi andare. Aveva stretto leggermente la sua  natica sinistra mentre l'altra mano faceva su e giù sulla schiena nuda.
Fabrizio si era staccato dopo poco, alzandosi.
«Andiamo a pranzo che c'ho na fame.» aveva detto stiracchiandosi. Ermal si era messo seduto e Fab si era inchinato nuovamente per lasciargli un bacio a stampo seguito da una carezza sulla guancia.
Il riccio aveva sorriso e in silenzio era andato in camera sua per cambiarsi, era tornato poco dopo completamente vestito di nero e con gli occhiali da sole.
«Ammazza oh, che manzo.» aveva riso Fabrizio dandogli una leggera pacca sul sedere, Ermal l'aveva fulminato con lo sguardo.
«Che voi? Tu me puoi palpare quanto vuoi e io no?» l'aveva seguito fuori dalla camera per dirigersi in ascensore.
«Dove mangiamo?» aveva chiesto cambiando completamente argomento.
«Conosco una trattoria carina nelle vicinanze, non ci va tanta gente perché è in una via dispersa.» era entrato in ascensore seguito da Ermal che gli aveva nuovamente messo una mano sul fondoschiena.
«Ermal.» l'aveva richiamato mentre lui rideva sotto i baffi «Non giocare con il fuoco, potresti bruciarti.» aveva sorriso beffardo.
Ermal divertito l'aveva baciato a stampo portando la sua mano sulla schiena bassa entrando nel jeans per palpare nuovamente il suo sedere.
Fabrizio aveva tolto la mano di Ermal dai suoi jeans e si era avvicinato al suo orecchio «Se continui a provocarmi potresti ritrovarti a novanta dentro un ascensore e non voglio che le tue urla le sentano pure quelli dell'albergo affianco.» gli aveva morso leggermente il collo staccandosi da lui subito dopo per uscire dall'ascensore lasciando Ermal sorridente e pieno di desiderio.
«Ti piacerebbe Fabrì.» aveva alzato la voce seguendolo.
«Piacerebbe più a te, fidate.» aveva riso leggermente mettendo le mani in tasca per poi girarsi verso Ermal, solo per il gusto di provocarlo, passandosi la lingua a leccarsi i denti e le labbra.

» aveva riso leggermente mettendo le mani in tasca per poi girarsi verso Ermal, solo per il gusto di provocarlo, passandosi la lingua a leccarsi i denti e le labbra

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Ps

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Ps. Non volevo causare svenimenti.

Ed ecco un nuovo capitolo! Spero che la storia vi stia piacendo anche se l'ultimo capitolo non ha avuto tanti commenti quindi non so che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo!😘

In fondo siamo umani. ||MetaMoro.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora