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Londra, 19 aprile 4105 d.C

-Propongo una gara- dice Rin mentre riempie il panino di prosciutto.
Guren sorride al mio fianco e Nick sbuffa, cercando di nascondere il suo interesse.
-Ovvero?- chiede il mio migliore amico incrociando le braccia.
-Chi uccide più vampiri vince le porzioni di cibo di tutti gli altri per una settimana-
-Sei così sicura di vincere?- la provoca Nick sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Mi sembra ovvio- risponde lei alzando gli occhi al cielo.
-Preparatevi a perdere, principianti- si pavoneggia Guren.
Sorrido persa nei miei pensieri. Se solo, fissando la sedia vuota, non avessi la sensazione che manchi qualcuno, potrei far finta che la mia famiglia sia tutta qui. Unita e felice come un tempo.
Alzo gli occhi dal mio piatto, sentendomi osservata, ed incrocio lo sguardo di André, che mi fissa da lontano. Lo saluto con una mano e gli faccio segno di unirsi a noi. La sua reazione mi lascia abbastanza perplessa. Sbuffa e se ne va, sparendo nello stesso modo in cui è apparso.
-Tutto bene?- mi chiede Guren al mio fianco.
Annuisco e mi alzo, dicendo ai miei compagni di squadra di essere stanca e che mi sarei riposata un po'.
-Ricordati, alle quattro davanti al cancello- mi informa Nick, responsabile come al suo solito. Non rispondo e mi limito a fargli un cenno con la testa.
A passi svelti mi allontano dal tavolo e dalla mensa, dirigendomi nella mia camera. In realtà sono tutto fuorché stanca. Non so perché abbia sentito il bisogno di allontanarmi, forse perché era da tanto che non mangiavamo tutti insieme e l'assenza di Taro mi faceva pesare troppo il cuore.
Mi cambio infilando dei pantaloncini, una canottiera e le mie scarpe da ginnastica. Ho voglia di allenarmi, di muovermi e soprattutto di sfogarmi per non restare sola con la mia mente. Lego i capelli in una coda disordinata e cammino verso la palestra.
Dato la bella giornata decido di rimanere all'aperto, sulla pista di cemento. Inizio con lo stretching, poi piano piano con la corsa. Non ho idea di quanto tempo le mie gambe abbiano continuato a muoversi alla stessa velocità, né di quanti giri io abbia fatto. So solo che quando rientro all'interno dell' edificio con l'intenzione di prendere a pugni il sacco da boxe, trovo al mio posto André, concentrato a massacrarlo. Credo di non aver mai visto nessuno picchiare così forte. Sembra che il sacco sia parte di lui. Ad ogni suo colpo ho paura che possa romperlo.
Lo guardo meravigliata. Anche sudato, con le vene sporgenti e la mascella contratta è bellissimo. Soprattutto in questa versione aggressiva e selvaggia. Scuoto la testa violentemente per scacciare quei pensieri assurdi che mi fanno vergognare di me stessa. Mi avvicino cautamente cercando di non interrompere il suo allenamento.
-Che vuoi?- chiede brusco tirando l'ennesimo pugno.
Faccio un passo indietro offesa dal suo comportamento duro nei miei confronti. Non mi ha neanche guardata in faccia.
-Come sei antipatico- mi lascio sfuggire.
-Come sei noiosa- afferma lui. Non ha il suo solito sorriso sul volto. Credo che non stia scherzando.
-Io non sono noiosa- ribatto portando le mani sui fianchi.
Lui si interrompe un attimo per poi finalmente guardarmi. Mi squadra da capo a piedi, come è solito fare, e sbuffa rumorosamente, tornando ad ignorarmi.
-Qualcuno si è svegliato con la luna storta?- sbotto infastidita.
-Ancora qui sei?-
Prendo un bel respiro cercando di non innervosirmi ulteriormente e gli rispondo a tono.
-Tra mezz'ora bisogna trovarsi davanti al cancello. Cerca di non fare tardi e di tornare in te- detto ciò esco dalla palestra tornando ai dormitori femminili.
Mi lavo velocemente, consapevole di essere già in ritardo, ed in fretta e furia mi infilo la divisa militare per la missione. Corro il più veloce possibile, con le gambe doloranti, verso il luogo di ritrovo. Quando arrivo ho il fiatone.
-Sei in ritardo di dieci minuti, come sempre- mi fa notare Rin mentre alza gli occhi al cielo.
Mi appoggio a Guren mentre stringo con una mano la milza dolorante.
-Bene ora che ci siamo tutti posso parlare. Dato che non ci è stata assegnata nessuna missione particolare, oggi come abbiamo stabilito a pranzo, ci sfideremo a chi ucciderà più mostri. Tuttavia, resteremo nel Mitte per evitare gli Aurum. Chiaro?-
Annuiamo tutti, aspettando che Nick continui con il suo discorso.
-Riguardo le coppie, scegliete voi. Io resterò da solo visto che sono il caposquadra. Voi ovviamente sommerete il numero di vampiri uccisi individualmente.-
-Ci credi così scarsi?- domandò Rin più per infastidirlo che per avere una risposta.
-Decisamente-
Guren mi guarda cercando di avvicinarsi, ma la ragazza dai lunghi capelli rossi lo afferra per il braccio fermando la sua intenzione.
-Tu stai con me- esclama decisa. Probabilmente non voleva restare da sola con André dato che lo detesta.
Mi giro vero il francese, beccandolo a fissarmi. Sbuffa ancora una volta e sale in macchina. Non riesco proprio a capirlo. Cosa gli ho fatto? Non mi viene in mente niente di niente.
Il viaggio non è lungo visto che la zona di mezzo è vicina al Sichern, così lasciamo la Jeep vicino al Tamigi e proseguiamo a piedi, separandoci dagli altri.
-Non c'è nessuno in giro- borbotta André.
-Ci sono, ma si nascondono per il sole. È la notte il momento in cui sono più forti-
-Lo so, ma non è una caccia al vampiro leale-
-Non lo è neanche quando loro bevono il nostro sangue-
Lo vedo irrigidirsi alle mie parole, ma decido di non farci molto caso.
-Vieni- gli dico nascondendomi tra le ombre di due case.
-Perché comandi tu?- chiede stizzito.
-Prendo l'iniziativa, è diverso- rispondo acidamente.
Lui sbuffa roteando gli occhi.
-Piantala- esplodo ad un certo punto. Non lo sopporto più. Il mio livello di sopportazione ha un limite. André alza un sopracciglio e un sorriso crudele gli spunta sul viso.
-Piantala di fare così- ripeto indicandolo.
-Così come?- ridacchia.
-Ti sembra il modo di comportarti?-
-Non so di cosa tu stia parlando- afferma sempre con il sorrisino strafottente.
Un vampiro, uscendo dal suo nascondiglio, spunta alle sue spalle per attaccarlo. Evoco velocemente la mia arma e con un colpo solo si sbriciola in mille pezzettini. André non si muove di un centimetro, come se niente fosse successo.
-Mi prendi anche in giro?-
-Non mi permetterei mai-
Lo sta facendo. Palesemente. Mi giro di scatto, sentendo un movimento dietro di me, e sparo un altro proiettile. Parlando non ci siamo accorti che degli Aes ci hanno circondati.
-André puoi dirmi che hai?- chiedo uccidendone un altro.
Ci troviamo vicinissimi, schiena contro schiena, a combattere per la nostra vita e in questo caso per il nostro divertimento. Un brivido mai provato prima mi attraversa la spina dorsale e tante piccole scosse mi solleticano la pelle ogni volta che i nostri corpi si sfiorano. André ha evocato ormai da un po' la sua arma: si tratta di una lunga spada dalla lama affilatissima, con la quale infilza e taglia i vampiri senza la minima esitazione. La impugna con la mano destra e affonda i colpi come se fosse nella sua natura farlo, come se fosse uno spadaccino addestrato dalla giovane età. Ad un certo punto, senza il minimo preavviso, mi afferra per la vita facendomi girare verso di lui. Mi ritrovo con la faccia sul suo petto e con un suo braccio a stringermi forte.
-Ti è piaciuto?- domanda fissandomi negli occhi. Lo guardo stranita e mi scosto leggermente per poter combattere l'ennesimo nemico.
-Di cosa stai parlando?
-Ti è piaciuto? - ripete lui mentre attacca con un affondo.
-Cosa?!- esclamo spazientita.
Le sue iridi nere come la pece si impuntano nuovamente nelle mie come per analizzarmi a fondo, come per scoprire ogni mia debolezza.
-Il bacio del tuo innamorato-
Non c'è imbarazzo nella sua voce, non c'è nessuna traccia di disagio. Alla sua affermazione vorrei sotterrarmi. Lo ha visto? O Guren gliene ha parlato? Distolgo lo sguardo, cercando di nascondere dietro i miei capelli il rossore presente sulle mie guance.
-Ti sembra il momento adatto per parlarne?- ribatto alzando gli occhi al cielo.
Lui mi ignora ripetendo la stessa domanda ancora una volta.
-Ti è piaciuto?-
-Non credo che siano cose che ti riguardino e comunque Guren non è il mio ragazzo- borbotto, ricaricando velocemente il mio Barrett.
-Baci persone a caso?- chiede ridacchiando senza in realtà divertirsi per davvero.
-Non l'ho baciato io- ammetto mordicchiandomi il labbro inferiore.
-Ah no?- un sorriso sincero illumina finalmente il suo viso per la prima volta in tutto il giorno.
-No, Guren aveva solo bisogno di essere consolato... e ha fatto un errore, tutto qui. È solo il mio migliore amico- gli spiego.
Il sorriso di André si allarga ancora di più sentendo le mie parole. I vampiri rimanenti sembrano essersi dileguati, quindi ci sediamo per terra stremati e sudati per la fatica.
-Anch'io ho bisogno di consolazione-
Ci metto un po' di tempo prima di capire la sua allusione. Arrossisco violentemente, diventando a tutti gli effetti un pomodoro vivente con gambe e braccia, e gli tiro uno schiaffetto sul braccio.
-Ma smettila- rido nervosamente, mentre ripenso al bacio di Guren.
Mi è piaciuto? È una domanda a cui non so rispondere, dato che il mio primo bacio mi è stato rubato così, senza nemmeno il mio consenso. Non so se mi sia piaciuto, ma so che l'affetto che provo per lui non è altro che l'amore che una sorella prova per un fratello. Niente di più, niente di meno.

Blood Bullet [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora