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Londra, 6 aprile 4105 d.C

Sbadiglio ancora assonnata mentre mi dirigo al luogo di ritrovo. Durante la notte André è rimasto nella mia stanza finché la situazione all'esterno non si è calmata e solo dopo è tornato nei dormitori maschili. Abbiamo deciso che per un po' di tempo è meglio non uscire la sera, dato che per colpa nostra i controlli sono aumentati e ci sono delle ricerche in corso. Ricerche di cui non mi preoccupo minimamente in quanto nessuno è riuscito a riconoscerci. Probabilmente finiranno tra una decina di giorni, quando capiranno che nessun altro individuo ha lasciato i dormitori in piena notte.
Quando raggiungo i miei compagni di squadra non ricevo nessun saluto se non da Nick e il mio nuovo amico.
-Il comandante?- domando non vedendolo.
-È impegnato. Sembra che ci sia stato dello scompiglio stanotte-
André mi rivolge un'occhiata divertita e di rimando gli sorrido ripensando alla nostra breve fuga. Sento due occhi puntati nella mia direzione e capisco subito che si tratta di Guren. Lo ignoro e mi concentro sulle indicazioni riguardo la missione.
Il mio caposquadra si sistema gli occhiali sul naso prima di indicarci sulla mappa un punto preciso e continuare a parlare.
-Ci è stato comunicato che dei civili sono stati presi in ostaggio. Secondo le informazioni si trovano in un magazzino presso il vecchio Planetario-
-Civili? Com'è possibile?- mi preoccupo. È risaputo che molti umani non si trovano ancora nelle zone sicure dei vari eserciti e questo vuol dire che i vampiri si possono cibare più facilmente. Non tutti nascono e crescono all'interno di un'area sicura, anzi, la percentuale maggiore di uomini si trovano proprio all'esterno, a lottare ogni giorno per la propria sopravvivenza. A volte succede che qualcuno venga trovato dai soldati durante le missioni, oppure soccorso come in questo caso, e di conseguenza poi viene salvato ed integrato nella nostra società. I nuovi arrivati solitamente possono scegliere se arruolarsi o vivere in pace nella zona civile. A differenza nostra non sono costretti alla leva militare. La maggior parte comunque sceglie di combattere per ringraziare l'esercito del suo aiuto.
Nick scuote la testa.
-Probabilmente dei dispersi. Dalla nostra zona non si è allontanato nessuno. È stato confermato dai superiori-
-Con chi abbiamo a che fare?- chiede Rin strigendo i denti.
-Pare con dei comuni Aes, ma è sempre meglio tenere gli occhi aperti-
-Il piano?- interviene Guren.
Lo guardo di sottecchi. È concentrato sulla mappa, i suoi occhi verdi guizzano in cerca di idee.
-Raggiungiamo il magazzino con due Jeep attraverso strade diverse, dobbiamo prendere in considerazione la possibilità che si tratti di un gruppo di vampiri e quindi anche più mezzi per scappare. Poi una squadra terrà sotto controllo l'altra a distanza, come sempre, e porterà al sicuro i civili dopo che questi saranno stati liberati, nel mentre gli altri combatteranno i nemici che proveranno a seguirci. Tutto chiaro?-
Annuiamo.
-Le squadre sono: Naomi e Rin, gli altri con me-
-Non esiste che io stia con lei in seconda linea!- sbotta la ragazza immediatamente.
Non reagisco limitandomi ad osservare i miei scarponi. Mi aspettavo una reazione del genere dato che ormai da un po' di tempo si comporta in modo assai brusco nei miei confronti.
-Non ammetto discussioni- la fulmina Nick mentre posa le cartine geografiche.
-Vuoi perdere un altro componente della tua squadra per caso? Perché io non accetto di fare per colpa sua la stessa fine di...-
Succede tutto così in fretta che non riesco a crederci quando André afferra la ragazza per le spalle riuscendo a farle chiudere la bocca con le sue parole.
Rin lo guarda sconvolta, io pure.
-Ricorda sempre che è una tua compagna.-
Fisso il ragazzo dai capelli neri, ancora sorpresa dal suo gesto. Le sue pupille scure sono contratte e non lasciano neanche per un secondo il viso di Rin. È rigido, ribolle di una rabbia che non comprendo.
-Prenderò io il tuo posto per questa volta. Ma ricordati che le rivalità in una squadra non devono esistere. Collaborazione prima di tutto.-
-Andiamo- aggiunge poi afferrando la mia mano e dirigendosi verso i garage.
Mi giro verso i miei compagni, confusa dalla situazione. Vedo Nick scuotere la testa, Rin nervosa per il rimprovero e Guren incrociare il mio sguardo. Nel suo verde intenso non leggo altro che un'enorme tristezza. Mi si stringe il cuore.
Per la mia distrazione inciampo ed André riesce a fermare la mia caduta di faccia giusto in tempo.
-Stai attenta- dice dolcemente.
Sembra tutt'altra persona rispetto a quella di pochi minuti fa.
-Grazie- balbetto allontanandomi leggermente. Sono confusa. Perché lo ha fatto? Perché mi ha difesa?
-André-
-Sì?-
-Non ti sembra di essere stato duro con Rin? Non credo che fosse veramente seria mentre diceva quelle parole. È solo arrabbiata.-
Il ragazzo si avvicina e mi prende con delicatezza il mento con le dita per farmi alzare il viso.
-Non doveva permettersi, non può incolparti così. Devi imparare a difenderti Naomi, non puoi continuare a vivere in questo modo-
-Tu non sai niente di me-
-Non ci vuole molto a capirti.-
Mi allontano di nuovo e sbuffo. Per quanto non mi piaccia ammetterlo è così, come dice lui. Tendo a giustificare le persone per i loro errori, a difenderle, a perdonarle. Vorrei essere più forte, ma non ci riesco. Non è da me.
-Guido io- affermo per cambiare discorso, aprendo la portiera dell'auto.
-Non esiste-
Lo guardo male e incrocio le braccia al petto.
-Perché no?-
Lui alza gli occhi al cielo notando la mia espressione ed alza le mani in segno di resa.
-Sei semplicemente una donna, non fa per voi guidare-
-Oh che visione maschilista. Decido io cosa fa per me, ora salta a bordo se non vuoi rimanere a piedi-
Il ragazzo ridacchia.
-Ai suoi ordini Madmoiselle-
Metto in moto, usciamo dal cancello principale e ci dirigiamo verso il Planetario. Ad un certo punto André accende la radio della macchina scegliendo un canale, probabilmente registrato anni e anni fa, di musica. Con la coda dell'occhio, senza staccare gli occhi dalla strada, lo vedo muoversi a ritmo ed immedesimarsi in un cantante rock.
-You're guilty all the same
Too sick to be ashamed
You want to point your finger
But there's no one else to blame!-
Quando intona il ritornello rimango senza parole, meravigliata ed incantata dalla sua voce.
-La conosci?- chiedo riferendomi alla canzone.
-Conosco tante cose-
Sbuffo.
-Sei sempre così enigmatico-
André scoppia a ridere vedendomi imbronciata.
-Non ascolti la musica?-
-L'unica musica che abbia mai sentito è quella dell'allarme quando suona-
-Che tristezza- borbotta guardando fuori dal finestrino pensieroso.
-Non è colpa mia-
-Vuol dire che rimedieremo-
Non faccio in tempo ad aggiungere niente al nostro discorso che qualcosa, o meglio qualcuno, salta sul cofano della Jeep, facendomi perdere il controllo dell'auto.
Giriamo per due o tre volte prima che riprenda possesso del volante ed istintivamente freno bruscamente, sbattendo poi la testa con violenza.
La vista si appanna, la testa mi gira e le orecchie fischiano. Non capisco cosa sia successo, cosa stia succedendo.
Sento la portiera venire aperta con forza, ma senza la minima difficoltà, delle risate, delle imprecazioni. È tutto così confuso che non riesco a far ordine nel mio cervello. Poi l'immagine di André si fa largo nella mia mente. Lo chiamo e con una lentezza assurda riesco a girarmi nella sua direzione. Allungo una mano verso di lui. La sua testa è sul cruscotto, i capelli gli coprono il viso. Non riesco nemmeno a toccarlo che qualcuno mi afferra per la maglia e mi lancia letteralmente fuori dalla vettura. Sbatto la schiena contro il cemento freddo della strada e rotolo, rotolo, rotolo finché qualcun altro non mi blocca.
La mia vista ritorna proprio in quel momento e riesco finalmente a rendermi conto della situazione. Un vampiro biondo si trova sopra di me, si lecca i canini affamato. Altri tre ridono a crepapelle alla battuta di un altro Aes.
-Il ragazzo è mio- gracchia una vampira dai lunghi capelli castani. Sembra una bambina. Minuta, dalla faccia dolcissima, eppure estremamente pericolosa. Apre l'altra portiera con una forza tale da romperla e prende André per i capelli sollevandolo senza alcuna difficoltà.
Non ci penso due volte, prendo il Walkie-Talkie e contatto gli altri.
-Codice 278, imboscata. Euston Road. Abbiamo bisogno di rinforzi-
Non aspetto la risposta ed evoco immediatamente il mio Barrett. Con un colpo solo elimino il vampiro più vicino a me. Lo sparo però attira l'attenzione di tutti gli altri. Non attaccano, aspettano la mia prossima mossa.
Resto sulla difensiva e fisso André disperatamente. Non ho intenzione di perdere un altro compagno di squadra. Non di nuovo. Non per colpa mia.
La pallida ragazzina scoppia a ridere.
-Cercavate i civili, vero? Siete arrivati troppo tardi, sono tutti morti- sorride diabolica.
-E adesso morirete anche voi, fecce che non siete altro!-
Spalanca la bocca mostrando le zanne e si avvicina al collo scoperto di André. Provo a gridare, ma non esce un suono dalle mie labbra, provo a correre, ma le mie gambe non hanno intenzione di muoversi. Ancora una volta sono impotente. Ancora una volta non posso fare niente.
Nella disperazione più totale afferro il fucile ed inzio a sparare senza prendere la mira. Chiudo gli occhi e costringo le mie gambe a muoversi. Prima un passo poi l'altro.
Sento l'urlo strozzato di un Aes e capisco di averne colpito uno. Poi però, mentre la sto ricaricando, la mia arma mi viene strappata dalle mani.
Apro le palpebre di scatto ed incrocio due grandi occhi neri, di un nero così intenso che mi perdo al suo interno. È spaventoso e allo stesso tempo eccitante, ho la sensazione di poterci affogare in quegli occhi. Non mi accorgo di star piangendo finché André non mi asciuga con un dito le lacrime. Mi abbraccia, mi stringe forte contro il suo petto. Rumorosi singhiozzi iniziano a scuotere tutto il mio corpo. Ho avuto paura. Ho avuto tanta paura.

Blood Bullet [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora