EPILOGO

1.6K 73 21
                                    

Diario di bordo:
Di certo, qualcosa di noi
Resterà per sempre
****

DEREK's Pov

Due anni dopo

Un delicato odore di zenzero soggioga all'interno di queste quattro pareti limpide, decorate da una miriade di foto sparpagliate casualmente. I raggi timidi del sole filtrano dall'ampia vetrata illuminando la graziosa cucina di legno mentre prendo posto sulla poltrona di pelle color cammello che giace al centro del salone. Tutto sembra così tranquillo in questa titubante giornata estiva, se non fosse per il fastidioso cicalio di Luca che non ha intenzione di cessare.

Lo osservo con cipiglio mentre con la sua vocina decisamente irritante continua a blaterale. È stravaccato sul possente divano, le sue spalle rigide si sporgono in avanti nel tentativo di avvicinarsi di più alla carrozzina mentre le sue espressioni facciali si delineano in una varietà di smorfie allietati. È esilarante fissare Luca in questo patetico ruolo da animatore di bambini. Se non fosse per il consueto rosso fuoco che regna all'interno dei suoi occhi a causa della inestimabile quantità di erba che fuma, e per il suo atteggiamento da emblematico coglione potrei quasi convincermi che sia perfetto per fare il baby sitter.
<<Guarda adesso cosa ti faccio vedere>> afferma lui con un'acuta vocina civettuola che stona terribilmente col suo volto barbato. Sfila dalla tasca dei larghi jeans un accendino mentre con fare elettrizzato, compie rapidi movimenti facendo comparire e scomparire incessantemente la fiamma. Il cipiglio sulla mia fronte diventa sempre più evidente, mentre James si porta esasperatamente la mano sulla fronte e non esita a lanciargli una delle sue solite battute pungenti.
<<Sei consapevole che nemmeno un essere così innocente riesce a sopportarti?>> borbotta lui seccato mentre inizia a fare zipping col telecomando, già annoiato dal comportamento bizzarro di Luca.

Mentre li osservo nei loro persistenti bisticci mi rendo conto che non è poi cambiato così molto. Luca continua a mettere in scena la sua ineguagliabile condotta da demente e James continua ad essere repellente al suo atteggiamento. Certo, i nostri menti sono caratterizzati da una barba più folta e le nostre dita sono sempre più ingiallite a causa delle sigarette, ma siamo comunque noi. Noi tre insieme, come i vecchi tempi.

<<Stai zitto!>> lo rimprovera Luca osservandolo con astio, ma non per molto, perché i suoi occhi sfavillanti ritornano ad essere puntati verso la neonata che giace beatamente nella carrozzina.
<<Io e te ci stiamo divertendo vero?>> gli chiede Luca con eccessiva enfasi come se si aspettasse davvero una risposta. In realtà penso che si stia divertendo più lui perché la bambina spalanca gli occhi esterrefatta, osservando incredula le smorfie buffe, per non dire spaventose, che prendono vita sul volto di Luca. Piega la testolina di lato, e spero proprio che gli faccia un bel ruttino acido in faccia, ma invece con mio grande stupore gli regala un meraviglioso sorriso sdentato.

Sorride sempre lei, un po' come la madre.

Non potrò mai dimenticare il giorno in cui abbiamo scoperto che una minuscola creatura avrebbe fatto capolino nella nostra vita. Non posso dimenticare le mani tremolanti di Giulia mentre attendeva impaziente la comparsa di quelle lineette, il fottuto panico che prendeva vita dentro di me allo scorrere dei secondi, l'ansia di non poter affrontare una situazione così importante. E non posso dimenticare le sue lacrime incessanti quando finalmente quel test di gravidanza ha confermato la sua paura, causata dall'assenza del suo ciclo mestruale. In quel momento mi ritrovai spiazzato, mai nessuno era riuscito a sganciarmi un pugno nel petto così violento da farmi smorzare l'aria nei polmoni. Impacciatamente tentai di rassicurare Giulia sebbene la disperazione che solcava il suo sguardo non voleva abbandonarla. Era terrorizzata all'idea di dover abbandonare i suoi meticolosi progetti. Tentava ogni giorno della sua vita di seguire in maniera compulsiva ciò che si era prefissata: laurearsi, trovare un lavoro dignitoso, sposarsi e poi formare una famiglia. Invece, questo incantevole angelo che non vuole smettere di sorridere, aveva mandato i suoi piani al tappeto. Ricordo che iniziai a stringerla fortemente tra le mie braccia al fine di placare il suo terrore, il panico in cui stava annegando, le sussurrai che sarebbe andato tutto bene, che io sarei stato sempre con lei, che non l'avrei mai abbandonata, ma non ci riuscii. Quella volta, per la prima volta fallì e ogni successivo tentativo di rincuorarla finiva miserabilmente male. Cercavo di mostrarmi forte per lei, cercavo di non far emergere dai miei occhi lo sgomento che mi affliggeva, che mi rendeva totalmente incapace di pensare.
Come avrei potuto affrontare tutto questo? Non ero nemmeno capace di fare il fidanzato, figuriamoci il padre.

Audere 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora