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Londra, 30 aprile 4105 d.C

Mi trovo sul tetto di un edificio insieme a Rin e la pioggia batte violenta sulle nostre teste. L'obbiettivo è un certo Claudius Senna, un vampiro di circa ottant'anni, dall' aspetto di un giovane adolescente, che gestisce il traffico di sangue degli uomini catturati. A differenza di quello che crede molta gente, che non dispone delle informazioni del Blood Bullet, i vampiri non sono esseri immortali che non possono morire. Se fosse realmente così non avrebbe senso l'esistenza dell'esercito. I vampiri non invecchiano, godono di un' eterna giovinezza e sono parecchio forti, ma hanno diversi punti deboli, tra cui le nostre armi, unici oggetti che possono far cessare la loro esistenza. Gli Aes sono i più deboli. Rispetto agli Aurum ed ai Veteres, i più potenti, soffrono se esposti alla luce del sole e per questo motivo durante il giorno si nascondono nell' ombra. Non si è mai capito perché i vampiri presentino forza e caratteristiche differenti tra loro, questo è solo uno dei tanti misteri che li avvolgono. Si è scoperto, grazie a fonti segrete, che tutti i vampiri seguono gli ordini di un unico re, che si presuppone sia in Germania, dove il Blood Bullet opera maggiormente. Anche di questo però si sa veramente poco. È come se gli Aes fossero il suo popolo, gli Aurum i suoi cavalieri e i Veteres, la sua famiglia. Ma questa è solo una mia supposizione dato che di quest'ultimi non sappiamo praticamente niente. Recentemente una spia dell'esercito è riuscita a scoprire che alcuni vampiri, probabilmente certi Aurum o addirittura i Veteres, dispongono di strani poteri sovrannaturali. Gira voce che possano controllare la mente, cancellare la memoria o spostare gli oggetti con la sola forza del pensiero. Ma credo che la questione si sia solo ingigantita e che niente di tutto ciò sia realmente vero. Certo, i vampiri sono tremendamente veloci, forti, agili... Ma se avessero per davvero simili capacità per l'umanità sarebbe davvero la fine.
Durante il mio addestramento militare ho studiato che i vampiri sono nati in Germania il 25 dicembre 3559 d.C. a causa di un esperimento finito in catastrofe che ha portato poi ad un mutamento genetico nella razza umana, trasformando quindi l'uomo in un mostro assetato di sangue che si nutre e trasforma i suoi stessi simili.
Si sa solo che per contrastarli alcuni uomini si sono uniti in un piccolo esercito che con il passare degli anni è diventato sempre più organizzato e potente, estendendosi infine in tutto il mondo. È così che è nato il Blood Bullet.
-Che tempaccio- brontola Rin mentre fa da guardia alle scale da cui siamo salite.
I suoi capelli rosso fuoco, in perfetto contrasto con il grigio del cielo, danzano selvaggiamente mossi dal vento freddo. Nonostante sia ormai primavera, pare che Londra non conosca questa stagione.
Guardo attentamente nel mirino ogni movimento dei miei compagni di squadra. Nick alla testa del gruppo mentre André e Guren sono subito dietro di lui. Si muovono velocemente, ma silenziosamente. Ogni loro passo è studiato alla perfezione.
-Circa una decina di vampiri più avanti- dico al Walkie-Talkie, avvertendo il mio caposquadra.
-Ricevuto- risponde Nick.
Rin si avvicina a me cercando di aguzzare la vista e scorgere i ragazzi, ma non vedendoli dopo un po' ci rinuncia.
-Ma non ti annoi mai a guardare?- domanda ad un certo punto.
-Non guardo e basta- le faccio notare con una scrollata di spalle.
Lei sbuffa alzando gli occhi al cielo.
-Quindi non vorresti essere in prima linea ed ammazzare qualche mostro guardandolo negli occhi?-
-A volte succede anche a me- borbotto continuando a tenere d'occhio i miei amici.
-A volte!- esclama lei esasperata.
-Cosa c'è di male a controllare la situazione da lontano?- chiedo poi.
Rin scuote la testa e liquida la domanda con una mano.
All'improvviso evoca le sue fruste di metallo e scoccandone una sul pavimento, sorride soddisfatta.
-Cosa stai facendo?-
-Vado ad uccidere qualche vampiro-
Prendo un bel respiro prima di rispondere.
-Rin non possiamo separarci-
-Sei abbastanza in gamba per cavartela da sola-
Detto ciò salta dall' edificio frenando la caduta grazie alla sua arma. La guardo sfrecciare veloce tra i vicoli di Londra prima di perderla di vista definitivamente.
Impreco mentalmente e contatto il mio caposquadra.
-Nick ci sono delle complicazioni-
-Che genere di complicazioni?-
Li osservo dall'obiettivo ancora una volta prima di prendere la mia decisione. Loro sono in tre, Rin è da sola.
-Siete scoperti- dico interrompendo la comunicazione.
Vedo Nick tirare il trasmettitore contro il muro per poi difendersi all'istante da un vampiro.
A differenza della ragazza dai lunghi capelli rossi, non salto dal tetto, ma corro per le scale più in fretta possibile. Devo raggiungerla. Nonostante sappia quanto Rin sia pericolosa e aggressiva in combattimento non voglio rischiare di avere un'altra morte sulla coscienza. L'obiettivo di oggi può aspettare.
Corro senza preoccuparmi di nascondermi, corro non schivando nemmeno le grandi pozzanghere presenti sull'asfalto distrutto. Corro, corro e basta. Corro nella speranza di essere d'aiuto a quella testa calda della mia compagna di squadra.
Quando la raggiungo sta lottando contro un gruppo di Aes e non sembra minimamente in difficoltà. Anzi, ride mentre scaglia con violenza le sue armi contro i nemici.
Lei li odia i vampiri. Li odia perché le hanno portato via la madre quando aveva appena dieci anni. È per questo che si comporta in modo arrogante e sgarbato con tutti. Non si vuole affezionare troppo per paura di perdere qualcun altro. Prima sua mamma, poi Taro. Per questo credo che abbia dato la colpa a me. Se non fosse stato in coppia con la sottoscritta oggi Taro riderebbe ancora con lei, la prenderebbe in giro, e soprattutto le starebbe accanto nonostante il suo caratteraccio. Era l'unico che la sopportava realmente. L'unico. E ora non c'è più nemmeno lui.
-Lo sapevo che saresti arrivata!- esclama notando la mia presenza, mentre scaglia con forza la sua frusta.
Questa si lega intorno al collo di un avversario, bloccandogli le vie respiratorie. Non ci vuole molto prima che diventi polvere. Mi unisco a lei per non essere sopraffatta dai vampiri e sparo. Sparo finché non finisco le munizioni, poi ricarico e ricomincio sparando con precisione e uccidendoli al primo colpo. La maggior parte dei nemici fugge vedendo con quale rabbia Rin li colpisce, i pochi che restano vengono uccisi sia da lei che da me.
-Allora, non è eccitante combattere in prima linea?- sorride tra un respiro e l'altro. Siamo entrambe accasciate al suolo, con ancora le armi in mano e con il fiatone per la fatica. La battaglia non è durata molto, ma con la pioggia e il terreno scivoloso non è stata una gran passeggiata.
Sto per risponderle quando una mano pallida e curata mi afferra per i capelli, tirandomi all'indietro. Rin scatta in piedi facendo schioccare le fruste sul suolo.
-Lasciala- ringhia con gli occhi in fiamme.
Mi giro per vedere chi sia la donna che mi ha afferrata con tanta brutalità e sbianco immediatamente.
-Rin scappa! Ti prego scappa!- urlo terrorizzata.
-Ci rivediamo coniglietto-
Alle sue parole sento un conato di vomito salirmi in gola. Lo ricaccio nel mio stomaco prima di incrociare gli occhi chiari di Rin. La sto supplicando. La sto supplicando di andarsene. Noto l'incertezza sul suo volto e spero, spero con tutto il mio cuore che almeno lei si salvi.
-Sai, in questo lungo periodo ho spesso pensato al tuo sangue. Quello del tuo amico era piuttosto amaro- continua Rose mentre mi accarezza il collo che le sue dita laccate di rosso. Rosso come il sangue che tra poco sgorgherà dalla mia carne.
La mia amica capisce subito. Capisce con chi abbiamo a che fare. E se prima c'era una piccola speranza che potesse scappare, ora, è sfumata via in un attimo. Maledico la vampira bionda e per la prima volta sento di odiare qualcuno. Non voglio che mi porti via anche Rin. Non voglio.
-Tu- ringhia la rossa fissando Rose con i suoi grandi occhi azzurri glaciali.
Se solo lo sguardo potesse uccidere, per la vampira, che mi tiene stretta a sé, non ci sarebbe scampo.
-Tu hai ucciso Taro- dice stringendo i pugni.
-È così che si chiamava quel grosso omone?- si rivolge la vampira a me.
I suoi occhi rossi mi scrutano curiosi, mentre io tremo dalla paura. Sento le gambe molli e se Lady Illary non mi sorreggesse probabilmente cadrei a terra.
L'urlo di Rin mi fa sobbalzare e vederla correre armata nella mia direzione non fa altro che spaventarmi di più. Sembra un déjàvu. Un orrido ricordo proiettato nel presente.
Tuttavia non succede niente. La rabbia di Rin verso l'Aurum devia contro Guren, che la tiene ferma per la vita, mentre lei si dimena.
-Io ti ammazzo! Io ti ammazzo!- urla come una pazza.
La mia attenzione però passa presto al ragazzo che si trova a pochi passi da me e che si avvicina lento, quasi tranquillo. I suoi occhi neri però lo tradiscono. Sono ardenti, pieni di ira, e gremiti di un solo desiderio. Uccidere.
Sento la presa di Rose farsi più ferrea e grugnisco dal dolore. André dedica un sorriso diabolico alla vampira, e questa inizia a respirare più velocemente.
-Ciao André, è un piacere rivederti- cinguetta lei.
-Rose, non posso dire lo stesso- risponde lui acidamente.
Mille domande iniziano a frullarmi nella mente, non facendo altro che confondermi.
-Vi conoscete?- balbetto annaspando e dimenticandomi per un momento della mia situazione.
-Lasciala Rose.- sbotta il giovane con un tono freddo.
-Altrimenti? Con quale giocattolino mi attaccherai questa volta? L'ultimo cos'era? Una pistola?-
-Una Rivoltella- specifica André evocando la sua spada e mettendosi in posizione d'attacco.
-Quindi spiegami perché mai dovrei lasciarti questo coniglietto? Non credo ti appartenga-
Un sorrisetto spunta sulle labbra del ragazzo, che sussurra qualcosa tra sé e sé. Qualcosa che però non riesco a comprendere.
-Se la assaggiassi?- continua Lady Illary. Poi, più per far arrabbiare André che per altro, mi lecca il collo, facendomi rabbrividire. La guardo sconvolta, certa della mia fine.
Ma appena André fa uno scatto velocissimo e mi afferra, schiacciandomi contro il suo petto, la vampira dai lunghi capelli dorati mi lascia per poi scappare e sparire nel nulla.
Chiudo gli occhi mentre André mi abbraccia forte, come se non volesse più lasciarmi andare. La sua maglietta sudaticcia e bagnata dalla pioggia non mi da affatto fastidio. Anzi, inspiro, come se fosse una droga, il suo odore pungente che mi inebria, facendomi crollare in un completo stato di estasi. Mi lascio coccolare a lungo, quasi mi dimentico che non ci siamo solo noi.
Le gocce ci colpiscono senza mai darci tregua, ma André continua ad accarezzarmi i capelli ed a tenermi stretta, come se avesse paura di perdermi. Stringo forte il tessuto tra le mie dita, posso sentire i suoi muscoli tesi sotto la maglia.
-Naomi- mi chiama Guren spezzando la magia. Mi allontano a malavoglia e mi lascio abbracciare dal mio migliore amico.
-Stai bene vero?- mi sussurra all'orecchio.
Annuisco, continuando a guardare quegli occhi neri incantatori che non mi lasciano nemmeno per un attimo. Mi stacco e guardo nella direzione di Rin, che si trova seduta per terra, e sta parlando molto animatamente con Nick, il quale probabilmente le starà facendo la ramanzina. Mi avvicino interrompendo la conversazione ed allungo una mano verso la mia compagna di squadra per aiutarla ad alzarsi.
Lei mi fissa per un secondo e con uno schiaffo la allontana. Rimango lì, ferma ed immobile, sotto lo sguardo di tutti. Forzo un sorriso e trattengo le lacrime che minacciano di scendere, dopodiché rivolgo lo sguardo al cielo, che piano piano inizia ad aprirsi per lasciare spazio al sole.
-Andiamo- ordina Nick dirigendosi verso la Jeep.
Quando torniamo nel Sichern, la zona sicura, scendo dall'auto e mi dirigo verso i dormitori femminili senza guardarmi indietro, senza salutare. Non ho voglia di stare con nessuno. Quando arrivo in camera mi spoglio, abbandonando i vestiti sul pavimento, ed entro velocemente in doccia per levarmi la sensazione di schifo che sento addosso. Rivivere ancora la stessa situazione, anche se in modo fortunatamente diverso, è stato orribile. Strofino la mia pelle fino a quando non diventa rossa e solo quando finalmente mi sento più rilassata decido di uscire.
Caccio un urlo quando vedo la faccia di André sbucare dalla finestra del bagno e prima che possa intravedere qualcosa torno nella doccia tirando la tendina.
-Devi smetterla di entrare così!- esclamo rossa come un peperone.
-Non pensavo ti stessi lavando... e la finestra della camera è chiusa, come entravo?- lo sento dire.
-Forza esci, ti passo l'accappatoio- aggiunge poi ridacchiando.
-No!- gracchio andando praticamente in iperventilazione.
-Mi giro, lo giuro-
-Lo giuri?-
-Ti fidi?- ribatte sempre più divertito.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo e scostando la tendina noto che si è girato verso la finestra per davvero. Esco, iniziando a far gocciolare per terra, ed infilo le maniche per poi legarmi il laccetto in vita.
-Grazie- balbetto.
Lui mi sorride dolcemente, facendomi arrossire ancora di più. È assurdo come, quando sono con lui, la mia carnagione chiara si diverta a colorarsi di continuo.
-Come stai?- mi chiede sedendosi sul suo letto.
-Meglio dai- rispondo mentre raccolgo i miei vestiti dal pavimento e li deposito nel cesto dei panni sporchi.
-André-
Lui sospira e mi fa cenno di parlare, certo di cosa, da lì a poco, gli avrei chiesto.
-La conosci?-
Annuisce, unendo le mani sotto il mento.
-L'ho conosciuta cinque anni fa in Francia- mi spiega mentre si distende.
Mi siedo accanto a lui, pronta ad ascoltare il suo racconto.
-Cinque?!- esclamo colta alla sprovvista.
-Ma quanti anni hai?- domando incuriosita.
-Ventuno, perché?-
Alla sua risposta spalanco gli occhi e balbetto qualcosa di incomprensibile.
-Io ne ho diciassette!-
-Lo so, quindi?- chiede lui confuso.
-Niente niente- borbotto mordicchiandomi le unghie.
Con la mia fantastica uscita ho finito per fare la figura dell'idiota. Come al solito. Solo che non pensavo fosse molto più grande di me e invece abbiamo ben quattro anni di differenza. Lui scuote la testa e riprende a parlare mentre mi solletica la schiena con le dita.
-Semplicemente cinque anni fa uccise tutti i miei compagni di squadra ed io non sono riuscito a fare nulla per salvarli. Ci siamo incontrati qualche volta anche dopo, tutto qui. Non pensavo di vederla anche in Inghilterra-
Annuisco per poi alzarmi e afferrare la spazzola dal comodino. Questo spiega molto l'atteggiamento che ha assunto con Rin quando lei non voleva stare in coppia con me.
-Posso?- mi chiede prima di prendermi l'oggetto dalle mani.
Annuisco non avendo la forza per rispondere e mi lascio pettinare da lui, che cerca in ogni modo di sciogliere i nodi senza farmi male.
-Hai dei capelli particolari-
-Come se non lo sapessi- borbotto con un sorriso.
-Sono belli-
Al complimento il mio sorriso si allarga ancora di più. Per mettermi il pigiama mi chiudo in bagno dove cerco di darmi un contegno. Davanti allo specchio mi do qualche pacca sulla guancia per togliere il rossore che ormai costantemente mi perseguita e mi lavo il viso più e più volte.
Tornando nella stanza è come se ogni mio tentativo non fosse servito a niente. André mi accoglie a petto nudo, senza maglia. Ogni suo muscolo in evidenza. Lo osservo da capo a piedi, rapita da tutto il suo corpo dannatamente perfetto. Le spalle larghe, i pettorali, gli addominali scolpiti e la V che scende fin sotto l'elastico dei pantaloni. Avvampo, rendendomi improvvisamente conto di avergli fatto un analisi completa con gli occhi. André fa finta di niente, consapevole però dell' effetto che ha su di me. A volte penso che lo faccia apposta e che si diverta a vedermi in questo stato. Teoria confermata dal dannato sorriso che ha stampato in faccia.
-Che stai facendo?- dico deglutendo e provando a spostare l'attenzione su altro. Missione quasi impossibile purtroppo.
-Mi preparo per la notte-
-Cosa?!- esclamo in imbarazzo non capendo.
Ignorandomi si toglie anche i pantaloni, rimanendo in mutande. Inizio improvvisamente a sudare e cerco il più possibile di non spostare il mio sguardo dal suo viso. Non mi sono mai trovata in una situazione tanto imbarazzante.
-Se fossi rimasta cinque minuti in più all'ingresso avresti saputo che per il comportamento di Rin siamo tutti sospesi per qualche giorno, quindi non operiamo sul campo. Nick e Guren sono stati richiamati dai superiori dato che appartengono alle famiglie nobili. Sinceramente non avevo voglia di rimanere in camera da solo, quindi eccomi qui. C'è qualche problema per te?-
-Eh? Sì, cioè no, no no, non credo- rispondo a disagio. Vorrei sotterrarmi.
André scoppia a ridere e si avvicina. Posa una mano sulla mia testa e mi sorride con una dolcezza infinita.
-Sei carina quando sei in imbarazzo-
Ecco, perfetto. Arrossisco ancora di più, i pomodori dovrebbero essere invidiosi di me.
Apro con nonchalance la finestra per far entrare un po' d'aria. Aria che serve solo ed esclusivamente a me.
-Buonanotte- dico poi infilandomi sotto le lenzuola.
Guardo il letto accanto al mio, quello in cui prima dormiva Rin, certa che il ragazzo si metterà a dormire lì. Invece André si sdraia al mio fianco, dandomi la schiena.
-Buonanotte Naomi-
Mille brividi mi percorrono l'intero corpo e solo perché ha pronunciato il mio nome. Dannazione, cosa mi sta succedendo?

Blood Bullet [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora