Mount Saint Michel, Francia, 7 luglio 4105 d.C
Posso riuscirci. Devo riuscirci, soprattutto perché la mia vita in questo momento si trova sospesa su un filo. Devo ricordarmi la prossima volta, se mai ci sarà, di bocciare ogni idea stupida che mi frulla nella mente. Perché ho deciso di uscire dalla finestra del bagno? Perché voglio rischiare di morire? Perché cavolo non sono rimasta in quella stanza?
Con le gambe tremanti mi costringo a fare un altro passo verso la fine del cornicione, mentre il forte vento prende a schiaffi il mio viso. Per fortuna ho raccolto i capelli in una coda alta, altrimenti adesso mi ritroverei spiaccicata sugli scogli o morta annegata nel mare, che adesso circonda l'enorme abitazione dei Veteres.
Sono giorni che le uniche persone che vedo sono Mare e suo fratello Gideon. Sono giorni che non faccio altro che camminare dalla mia stanza al bagno e dal bagno alla mia stanza, perché la porta dalla quale i due vampiri, che vengono a farmi visita, entrano viene costantemente chiusa a chiave. Ho provato pure ad aprirla, in ogni modo, ma mi sono resa conto che qualche abilità da scassinatrice non basta.
Quindi eccomi, pronta ad esplorare il posto come un fantasma. Cosa mi ha spinto a scappare? Il fatto che non ho intenzione di essere prigioniera anche qui. Non sono fuggita da Londra per ritrovarmi segregata come una principessa in trappola in una torre.
Cerco di schiacciarmi contro il muro e di non perdere l'equilibrio. Con le mani mi aggrappo alle rientranze della pietra ed avanzo molto lentamente per paura di cadere. Quando arrivo alla fine della sporgenza su cui poggio i piedi, impreco mentalmente per poi guardarmi attentamente intorno. C'è solo una finestra che posso raggiungere, ma il vuoto che mi divide da lei non mi rende tranquilla. Torno indietro o provo, rischiando anche di rimetterci le penne?
-Forza Naomi, ripensa ai tuoi anni di addestramento- provo a spronarmi.
La distanza che ci separa non è molta, ed in effetti ho saltato lunghezze maggiori in passato. La differenza? Durante gli allenamenti non avevo il mare sotto di me ed ero in assoluta sicurezza.
Provo a non pensarci molto ed alla fine riesco a convincermi che ferma in questo punto non ci posso stare perché, con il vento e lo stretto piano di appoggio, posso facilmente scivolare. Salto sentendo l'aria sfrecciarmi addosso e costringendomi a tenere gli occhi aperti. Mi aggrappo di slancio alla prima cosa che trovo, che si rivela essere il davanzale esterno della finestra. Urlo quando mi rendo conto di trovarmi a penzoloni nel vuoto, con le mani sudaticce che rischiano di perdere la presa.
Cerco di tirarmi su, contando sui muscoli delle mie braccia, ora come ora fuori allenamento, e grazie al cielo riesco con una gamba a raggiungere la superficie piatta. Mi prendo qualche attimo di riposo, fissando spaventata le onde scagliarsi violente contro la roccia, e deglutisco immaginandomi là sotto. Sposto poi l'attenzione alla finestra, ovviamente chiusa, e sbuffo scuotendo la testa. Con una gomitata rompo il vetro e poi infilo la mano all'interno per girare la maniglia.
Appena la finestra si apre, rotolo dentro l'edificio e come per magia riprendo a respirare. Non mi ero accorta nemmeno di star tremando così tanto.
Spolverando i pantaloni di jeans mi alzo in piedi barcollando leggermente, ancora scossa ed incredula da ciò che ho realmente fatto. Mai più Naomi, mai più.
Osservo quello che mi circonda con occhi attenti e subito mi rendo conto che questa parte del palazzo sembra non avere niente a che fare con quella in cui mi trovavo io. Le pareti, intonacate alla perfezione sembrano essere appena ritoccate, un lungo tappeto decorato da vari ghirigori percorre tutto il corridoio in cui mi trovo e le pesanti tende rosse non permettono alla luce del sole di illuminare l'ambiente, compito che invece spetta a giganti lampadari di cristallo.
Rimetto all'istante la tenda che ho spostato al suo posto, nascondendo quindi anche il danno che ho causato. Inizio a camminare, prestando attenzione ad ogni singolo rumore e curiosando di tanto in tanto in qualche stanza. Sono tutte camere da letto, simili alla mia. Nessuna però sembra ospitare qualcuno.
Senza sapere come, mi ritrovo improvvisamente in un piano differente e molto più luminoso del primo, che presenta un grosso atrio, circondato da sei porte chiuse. Al centro si trovano dei divanetti neri ed un tavolino di legno circolare. Le pareti color avorio sono abbellite da diversi quadri che ritraggono volti di persone e l'enorme vetrata permette una visuale mozzafiato del panorama. Rimango incantata ad osservare il mare, che nonostante mi spaventi continua ad attrarmi, e mi dimentico per un momento di dove mi trovo. L'acqua si sta ritirando chissà dove, segno che ormai il sole è calato lasciando spazio alla notte. Gideon mi ha spiegato che le maree non sono influenzate solo dall'azione della luna, ma anche dalla conformazione della baia, costituita da una piana composta da sabbie sedimentose. Non ho capito molto dalla sua spiegazione, ma anche solo pensare che la luna permetta l'avvenirsi di un fenomeno del genere, mi eccita da morire. Ci sono degli orari precisi e dei giorni in cui la marea è più alta del normale, ed io trovo che tutto questo sia dannatamente fantastico.
Sobbalzo, presa alla sprovvista, quando una mano mi tappa la bocca con forza.
-Chi sei?- sussurra minaccioso al mio orecchio.
D'istinto gli mordo le dita lunghe ed affusolate e gli tiro una testata, per poi iniziare a correre senza una meta precisa. Quando me lo ritrovo davanti, con il suo metro e ottanta, i capelli castani e gli occhi celesti, sussulto. Non sembra un vampiro.
-Chi sei tu!- esclamo stringendo i pugni lungo i fianchi e osservandolo pietrificata.
-Questa è casa mia e tu, non solo puzzi di sangue, ma sei entrata in una zona privata. Dovresti conoscere le regole- mi ringhia contro per poi stringermi il polso. Appena lo fa, sentendo il mio battito, spalanca gli occhi e mi fissa minaccioso.
Dice solo una parola -Umana- e poi inizia a trascinarmi dal braccio, senza preoccuparsi di farmi male. Ci ritroviamo ben presto davanti ad un grande portone di legno, con incise delle immagini poco rassicuranti, e quando lo spalanca, mi rendo conto che mi ha portata in un enorme salone, illuminato solo da piccole candele poste in ogni dove. La sala pullula di gente, o meglio, di vampiri dagli occhi rossi, vestiti elegantemente. Qualcuno di loro ci osserva confuso, qualcun altro non si è nemmeno accorto della nostra presenza e continua a chiacchierare o a sorseggiare il proprio drink. Sembra una festa, simile a quelle poco divertenti che si svolgono tra diplomatici e politici.
Il vampiro sconosciuto mi spintona verso un uomo, assai più vecchio di lui, che siede su una sorta di trono, fiancheggiato da altri tre più piccoli sia a destra che a sinistra. Ha le gambe accavallate ed un espressione assai annoiata. Espressione che cambia appena ci vede arrivare. Si raddrizza all'istante con la schiena e si sistema addirittura i capelli scuri e lunghi.
-James... e lei è...?- domanda con un sorriso che mette i brividi. Nello stesso momento in cui l'uomo parla, l'intera sala cala nel più assoluto silenzio. Mi sento tutti gli occhi puntati addosso e non mi piace la sensazione che sto provando. Mi sento un croccantino per cani in pasto a mille bestie.
-Un'umana. Girovagava nel nostro piano-
Oltre ai mormorii dei vampiri presenti, sento un piatto cadere e frantumarsi in mille pezzi. Mi volto ed incontro lo sguardo di Mare, che mi guarda allibita, mentre Gideon, dietro di lei, ha la bocca spalancata. Lo vedo sbattere due o tre volte le palpebre prima di impallidire e spostare lo sguardo da una parte all'altra del salone.
-Un'umana? Come ti chiami, ragazzina?- mi chiede curioso.
Non rispondo, irrigidendo la mascella e fissandolo con sfida. Lui sghignazza, palesemente divertito.
-Il re ti ha fatto una domanda, rispondi!- sbraita James ad un certo punto al mio fianco.
Senza volerlo roteo gli occhi, infastidita dal suo atteggiamento, facendolo arrabbiare ancora di più. Con uno scatto velocissimo mi afferra il braccio e gira un pezzo di vetro, di cui neanche mi ero accorta, nella mia carne.
-Ma sei impazzito!?- esclamo vedendo il mio sangue gocciolare sul pavimento.
Deglutisco, notando le reazioni dei presenti, e gli occhi di James cambiare colore. Santo cielo, santissimo. In che pasticcio sono finita.
-Oh, allora hai la lingua! Come ti chiami quindi?- domanda di nuovo il re dei vampiri.
-Naomi- rispondo, sfilando sotto gli occhi di tutti la scheggia trasparente dalla mia pelle, e tamponandomi la ferita con l'altra mano.
-E da dove vieni, Naomi?- marca appositamente il mio nome.
-Da Londra. Ha presente l'esercito inglese?- rivelo, pentendomene solo in un secondo momento. Che idiota.
I vampiri tirano fuori le zanne appena sentono le mie parole, persino James e il re si incupiscono. Complimenti Naomi, bella mossa.
-Il Blood Bullet ha mandato delle spie! Uccidiamola! Siamo tutti in pericolo!- urla qualcuno dalla massa.
Il re mi osserva ancora per qualche secondo per poi battere le mani in un lento applauso ed alzarsi dal suo trono.
-Mi piacerebbe parlare con te Naomi, dico davvero. Ma purtroppo i miei amici hanno un gran appetito... Banchettate pure!-
-Aspettate!- interviene qualcuno facendosi largo tra le persone. Appena vedo di chi si tratta, il mio volto si illumina. André.
-Lei è con me. È mia.- afferma allontanando James con uno spintone e parandosi davanti a me in modo protettivo.
-Sappiamo tutti della tua natura benevola verso l'essere umano, ma caro André, arrivare addirittura a dichiarare tua proprietà una di loro... davanti a tutta la Corte poi! Questo è ridicolo- ride il sovrano, seguito da tutti gli altri vampiri.
-Naomi mi ha salvato due volte, mettendo a rischio la sua stessa vita. La prima, in missione quando ha scoperto la realtà sul mio conto. Non ha esitato ad aiutarmi neanche quando l'ho quasi prosciugata del tutto. La seconda, quando siamo stati catturati e torturati. È grazie a lei che oggi sono qui. È grazie a lei che sono riuscito a fuggire-
-E con questo? La vostra storia non mi interessa. C'è un umano in casa mia, un soldato del Blood Bullet. E sei stato tu a portarcelo!- la sua voce tuona in tutta la stanza, rimbombando più e più volte.
Re Nicolaj si avvicina ad André, arrivando ad un palmo dal suo viso. È poco più alto di lui, ma sembra sovrastarlo con tutta la sua potenza. Mette i brividi e persino il bel francese, con il suo sguardo duro e tagliente, sembra per un momento perdere la propria sicurezza.
-Prendetela- ordina.
Immediatamente James mi afferra ed André viene bloccato da altri due vampiri. Mi dimeno, cercando di liberarmi in qualche modo. Pesto con tutta la forza che ho in corpo il piede del giovane, che di conseguenza mi gira le braccia, facendomi urlare.
-Naomi!- grida André stringendo i denti.
Irritata, metto in pratica una mossa di combattimento a corpo libero, che mi aveva insegnato Guren tempo fa. Incastro la mia gamba dietro a quella di James, e la piego colpendolo sul polpaccio con il ginocchio e facendogli perdere la stabilità. Ne approfitto per dargli un'altra testata e quando, la sua presa sul mio corpo si fa meno forte, scappo dalle sue braccia muscolose, afferrando un coltello dalla grande tavolata e mettendomi in posizione di difesa.
-C'è stato uno scambio di sangue- spezza l'aria tesa una figura che finora era rimasta in disparte.
-Ho assistito personalmente. L'umana in questione ha salvato anche me- aggiunge Grey Hamilton inchinandosi davanti a James. Non è così, è una bugia. Lui non c'era quando io ho bevuto il sangue di André, ma probabilmente ha immaginato che sia successo. Capisco che è il suo modo di sdebitarsi, di ringraziarmi.
-È la verità, mio signore- conclude puntando i suoi occhi rossi in quelli azzurri del ragazzo.
-Uno scambio di sangue? Voluto da entrambi?- domanda il re fissandoci divertito.
André annuisce spostando lo sguardo sul pavimento, mentre la Corte bisbiglia sconvolta dalla notizia.
-Dimostralo allora! Mostracelo-
Il francese deglutisce e solo allora incastra le sue iridi scure nelle mie. Sono tristi, disgustate, chiedono perdono. Perdono per cosa?
-Naomi... posa il coltello ed inginocchiati...- sussurra debolmente.
-Cosa!?- esclamo. Adesso quella sconvolta sono io.
-È... è un ordine- afferma con poca decisione contraendo la mascella.
Ed è così che, senza la mia volontà, la mia mano lascia cadere la piccola arma, che atterra sul pavimento in un tonfo sordo, e le mie gambe cedono. Fisso il Veteres spaventata e confusa. Cosa sta succedendo? La risata di re Nicolaj, seguita da quella dell'intera sala mi fa raggelare il sangue. Solo cinque persone non si stanno affatto divertendo: Grey, André, Mare, Gideon ed io.
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Blood Bullet [IN REVISIONE]
Vampire#1 in Fantasia 21-23/12/20 #1 in Futuro 1-10/09/19 #1 in Guerra 4-29/01/21 #3 in Vampiri 8/01/20 All rights reserved - © copyright Un disastroso esperimento, un mutamento genetico, mostri assetati di sangue e dotati di ragione. Un futuro distopico i...