Londra, 1 maggio 4105 d.C
Mi sveglio a causa dei raggi del sole, che penetrano dalla finestra, infastidendo i miei poveri occhi. Mi giro così nel letto coprendomi la faccia con il cuscino, cercando di tornare a dormire, ma il bussare continuo alla porta non me lo permette.
Sbuffo, lamentandomi tra me e me, e cerco di alzarmi senza però alcun risulato dato che un braccio mi tiene ancorata al materasso. Mi giro di scatto e sussulto ritrovandomi a pochi centimetri dal viso di André. I nostri nasi quasi si sfiorano.
Il petto del ragazzo si alza e si abbassa ad un ritmo costante, segno che sta ancora dormendo profondamente. Il suo profumo di muschio è ovunque. Lo sento sulle coperte e anche sul mio pigiama. Inspiro, inebriata dalla forte fragranza.
Osservo André, rapita dalla sua espressione angelica e rilassata, e sorrido. Non rendendomi nemmeno conto del mio gesto, gli accarezzo con dolcezza una guancia per poi giocherellare con i suoi capelli neri. Sono morbidi come la seta.
-André- lo chiamo sentendo ancora bussare.
Inizio a scuoterlo piano per svegliarlo e sussurro più forte il suo nome, ma il ragazzo non ne vuole sapere e continua a dormire come un ghiro.
-André!- ripeto per l'ennesima volta.
Gli tolgo le lenzuola con uno strattone e cerco di spostarlo dal letto contando solo ed unicamente sulle mie forze. Fallisco miseramente, ma non posso permettere che qualcuno scopri che abbia passato la notte qui. La situazione non solo verrebbe di certo fraintesa, ma soprattutto è contro le regole.
Il ragazzo borbotta qualcosa di incomprensibile tirandosi le coperte fin sopra il mento. Sospiro sconfitta e vado ad aprire la porta. Ritrovandomi davanti a Rin, mi sento un po' più sollevata.
-Finalmente!- sbotta infastidita.
Quando prova ad entrare nella stanza mi piazzo davanti, in modo tale da non permetterle di vedere André.
-Che stai facendo?- chiede poi alzando gli occhi al cielo.
-Cosa hai lì?- domando io ignorando la sua domanda ed indicando la scatola che tiene tra le mani. La vedo spostare la sguardo imbarazzata, quando, con finto disinteresse, me la consegna.
-Cioccolatini- sussurra mordendosi le labbra.
-Oh perché?-
Lei sbuffa per poi spostarmi ed entrare con arroganza nella mia camera.
-Rin aspetta!- cerco di fermarla andando in panico, ma non vedendo più André nel mio letto mi rilasso immediatamente. Mi guardo intorno alla ricerca del ragazzo. Sparito.
-Aspetta cosa?-
-È tutto in disordine!- esclamo ridendo nervosamente.
Ci è mancato davvero poco.
-Come sempre- dice scrollando le spalle e sedendosi sul suo vecchio letto.
-Sono per ieri- aggiunge poi sdraiandosi.
-Rin.. non dovevi-
-Ti ho messo nei guai. Anzi, ho messo nei guai l'intera squadra. E solo perché mi stavo annoiando. Mi sembra il minimo per scusarmi-
-Rin che si scusa?- la prendo in giro, ricevendo una cucinata in testa.
-Volevo ucciderla, Naomi. Ho visto in quegli occhi rossi il viso di Taro che veniva prosciugato. E poi c'eri tu tra le sue grinfie. Non voglio perdere anche l'unica amica che ho- mi spiega non riuscendo a guardarmi in faccia.
Non pensavo che mi considerasse un' amica. In tutti questi anni insieme non ci siamo mai avvicinate granché. Ma forse questo era solo il mio punto di vista, e per lei invece quel suo atteggiamento sfrontato era solo un modo per dimostrare il suo affetto.
-Rin posso farti una domanda?- le chiedo sedendomi accanto.
Lei annuisce.
-Taro... ti piaceva?-
Per la prima volta nella mia vita la vedo arrossire, ma nonostante ciò non si scompone e mi risponde tranquillamente.
-Io credo che fosse più di una semplice cotta. Era terribilmente fastidioso certo, ma era l'unico che mi capisse per davvero. Taro mi vedeva come una sorellina, ma io no, per niente- le trema il labbro e poi una lacrima le riga il volto. Conosco bene la sensazione che si prova quando le immagini dei ricordi piombano susseguendosi improvvisamente nella propria mente. Non ci penso due volte e l'abbraccio. L'abbraccio forte per starle vicina.
-Io invece penso che Taro provasse più di semplice affetto per te. E che cercava solo di proteggerti- ammetto mentre le accarezzo i lunghi capelli color del fuoco. Alle mie parole scuote la testa violentemente.
-Io volevo solo che vivesse-
-Anch'io- rispondo iniziando a piangere a mia volta.
Non dimenticherò mai come Taro prese il mio posto quel giorno. Come sacrificò la sua vita per salvare la mia. Poi mi stacco e asciugandomi le lacrime, sorrido.
-Ma so che anche lui vorrebbe che tu vivessi. Quindi adesso consoliamoci mangiando questa delizia!- esclamo aprendo poi la scatola e addentando un cioccolatino al latte. Un piccolo sorriso spunta sulle labbra della mia amica e anche lei, seguendo il mio esempio, ne prende uno.
-Ci sto-
Mentirei se dicessi che i cioccolatini sono durati più di cinque minuti. Non so chi tra le due ne abbia mangiati di più. So solo che il mio appetito è cessato nel momento in cui quella scatola è finita.
-Sono piena- brontolo sdraiandomi accanto a Rin.
-Non pensavo fossi un maiale-
Mi giro di scatto e spalanco la bocca.
-Come osi!- esclamo ridendo.
-Sono solo golosa- aggiungo poi facendo la finta offesa.
Rin scoppia a ridere e scuote la testa.
-Li hai mangiato tutti tu-
-Il regalo era per me- le ricordo sbuffando.
-Senti Naomi-
-Dimmi- rispondo sorridendo.
Sorriso che si spegne appena sento l'oggetto del nuovo discorso.
-Tu ti fidi del nuovo arrivato?- chiede scrutandomi con i suoi occhi chiari e freddi come il ghiaccio. Sospiro e rispondo con poco entusiasmo.
-Sì mi fido-
-Nasconde qualcosa. L'altra notte l'ho visto parlare con qualcuno di sospetto. Non sembrava un soldato-
-Sei certa che fosse lui? Era buio, no?- domando stizzita.
Rin esita prima di replicare.
-Credo di sì-
-Vedi? Non puoi essere sicura che fosse André-
-E tu non puoi negare che nasconde qualcosa di grosso. Hai fatto caso che nessuno conosce niente di lui? Che è distaccato con tutti tranne che con te? Vuole qualcosa Naomi. E tu sei la persona più facile da ingannare fra tutti- sbotta ad un certo punto.
Mi alzo di scatto ed indico la porta con il braccio tremante dalla rabbia.
-Non puoi giudicare le persone senza conoscerle! E se anche nascondesse qualcosa, non sono cose che ci riguardano. Penso che tutti abbiano un segreto da proteggere-
-Vedi? È proprio questo che intendevo. Sei così ingenua Naomi- ride nervosamente, mentre si alza dal letto anche lei.
-Non puoi difenderlo solo perché hai una dannata cotta per lui- dice avvicinandosi e puntandomi un dito sul petto.
-Cosa?! Non ho nessuna cotta per André!- esclamo spostando la sua mano da me.
-Non venire a piangere da me quando ti ritroverai in qualcosa di più grande di te. Io ti ho avvertita. Stai lontana da lui e da tutto ciò che lo riguarda- conclude poi uscendo dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé.
Guardo sconsolata la scatola di cioccolatini vuota. Per un istante, per un momento avevo creduto per davvero che tra me e Rin si fosse tutto sistemato. E invece no, deve sempre rovinare tutto. Mi inginocchio e raccolgo la scatola, portandola al petto, non riuscendo più a trattenere lacrime di rabbia e delusione. Non ho le forze nemmeno di respingere le braccia che mi avvolgono da dietro, braccia ormai tanto familiari.
-Grazie- mi sussurra André all'orecchio, facendomi piangere ancora di più.
Lui mi stringe più forte ed io mi lascio cullare dalla sua presa protettiva. Non posso negare che André sia più di un semplice amico per me, sarebbe stupido. Non posso negare che mi sia entrato dentro, nel profondo del cuore. Ma non posso nemmeno negare il mistero che lo avvolge e il segreto che nasconde. Sento che in lui c'è qualcosa di diverso, di strano e di terribilmente spaventoso, eppure io non riesco a staccarmi da lui. Io non riesco a fare a meno della sua costante presenza al mio fianco. È diventato ormai parte della mia vita, parte del mio cuore. E se dovessi allontanarlo sono certa che sentirei un vuoto profondo, un vuoto in grado di distruggermi lentamente. Io non so come abbia fatto, io non so cosa mi abbia fatto. Ma nonostante quello che sostiene Rin, nonostante tutto ciò che dice combacia perfettamente con il suo comportamento, io sento che non è così. Io sento che c'è altro.
André mi prende in braccio adagiandomi dolcemente sul mio letto. Si è vestito e dalle ante aperte dell'armadio capisco che per tutto il tempo si è nascosto lì ed anche che ha sentito tutto il discorso tra me e la mia compagna di squadra.
-Mi dispiace- singhiozzo tenendomi ancora stretta alla sua maglia.
-Tranquilla, non è successo niente- risponde lui accarezzandomi.
-Mi vedi sempre in questo stato- borbotto mentre mi asciugo le lacrime.
Il ragazzo sorride e mi abbraccia di nuovo per poi sospirare rumorosamente.
-Cosa mi stai facendo?- sussurra,poggiando la testa nell'incavo del mio collo.
-Potrei farti la stessa domanda- mi lascio sfuggire.
André si stacca immediatamente e mi fissa con i suoi grandi occhi neri. Ogni volta che lo fa, ho la sensazione di annegare.
-Forse è meglio che vada- dice poi lasciandomi un casto bacio sulla fronte.
Lo vedo allontanarsi ed aprire la finestra, dalla quale ogni volta entra ed esce alla velocità della luce. Ed eccolo, quel dannato vuoto all' altezza del cuore. Inciampando nelle coperte disfatte, mi alzo di scatto, ignorando la fitta alla testa e la vista annebbiata per il gesto improvviso. Lo abbraccio di slancio, fermandolo giusto un momento prima che se ne andasse e mi lasciasse sola.
-Qualunque sia il tuo segreto, a me non importa- ammetto nascondendo la faccia sulla sua schiena, mentre copiose lacrime continuano a bagnarmi il viso.
-A me piaci così come sei-
André si accascia per terra ed io, ancora stretta al suo busto, con lui.
-Vorrei che fosse così per davvero- risponde. Sento il suo corpo irrigidirsi, ma nonostante ciò non lo lascio. Ho la sensazione che se dovessi farlo, lo perderei per sempre. Non so quanto tempo rimaniamo così, so solo che il nero, come le sue iridi ammaliatrici, presto mi avvolge. Quando mi sveglio sono sul mio letto e fuori è ormai già notte. "Mi dispiace" leggo sul bigliettino accanto al lettore musicale poggiato sul comodino.
Mi si spezza il cuore. Sono sola. Di nuovo.
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Blood Bullet [IN REVISIONE]
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