26.

1.4K 91 7
                                    

Lo stadio Olimpico di Roma era sempre stato il sogno più grande di quel ragazzo che era cresciuto a pane e musica. Aveva immaginato quel momento ogni giorno della sua vita ed ora che lo stava vivendo stentava a crederci.
Si guardava intorno, ammirando quei posti che da lì a poco sarebbero stati pieni della sua gente.
Era talmente agitato che non era riuscito a mangiare nemmeno un piatto di pasta quel giorno.
I suoi amici, la sua famiglia, la sua band erano tutti lì per lui, per la sua festa.
Si sentiva emozionato come un bambino al primo natale.
Non vedeva l'ora di cantare ed esprimere tutte le emozioni che si portava addosso da troppi anni.

Era tanto per lui quello stadio, era tutto.

I sorrisi felici dei suoi bambini mentre correvano sul prato con una palla, gli davano un senso di pace immensa, soprattutto se quel prato era quello dell'Olimpico.

Poi, l'aveva visto arrivare ed il suo cuore aveva iniziato a battere più veloce, era bello anche leggermente abbronzato.
«Hey.» disse quando finalmente gli strinse le braccia al collo, rimanendo ad abbracciarlo in silenzio.
«Come ti senti?» chiese lui, baciandolo sulla guancia, evitando di andare troppo oltre.
«Non puoi capì quanto sto in ansia ricciolè.» rise leggermente.
«So io come farti rilassare.» sussurrò al suo orecchio, facendo in modo che nessuno lo sentisse per poi staccarsi a malavoglia dal suo corpo, ritrovando tanti occhi che li scrutavano.
«Cla.» Fabrizio richiamò l'attenzione del suo musicista «Io ed Ermal andiamo a provà na cosa per stasera, se vedemo dopo.» disse allontanandosi seguito da un ricciolino sorridente.
Si chiuse la porta alle spalle, girando la chiave nella serratura un paio di volte per assicurarsi che nessuno l'avrebbe disturbato.
Sorrise sinceramente guardando Ermal lì con lui che non perse un secondo per fiondarsi a capofitto tra le sue braccia.
Gli allacciò velocemente le braccia al collo baciando avidamente le sue labbra, infiltrandosi subito con la lingua.
«Mi sei mancato Bizio.» sussurrò tra un bacio e l'altro prendendo il suo viso tra le mani per baciarlo meglio.
La lingua di Fabrizio lo conduceva in una danza fatta tutta a modo suo mentre lui lo seguiva con piacere, gemendo di volta in volta sulle sue labbra.
Si staccarono a corto di fiato, Ermal gli sorrise portando una mano ad accarezzargli la nuca.
«Sono davvero felice per te.» disse baciandolo a stampo, avvertendo già il bisogno di sentirlo a contatto con lui.
«Te lo meriti Fabrì, ti meriti tutto questo e molto di più.» sorrise poi prendendogli la mano ed intrecciandola con la sua.
Si spostarono sul divanetto nero del camerino, Fabrizio si sdraiò sopra ed Ermal si mise sopra di lui, tra le sue gambe.
«Non ci credo Ermal che questo posto oggi sia tutto per me, è tutto così surreale.» sussurrò, come a non voler spezzare quella magia che si era creata.
«È tuo amore, tutto tuo.» sorrise prima di riprendere le sue labbra in un bacio famelico. Si staccò poco dopo posando la testa sul suo petto, sentendo il cuore del moro battere all'impazzata sotto al suo orecchio.
«Fabri calmati.» sussurrò «Ti prometto che andrà tutto bene.» disse prima di scendere con il corpo tra le sue gambe baciando il suo addome da sopra i vestiti, accarezzando leggermente le sue cosce.
Risalì sulle sue labbra, spingendosi con il bacino verso quello di Fabrizio facendo scontrare le loro erezioni e gemendo un po'.
«Ermal.» disse piano, la voce già troppo rauca.
«Sssh.» biascicò portando una mano ad accarezzare il suo viso, mentre con l'altra sbottonava la cintura. Fabrizio si portò indietro con la schiena, non sedendosi del tutto lasciando lo spazio ad Ermal tra le sue gambe.
Quest'ultimo strattonò i suoi jeans, accompagnati dai boxer prima di prendere il suo membro con le mani facendo sussultare il moro sotto al suo tocco.
«Ermal.» sussurrò nuovamente ormai pieno di eccitazione.
La mano del riccio iniziò a muoversi abile per tutta la sua lunghezza, godendo dei gemiti che la bocca di Fabrizio continuava ad emettere. Prima di prenderlo tra le labbra gli lasciò un ultimo sguardo.
Aveva le labbra socchiuse, gli occhi lucidi e il suo corpo era contratto solo per lui.
Si lasciò scappare un gemito più forte quando le labbra di Ermal lo avvolsero completamente, lasciando abili leccate per poi iniziare a pompare lentamente.
Le sue mani si erano spostate d'istinto nei suoi ricci mentre lo spingeva sempre più giù. Guardava dall'alto il suo pene entrare ed uscire dalla bocca del riccio ed un orgasmo lo prese alla sprovvista, riversandosi nelle pareti calde della sua bocca emettendo suoni gutturali.
«Stai un po' meglio?» chiese Ermal facendo sollevare il bacino al più grande per rialzare i boxer e i jeans.
«Decisamente.» sussurrò ancora scosso, buttando la testa all'indietro cercando di calmare il battito e l'affanno.
Il riccio, ancora tra le sue gambe, si appoggiò con i palmi al suo petto baciandolo dolcemente per poi alzarsi.
«Ermal.» lo chiamò per farlo voltare «Grazie.» sorrise «Per tutto.» aggiunse sistemandosi nel divano, ancora troppo scombussolato per potersi alzare.

«Mamma perché papà piange?» chiese Anita seduta sulle gambe di Ermal.
«Papà è felice.» gli rispose il riccio al posto della donna, stringendo le braccia attorno alla vita della bambina e lasciandogli un bacio sui capelli «Quando si è tanto felici a volte si piange.» continuò, con gli occhi lucidi.
La piccola si voltò verso Ermal, guardandolo dritto negli occhi.
«Piangi anche tu perché sei felice?» chiese nuovamente, passando il ditino a raccogliere l'unica lacrima fuggita dal suo occhio.
«Si, sono felice per il tuo papà.» rispose lui, baciando la sua fronte.

«Sei stato bravissimo papà!» urlò la piccola quando suo padre fece ingresso nel backstage, ancora tutto sudato e sopraffatto dall'emozione.
«Grazie amore.» sorrise sinceramente, stringendo il corpo della bambina tra le sue braccia. Poco dopo a loro, si aggiunsero anche Libero e Giada, mentre Ermal cercava di non dare troppo peso a quella scena.
Spostò lo sguardo sulla figura di Fiorella, davanti a lui che continuava a chiacchierare tranquillamente.
La vocina di Anita lo fece però voltare nuovamente nella loro direzione.
«Papà lo sai che lo zio Ermal piangeva?» sorrise contenta mentre raccontava al papà ciò che era accaduto pochi minuti prima.
«E perché?» domandò lui, rivolgendo uno sguardo fugace al riccio, che li osservava da non troppo lontano.
«Perché era felice papà.» aveva risposto in tono ovvio la bambina e Fabrizio sorrise.
«Si merita un abbraccio lo zio allora, vero?» disse avvicinandosi con la piccola ancora in braccio che aveva annuito convinta.
Il braccio libero del moro avvolse il collo del riccio che abbracciò padre e figlia in un solo gesto, posando la testa sulla spalla del più grande.
Dopo aver messo giù la bambina, Fabrizio lo strinse nuovamente tra le braccia «Ho una sorpresa per te in camerino.» gli sussurrò all'orecchio prima di staccarsi da lui e abbracciare Fiorella seguita da Niccolò.

Il riccio sorrise prima di allontanarsi e dirigersi verso il bagno, poi si precipitò in camerino dove Fabrizio aveva appena fatto il suo ingresso.
«Quale sarebbe questa sorpresa?» domandò chiudendosi la porta alle spalle sorridendo sinceramente alla vista di Fabrizio con le mani sul viso, ancora incredulo dello spettacolo appena terminato.
Aprii il cassetto della scrivania estraendo una bustina nera, porgendola subito dopo nelle mani del riccio.

Ecco un nuovo capitolo, siamo quasi alla fine ma succederà tutto in questi ultimi capitoli! Spero vi piaccia, un bacio😘

In fondo siamo umani. ||MetaMoro.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora