Capitolo 10 - Paura

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Leggete questo capitolo con la Ciaccona di Bach in sottofondo. 

"Tanto non potrebbe nemmeno lontanamente capire."
Le ultime parole che Potter aveva pronunciato prima di uscire dalle sue stanze erano state così piene di delusione, la sua voce era calata di tono, aveva abbassato lo sguardo e per Snape era stata una fitta al cuore. Quelle parole continuavano a martellare il cervello del professore, che fu ancora una volta in bilico tra i pensieri.
Rimase in piedi esattamente dove era, a fissare la porta che il Grifondoro aveva sbattuto uscendo, ripensando a quale significato potesse dare a quella frase.
Cosa non poteva capire? Un amore fallito da ragazzini? Ne sapeva eccome di delusioni, di amicizie e di amori persi. Eppure era qualcosa di diverso.
Potter sembrava quasi irritato all'idea che non potesse parlare con lui dei suoi problemi.
Quasi quanto era irritato in quel momento Snape, che non riusciva a venire a capo di tutta la faccenda.
Si sedette sulla poltrona e prese il libro che stava leggendo poco prima, ma si rese presto conto che la sua testa vagava da tutt'altra parte in quel momento.
C'era stato qualcosa nel Grifondoro quella sera, che lo lasciava a mezz'aria, sospeso nel vuoto, come se mancasse un tassello a tutto quello che era successo.
Aveva spento la bacchetta nel corridoio, e per quanto all'inizio la situazione era stata piuttosto strana, si era reso conto, tornando alla luce, che il ragazzo voleva solo nascondergli il volto coperto di lacrime.
In fondo lui avrebbe fatto la stessa cosa.

Harry correva verso la torre di Grifondoro il più velocemente possibile, cercando di ignorare gli sguardi dei suoi compagni, con la testa che gli pulsava al solo pensiero di aver ancora una volta discusso con Snape.
Per Merlino, quanto riusciva ad irritarlo quell'uomo! Non poteva soltanto, almeno una volta, trattarlo come uno dei suoi alunni Serpeverde? Forse se avesse permesso al Cappello di smistarlo in quella casa avrebbe almeno avuto il professore dalla sua parte. O forse no, dato che il disappunto che aveva Snape nei suoi confronti era dovuto ai suoi genitori più che alla casa di appartenenza. Probabilmente lo avrebbe detestato comunque.
Raggiunse il quadro con la Signora Grassa e pronunciò la parola d'ordine per entrare. Avrebbe solo voluto correre in dormitorio, non guardare nessuno e accoccolarsi sotto le coperte per molto, moltissimo tempo. Ma sapeva benissimo che i due amici lo stavano aspettando nella sala comune. Prese un respiro e si asciugò meglio gli occhi.

- Harry! - gli andò incontro il rosso - Non è stato così crudele Snape, temevamo ti facesse passare la notte in bianco.
Harry sorrise, incapace di rispondere. Quella notte l'avrebbe passata ugualmente in bianco.
- Allora? - chiese Hermione - Cosa ti ha fatto lucidare questa volta?
- Oh no, nulla. Solo un tema sulla maledizione Cruciatus.
- Probabilmente sa che detesti più fare i compiti che i lavori da domestici. - rispose la ragazza con un sorriso.
- Già. Ragazzi, sono un po' stanco. Vado in dormitorio. - cercò di tagliare corto, sperando di terminare il prima possibile la conversazione e avere una notte di tempo per ricostruire la serata con i dettagli che avrebbe detto loro il giorno dopo, omettendo le parti scomode.
- Aspetta Harry, abbiamo tirato fuori un po' di teorie sulla storia della musica. - rispose in fretta la Grifondoro.
- Non possiamo parlarne domani? - provò a ribattere, simulando uno sbadiglio mentre si stropicciava gli occhi.
Hermione guardò Ron, scettica. - Ma ci abbiamo lavorato tutta la sera, abbiamo un po' di persone sulla lista, non vuoi sapere nulla? - chiese il rosso.
- E' che...non so ragazzi, non mi sembra così divertente questa caccia al pianista. Possiamo passare oltre e non pensarci più.
- Ma Harry - riprese la ragazza - ne abbiamo già parlato stamattina ed eri d'accordo. Non puoi permettere che qualcuno entri e scombussoli i tuoi sentimenti a piacimento!
- Ma magari questo qualcuno non sa di farlo... Forse non ne è consapevole. - rispose. E ripensando a Snape un piccolo macigno gli si formò sul petto.
- Cosa vuoi dire? Hai scoperto qualcosa? Harry, per la miseria, diccelo! - sbottò accigliata.
- No nulla! Stavo soltanto...ipotizzando. - si affrettò a ribattere.
Hermione lo guardò sospettosa per qualche secondo.
- D'accordo. Allora ne parliamo domani a mente lucida. Buonanotte ragazzi. - si congedò dalla sala comune, raccogliendo i fogli sparsi e dando un bacio sulla guancia a Ron.
Più ci pensava e più lo scetticismo di Hermione nei confronti delle parole di Harry aumentava. Harry era solito cambiare idea in fretta, ma doveva essere successo di sicuro qualcosa quella sera.
- Dai, andiamo. - disse Ron, sbadigliando.

Note dal firmamento - SnarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora