Capitolo 19 - Lago

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- Lo sa che non è vero. - sussurrò Harry con sguardo volutamente provocatorio, che mosse un leggero brivido nella spina dorsale del suo insegnante. Era sicuro che il suo professore stesse mentendo a se stesso con quella dura affermazione, e poteva immaginare la difficoltà a tornare lucido dopo aver messo a dura prova la sua ragione perdendo il senno poco prima. Anche per lui non era facile riuscire a guardarlo con gli stessi occhi da studente.

Per Snape stava diventando davvero complicato. Era stato impossibile contenere il suo desiderio dopo aver sbirciato nei ricordi del ragazzo ed essersi eccitato in quel modo, non aveva potuto evitare di soddisfare quella richiesta inesorabile del suo corpo.
Era stato un momento di follia, un delizioso, eccitante, terribilmente lussurioso momento di pura pazzia, che gli aveva annebbiato la mente e irretito i sensi, in un modo che nemmeno lui stesso credeva possibile.
Certo che non sarebbe più successo, non poteva permettere che accadesse ancora.
Il suo ruolo di insegnante gli impediva di avere rapporti intimi con un suo alunno, il suo orgoglio Serpeverde gli imponeva di non lasciarsi andare a certi godimenti con un ragazzino, il suo cuore troppo vecchio gli implorava di non farsi trascinare dai sensi, per non rimanerne nuovamente schiacciato.
Ma quei ricordi, quei maledetti ricordi che gli aveva mostrato il giovane Potter di sua spontanea volontà, gli balenavano nella mente come improvvisi flash e lo trascinavano in un tunnel che pareva infinito tra fitte di piacere e strette allo stomaco.
Sapeva che Harry lo aveva portato al San Mungo, ma non aveva idea che fosse rimasto a vegliare su di lui ogni singolo giorno, fino al suo risveglio; era consapevole che aveva sentito la musica, ma quelle reazioni non le immaginava tanto vivide e spassionate; lo aveva visto uscire dall'aula quel giorno, ma non poteva immaginare cosa avesse fatto nel bagno; gli aveva permesso lui stesso di entrare nelle sue stanze private, ma non lo aveva ancora visto masturbarsi con tanto desiderio.
Era a conoscenza di tutti i fatti eppure non sapeva nulla fino a poco prima, fino a che Potter, spontaneamente, aveva deciso di mostrargli ogni cosa che aveva fatto per lui, o causa sua: ogni perversione, ogni suo desiderio, sicuramente sperando in quello che poi, effettivamente, era successo.
Era stato lui a baciarlo, lasciandosi trasportare dalla sua erezione che non faceva così male da tanto tempo che a stento se ne ricordava; era stato lui a volerlo, spingendosi contro il ragazzo per soddisfare il proprio piacere nel modo meno elegante possibile; e ancora lui a portare all'orgasmo Harry, toccandolo con tanto ardore che non aveva riservato nemmeno a se stesso.

Ed era proprio Severus in quel momento, che voleva porre fine a quella follia prima che la situazione peggiorasse.
- Non succederà più - ripetè senza cambiare tono, più a se stesso che al ragazzo, quasi a volersi convincere che fosse la verità, forse anche per persuadersi che se non fosse più accaduto, quell'unica volta sarebbe stata presto dimenticata.

Harry riconobbe immediatamente l'insegnante che aveva odiato per anni in quella reazione: come poteva il vero Snape accettare anche solo l'idea che fosse successo qualcosa di tanto intimo tra di loro? Non avrebbe mai proferito parola a riguardo, soprattutto non avrebbe mai ammesso che l'idea che ci potessero essere altre occasioni stuzzicava tanto lui quanto il ragazzo che aveva di fronte.
Il Grifondoro cacciò indietro le sensazioni di paura che iniziavano a stringergli la bocca dello stomaco, un terrore cieco che gli diceva che se avesse esagerato avrebbe potuto perdere ogni speranza.
Dunque provò a ad andargli più vicino, sempre più vicino... un passo dopo l'altro, guardandolo immobile davanti a sé, finchè non gli fu quasi addosso, abbastanza da poter riscaldare con il suo respiro le labbra dell'altro, restando a una dolorosa distanza infinitesimale che riuscì a farli sentire più lontani di quanto fossero mai stati. Sarebbe bastato un leggero movimento per sfiorare le labbra del suo insegnante di Difesa, che rimaneva immobile, come pietrificato a un soffio da lui: incapace di avvicinarsi, ma anche di fare un passo indietro.
Poteva sentire il respiro dell'altro farsi più affannato, percependo a una a una le pulsazioni che agitavano il cuore nel suo petto come una tempesta in pieno inverno, ovattati solo dalla sottile camicia nera che era ancora troppo sigillata per i suoi gusti.

Note dal firmamento - SnarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora