Snape si trovò davanti il Grifondoro in lacrime.
In fondo era colpa sua, gli aveva dato la possibilità di entrare quando era uscito in corridoio, ma non pensava che ne avrebbe avuto il coraggio.
E invece Potter era entrato ed era rimasto in silenzio, e chissà per quanto ancora lo sarebbe stato, se non fosse stato tradito da un singhiozzo. Perché era tornato in lacrime nelle sue stanze? Perché aveva battuto i pugni sulla porta per vederlo?
Voleva risposte più di ogni altra cosa in quel momento, e aveva davanti a sé il suo pozzo dei desideri, ma non si sarebbe mai umiliato tanto da chiedere.
Lo guardava e non vedeva un diciottenne, ma un bambino, quel bambino di un undici anni che aveva appena scoperto come morirono i suoi genitori.
In cuor suo, Severus sapeva che non aveva mai disprezzato quel ragazzino ancora ignaro di tutto, elogiato per ciò che non sapeva di aver fatto. Semplicemente lui non aveva mai guardato quegli occhi vedendo il grande Harry Potter, lui in quello sguardo vedeva solo la sua piccola Lily, e tutto ciò che non era riuscito a fare per salvarla.
Ed era ancora per colpa di Lily se Harry era nelle sue stanze tremante a notte fonda.
Lo guardava e i sentimenti si accavallano uno sull'altro, senza lasciare spazio alla mente di studiarne uno solo. No, quella sera la musica non era servita a nulla.- Piaciuto il concerto, Potter? - disse a un tratto, cercando di ostentare il suo tono sarcastico e sprezzante. Ma non ci riuscì e quello che entrambi sentirono fu solo un filo di voce rotta.
Harry aprì gli occhi, attraverso le lacrime riuscì appena a scorgere il volto del suo insegnante.
Cosa poteva mai rispondere? Per la seconda volta in una serata avrebbe tanto voluto rimpicciolirsi o smaterializzarsi.
La testa gli girava vorticosamente.
La musica, la tachicardia, l'idea di essere nelle stanze proibite del Serpeverde, il terrore di essere scoperto, l'imbarazzo fino alla punta dei capelli, l'idea di stare per discutere di nuovo con Snape nel giro di poche ore, la paura di dover dare spiegazioni, la ricerca delle risposte, il pensiero di quel corpo seminudo davanti a lui, la voglia di fuggire e il desiderio di scomparire tra quelle uniche braccia per il resto della notte, per il resto della vita.
Harry cercò di mettere a fuoco il volto del professore, ma più si sforzava più i suoi occhi lo tradivano, le sue gambe tremavano e la stanza divenne una giostra.
Richiuse gli occhi e si abbandonò al suo destino, ignaro di cosa sarebbe accaduto e stufo di doverci pensare ancora.Buio.
Mani.
Freddo.
Snape aveva visto le pupille del ragazzo dilatarsi, gli occhi chiudersi, le ginocchia vacillare. Al che aveva afferrato la bacchetta da sopra il pianoforte e aveva evitato che la testa del Grifondoro colpisse lo spigolo della sedia su cui stava cadendo.
Un panno bagnato gli gelava la fronte e un disgustoso odore acido gli faceva prudere le narici, quando Harry decise di aprire gli occhi.
Era sdraiato. Si ricordava di essere in piedi davanti al pianoforte e di essersi lasciato cadere nel buio. Eppure non avvertiva nessun dolore e non era a terra sul gelido marmo, bensì su un materasso.
Puntò un gomito e provò ad alzarsi, ma una mano aperta lo fermò in fretta sul petto per farlo riabbassare.
Un'altra mano gli portava alla bocca una boccetta con un liquido dal colore blu e dall'odore molto poco invitante. Il ragazzo lo bevve, con un ghigno di disgusto.
Nel giro di pochi minuti la mente tornò lucida e la testa smise di girare.
Era davvero Snape che si stava prendendo cura di lui? La sola possibilità che fosse proprio così, lo faceva balzare di gioia.
Si era lasciato cadere nella speranza di non farsi troppo male, ma abbastanza da essere portato immediatamente in infermeria e poter uscire da quelle stanze.
Ma conosceva abbastanza bene Madama Chips da sapere che avrebbe borbottato qualcosa nel somministrargli quella pozione e gli avrebbe sicuramente urlato di stare fermo, mentre dove si trovava regnava il silenzio più assoluto. E poi quello non era certo in soffitto dell'infermeria.
Snape lo aveva posato su un materasso e si era preoccupato egli stesso delle sue condizioni.
Sicuramente lo aveva fatto per non dover spiegare cosa ci facesse un Grifondoro nelle sue stanze a quell'ora della notte, ma a Harry bastava il solo pensiero per farlo stare meglio.
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Note dal firmamento - Snarry
FanfictionI ragazzi ripetono il settimo anno ad Hogwarts per prendere i M.A.G.O. La guerra è finita, siamo in un periodo di pace. I caduti della guerra sono gli stessi della Rowling, eccetto per Severus Snape. Scoprirete perchè in questo primo capitolo... Pub...