Capitolo 2

3.7K 152 27
                                    

Ma tu chi sei
che avanzando nel buio della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?
(William Shakespeare)
****

La mattina seguente la sveglia suona puntualmente alle sette e mezza e con una fatica che definire immane sarebbe un eufemismo la metto a tacere. Stropiccio bruscamente i miei occhi assonnati e non appena le palpebre si sollevano noto che il letto è vuoto. Jessica deve essere sgattaiolata via dalla mia stanza questa mattina sul presto senza far il minimo rumore considerando che non l'ho minimamente sentita.
Mi sollevo dal letto trascinando la mia figura inerme in bagno per sciacquare il viso e lavare i denti. Non appena incontro il mio viso riflesso allo specchio mi accorgo delle occhiaie che solcano i miei occhi spenti e apatici.

Fantastico.
Questa è l'ennesima conferma del potere inverosimile che Derek esercita su di me. Oltre a privarmi della mia già compromessa sanità mentale, è in grado di farmi assumere le sembianze di uno zombie. A causa dell'agitazione agonizzante che ha dominato la mia mente per tutta la notte, a causa del burrascoso temporale e della presenza di Jessica nel mio letto, il sonno è stato strettamente limitato a due, o se vogliamo davvero esagerare tre ore. Forse l'ultima causa è superflua, in fin dei conti il corpo minuto di Jessica non occupava nemmeno la metà del letto e la sua presenza non mi ha dato particolare fastidio. So bene che il principale fattore che mi ha impedito di prendere sonno è stato l'assenza di Derek e la mia incapacità di comprenderne il motivo. Non dopo quello che è successo tra di noi, non dopo avermi detto di amarmi.
Mi ha mentito? No. Non può essere. Ho percepito la sincerità solcare il suo sguardo quando ha pronunciato quella parola, eppure questa sua estinzione contraddice assolutamente quello che abbiamo trascorso l'altra sera. Ho paura che si sia pentito per la situazione particolarmente delicata che sta vivendo e per il ruolo fondamentale che Clark gioca in questo tempestoso ciclone.

Dopo essermi preparata, limitandomi allo stresso necessario: ovvero vestirmi, ricontrollo un po' titubante il telefono, ma l'unico messaggio che mi ritrovo è quello di Paul che mi informa di incontrarci in caffetteria prima di iniziare la lezione. Infilo rapidamente il cappotto ed esco fuori dal mio appartamento per dirigermi all'Università.

Mi catapulto all'interno della mia auto, posizionandomi agiatamente sul sedile. Sistemo lo specchietto retrovisore e accarezzo il volante gelido prima di inserire la retromarcia per inserirmi nella careggiata. Pigio l'interruttore della radio affinché possa distrarmi canticchiando le canzoni che passano in stazione ma, non ottengo l'effetto sperato, anzi tutt'altro. La musica non fa che emanare troppa luce suoi miei pensieri già deliranti e ogni fottuto testo mi ricorda lui. La tensione che sento nel corpo quasi mi impone di essere scaricata pigiando fortemente sull'acceleratore e i finestrini leggermente abbassati consentono di far filtrare il vento rigido scompigliandomi tenuemente la mia chioma già di per sé abbastanza ribelle questa mattina. La mia corsa sfrenata, ovviamente sempre nei limiti della velocità e del mio atteggiamento da perfetta fifona, viene arrestata dall'incontro con un semaforo rosso. Attendo che scatti il verde picchiettando il dito sul volante e, approfitto di questo momento di pausa per sfilare il telefono dal mio cappotto. Ovviamente non c'è nessun messaggio di Mr. Scomparso, ma decido comunque di richiamargli.
Mi deve delle spiegazioni, non può pensare di svignarsela come un fuggitivo da un momento all'altro. Incastro il telefono tra la spalla e l'orecchio e attendo di sentire la sua voce penetrare nei miei timpani. Il telefono continua a squillare senza ricevere risposte e sobbalzo come una demente quando il rumore acuto di un clacson riecheggia alle mie spalle. Osservo allo specchietto retrovisore e incontro il volto del conducente della macchina dietro la mia con un'espressione decisamente adirata.
<<Merda.>> impreco accorgendomi solo ora che il semaforo è diventato verde e dando gas, riprendendo il mio tragitto ad alta velocità.

Audere 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora