Luogo sconosciuto, 1 luglio 4105 d.C
Aaron. Mamma. Papà. Guren.
Aaron. Mamma. Papà. Guren.
Aaron. Mamma. Papà. Guren. André.
Aaron. Mamma. Papà. Guren. André.
Aaron. Mamma. Papà. Guren. André. Gideon.
Gideon?
-Gideon, si è svegliata?- chiede una voce femminile mai sentita prima.
-Non ancora-
Non capisco, dove mi trovo? E perché le mie palpebre sembrano incollate?
-Sono passati due giorni, com'è possibile?-
-È umana ed era molto debole quando le ho iniettato il sonnifero. Mi sento ancora in colpa per questo-
Adesso ricordo! Quel vampiro biondo nell'AS mi ha addormentata!
Cerco di riordinare la mente date le numerose informazioni che il mio cervello sta ricordando. Le immagini della piazza, delle torture, dei miei genitori, sostituiscono immediatamente il nero dentro il quale ero immersa, facendomi venire un gran mal di testa.
Mi lamento portandomi una mano sulla fronte. Il mio gesto non passa inosservato, infatti sento subito le due persone, avvicinarsi a me.
-Ehi, mi senti?- domanda Gideon, che capisco essere il vampiro che mi ha salvata.
Annuisco, riuscendo finalmente ad aprire un occhio. La luce mi acceca all'istante quindi sposto la mano sulla mia faccia, cercando di coprirmi.
Mi rendo conto di trovarmi su un comodo letto a baldacchino, coperta da leggere lenzuola profumate. Metto a fuoco le figure solo dopo un po', soffermandomi soprattutto sulla ragazza che mi guarda incuriosita. Avrà all'incirca quattordici anni. Anche lei come Gideon ha lunghi capelli dorati che le cadono sulle spalle in morbide onde. Sembrano fratelli.
-Vado a chiamare il Signorino, vorrà sicuramente essere informato- afferma senza smettere di fissarmi.
-Secondo me ha fame- aggiunge poi assottigliando lo sguardo.
-Mare! Vai per cortesia- la rimprovera l'altro scuotendo la testa.
-Scusala, a volte non si rende conto di ciò che dice-
-Non fa niente- rispondo mettendomi a sedere.
-Vuoi dell'acqua?-
-Oh sì, grazie. Sei molto gentile-
Mi rivolge un piccolo sorriso mentre versa l'acqua della brocca, posta sul comodino, in un bicchiere. In un sorso la finisco tutta, sentendomi subito meglio e meno assetata.
-Dove sono?-
Mi guardo intorno spaesata, non trovando niente a me familiare. La camera da letto in cui mi trovo è grande e spaziosa, con tutto il necessario: un armadio, uno specchio e persino una scrivania.
Mi alzo, accorgendomi della vestaglia bianca che indosso e che mi copre fino alle ginocchia, e mi dirigo verso l'enorme finestra alla quale poi mi affaccio.
Studio con attenzione il paesaggio: mi trovo su un'isola che sembra essere circondata dal deserto. La struttura in cui sono è costruita nel punto più alto, perciò riesco a vedere perfettamente le case di pietra sottostanti. Non sono molte, anzi. L'isola è circondata da alte mura e da questa angolazione non riesco nemmeno a scorgere un cancello d'ingresso.
La apro, rimanendo scioccata dall'odore dell'aria che mi investe. È così che, dai racconti della mia famiglia, ho sempre immaginato quello del mare.
Ma dov'è il mare allora?
-Mont Saint Michel o almeno un tempo si chiamava così questo posto-
-Non ho presente- ammetto storcendo il naso.
-Non credo che qualcuno si ricordi della sua esistenza. È in Francia comunque, ma non posso rivelarti esattamente dove, sono desolato- mi spiega mettendosi al mio fianco.
Lo spio con la coda dell'occhio. Ha le palpebre chiuse ed un'epressione rilassata mentre il vento gli spettina i riccioli.
-Non conoscono l'Inghilterra, figuriamoci la Francia. Non mi fa alcuna differenza- borbotto poggiando le mani sul davanzale di marmo.
-Molti anni fa, si trattava di un'abbazia dedicata ad un Santo di nome Michele, sai? Adesso è la nostra casa, o meglio quella del nostro re. Io abito laggiù con mia sorella minore- dice indicandomi una piccola costruzione.
-Del vostro re?- lo interrompo irrigidendomi.
-Esatto e della sua famiglia. Credo che voi umani li chiamate Beter o Ves... qualcosa di simile, insomma-
-Veteres- lo correggo rabbrividendo.
-Quindi non abitano in Germania? Abbiamo sempre creduto che si nascondessero là-
-Oh no, forse una volta. Ma è da secoli che ormai si sono stanziati qui-
-E tu sei un Veteres?- mi informo allontanandomi di qualche passo.
-No- ridacchia. -Sono solo un protetto del Signorino. Ci soprannominate Aurum e nobili- mi sorride dolcemente.
Mi siedo sul letto di nuovo ed afferro un altro bicchiere, sentendo improvvisamente la gola secca.
-Stai bene? Vuoi una medicina? Sei molto pallida- si preoccupa immediatamente il vampiro accucciandosi davanti a me.
-No... è solo che... troppe informazioni-
Chiudo gli occhi cercando di controllare il respiro.
-Naomi?-
Sentendo il mio nome mi rialzo di scatto, facendo sobbalzare il povero Gideon.
Mi giro verso la porta con il cuore palpitante e rimango ferma sul posto, immobile. Vorrei correre incontro ad André, saltargli addosso, abbracciarlo forte, baciarlo, ma qualcosa mi trattiene, qualcosa non mi permette di far nient'altro che osservarlo.
Indossa un paio di jeans neri ed una maglia bianca che aderisce perfettamente al suo corpo muscoloso. I suoi capelli sono più corti del solito, più curati. Dall'ultima volta che l'ho visto, ferito, sporco di sangue, sembra un'altra persona.
Quando i nostri occhi si incrociano il mio cuore fa una capriola. Sono scuri. Era da tanto che non li vedevo di questo colore.
Mi sorride, eppure non riesco a ricambiare.
Chi è realmente André? Alla fine, nonostante mi abbia promesso di raccontarmi tutto è sempre stato molto evasivo nelle risposte. Io non so niente di lui, niente.
-Signorino, mi dileguo- interrompe il silenzio l'Aurum facendo un piccolo inchino e lasciando la stanza.
-Naomi?- mi richiama André quasi in un sussurro.
Quando fa un passo verso di me, di conseguenza indietreggio.
La sua espressione prima felice ora è totalmente confusa.
-Sei tu il re?- chiedo di getto.
-Cosa? No, certo che no- risponde prontamente contraendo la mascella.
-Fai parte della sua famiglia allora, sei un Veteres. Perché non me lo hai detto?-
-Non c'era bisogno di farlo- dice spostando lo sguardo.
-Era tutto una bugia quindi? Cosa ci facevi nell'esercito? Mi avevi detto che non avevi più una famiglia, ma a quanto pare non è così! Mi hai mentito su tutto, no? Sul tuo sogno, su Rose, sulla tua vera natura! Anche quel bacio era una bugia?! Perché se è così allora io...-
Non faccio in tempo a finire di parlare che André con una velocità assurda si avvicina e preme le sue labbra sulle mie, zittendomi.
Vorrei continuare ad urlargli contro tutto il mio rancore, il mio dolore, ma il suo profumo, il suo dannato sapore, ogni cosa di lui mi manda completamente in tilt il cervello.
Non ricordo più ciò che volevo dirgli, a momenti non ricordo più nemmeno il mio nome.
Ci siamo solo io e lui, lui ed io. Non esiste più la camera, non esiste più niente intorno a noi. Tutto è scomparso lasciando spazio ad un'esplosione di sentimenti soppressa per troppo tempo. I giorni passati senza di lui, i giorni di preoccupazione, i giorni di tristezza e solitudine, adesso sono lontani, riempiti dai nostri cuori che battono all'unisono.
È un bacio diverso dal primo. Mentre l'altro era dettato dalla nostra disperazione, dalla nostra angoscia, questo è carico di desiderio, di passione, di amore.
Senza difficoltà mi prende in braccio ed io circondo il suo bacino con le mie gambe, stringendo le cosce per paura di cadere. Uno strano verso esce dalle mie labbra quando la sua mano percorrere la mia schiena e mille brividi percorrono il mio intero corpo partendo dalla spina dorsale.
Lo sento sorridere contro la mia bocca e di conseguenza lo faccio anch'io, mentre intreccio i suoi capelli tra le mie dita.
Non so come, ci ritroviamo sul letto, dove André mi schiaccia con il suo peso. Mi bacia con ancora più foga, giocando con la mia lingua, tirandomi e mordicchiandomi il labbro inferiore.
Mi accarezza una gamba, poi il fianco e sale, sale ancora di più ed io tremo come una foglia al suo tocco.
-André- sussurro il suo nome, mentre gli graffio la schiena senza volerlo.
Geme ed io arrossisco.
Sento la pelle andare a fuoco, bruciare, scottare come non mai.
E quando André si stacca dalla mia bocca, mangiandomi con le sue iridi rosse ed infuocate, ho il fiatone e le guance bollenti.
Ci osserviamo senza dire una parola, bramando ancora l'uno il sapore e le mani dell'altro.
Il ragazzo chiude gli occhi, poggiando poi la sua fronte contro la mia, riprendendo piano piano il controllo di sé.
Quando li riapre sono tornati del colore della notte.
-Ti dirò tutto, te lo giuro- mi promette sdraiandosi accanto a me e depositandomi un bacio sulla tempia.
Mi rannicchio al suo fianco, poggiando la testa sulla sua spalla e la mano sul suo petto. Lui mi circonda la vita con il braccio, disegnando dei cerchi immaginari sulla mia pelle, la quale brucia nonostante la stoffa della tunica.
Sono pronta, sono pronta ad ascoltarlo.
-Non so da dove partire- ammette passandosi una mano tra i capelli.
-Da dove vuoi, davvero- cerco di tranquillizzarlo.
Prende un bel respiro prima di iniziare a parlare. È nervoso.
-Il mio nome è André De Poitiers, come già sai, e sono un vampiro da 546 anni... Non ero a Londra per il motivo che ti ho detto quel giorno in palestra, ma perché ho sentito il desiderio di andarmene dalla Francia. Qui ero troppo rintracciabile, da Rose, dalla mia famiglia...-
-Rose? Rose Illary?- lo interrompo.
-Già. Non ne vado fiero, ma un tempo io e lei... ci frequentavamo. Poi per lei sono diventato un'ossessione e quando mi sono stufato, ha deciso di seguirmi e rovinare la mia vita. Quando ti ho detto che ha ucciso tutta la mia squadra cinque anni fa, non ti ho mentito. Lo fa ormai da tre secoli... uccide tutte le persone a cui mi lego. Non pensavo che mi avrebbe seguito anche in Inghilterra, sai? Non la vedevo da un po' ed ingenuamente ho pensato di essere riuscito a liberarmi di lei-
-Perché ti mescoli tra gli umani?- domando sentendo il bisogno di cambiare discorso, data la strana morsa che sento all'altezza del cuore.
-Perché mi manca esserlo... mi manca vivere senza la costante paura di far del male alle persone che mi stanno vicino. I miei occhi mi permettono di nascondermi, di non farmi notare... quindi perché no? Perché non rischiare? Ho vissuto per così tanto tempo che prima non mi importava di essere scoperto o di morire. Forse una parte di me lo ha sempre voluto, ma adesso le cose sono un po' cambiate-
-Perché?-
-Perché ci sei tu Naomi. Non mi sentivo così vivo da secoli-
Sgrano gli occhi diventando rossa come un peperone.
-Che mi dici dei Veteres?-
-i Veteres sono i primi vampiri ed io sono uno di loro...- una risata nervosa gli esce dalla bocca.
-Non ci vado molto d'accordo, per motivi che non ti sto neanche a spiegare. Non sono la mia vera famiglia, ma un tempo erano i miei colleghi di lavoro e...-
La porta della stanza si spalanca ed entra Mare con il fiatone. Appena ci vede, avvinghiati sul letto, sposta lo sguardo da noi al pavimento.
-Scusate l'interruzione, ma si tratta di una questione urgente. Re Nicolaj desidera vedervi, Signorino-
André stringe i pugni e sbuffa rumorosamente. Si alza dal letto senza neanche salutarmi o degnarmi di un'occhiata. Perché questo cambiamento improvviso? Non lo capirò mai.
-Occupati di lei- ordina alla ragazzina prima di uscire dalla stanza.
"Occupati di lei" lo scimmiotto nella mia mente. Cosa sono? Un animale?
-Emm...Ciao- saluto la ragazzina, mentre mi alzo dal letto cercando di darmi una sistemata.
Le porgo la mano presentandomi e lei fa lo stesso, ricambiando con una stretta forte e decisa.
-Sono Mare, la sorella di Gid. Finalmente c'è una ragazza con cui posso parlare! Sono così felice! Oh che collana carina! Posso vederla?- mi chiede tutta contenta.
Non faccio in tempo a dirle qualcosa che lei la tocca, bruciandosi le dita.
-Scotta!- si lamenta mettendosele in bocca per alleviare il dolore.
-Mi dispiace... il metallo con cui è realizzata serve per tenervi lontano- le spiego guardandola preoccupata.
-No, tranquilla! È colpa mia, mi ero dimenticata che tu fossi umana! Non preoccuparti- mi sorride a trentadue denti. È così allegra che è difficile non farsi contagiare.
-Vieni! Adesso ti preparo la vasca e ti aiuto a lavarti! Il bagno è proprio qui davanti!-
Afferrando il mio braccio mi conduce fuori dalla camera, saltellando di tanto in tanto.
Non ho mai visto un bagno così bello in vita mia. È enorme, con le pareti di pietra ed una grande finestra che si affaccia sul mare.
-È il mare quello?- domando meravigliata schiacciando il naso sul vetro.
-Oh sì, stupendo vero?-
-Ma prima c'era il deserto- balbetto stupita e confusa. Com'è possibile? Non ci sto capendo niente.
-Oh giusto! Non so spiegartelo bene, ma a certi orari l'acqua circonda tutta l'isola. Dovresti chiedere a Gid, lui se ne intende di queste cose- mi informa mentre riempie la vasca al centro della stanza ed accende qualche candela profumata.
Osservo rapita il sole venire divorato dall'azzurro e il cielo striato di mille colori che vanno dal rosso al rosa. È uno spettacolo unico, un tramonto assurdo e magnifico.
-È tutto pronto! Adesso dovresti spogliarti!-
-Eh!?- esclamo a disagio spalancando gli occhi.
-Beh come vuoi lavarti? Vestita?- sghignazza lei scuotendo la testa.
-Puoi girarti, per favore...-
-Oh certo, nessun problema!-
Le sorrido grata e sfilo la tunica e l'intimo. Il mio sguardo cade subito sulle cicatrici e le ferite ancora evidenti presenti sul mio corpo e di conseguenza la mia mente proietta il volto del Capitano Campbell, che mi sorride diabolico. Le mie mani iniziano a tremare e così le mie gambe. Perché non mi lascia in pace? Perché deve seguirmi anche qui?
-Tranquilla, sono molto sexy!- esclama la ragazzina distraendomi dai miei pensieri.
-Mare!- urlo io coprendomi il più possibile e sentendo le guance surriscaldarsi.
-Scusa, ero curiosa! Volevo capire perché il Signorino fosse così preso da te! Spero tu possa perdonarmi!-
Appena si inchina per scusarsi, ne approfitto per immergermi nella vasca, in modo tale da nascondermi dai suoi occhietti invadenti.
-Ma André... lui non mi ha... insomma hai capito!- balbetto sprofondando ancora di più nell'acqua.
-Non devi essere timida con me Naomi! Nei miei cinquecento e più anni da vampira ho visto e fatto molte cose! Non ti giudico- mi sorride ancora, mentre inizia a massaggiarmi ed insaponarmi i capelli.
-Tu hai...?-
-Certo! Ma mio fratello non deve saperlo!- ridacchia facendomi l'occhiolino.
-Davvero tu e il Signorino non avete fatto nulla?- chiede poi.
Scuoto la testa energicamente. Questo argomento non mi piace, per niente.
-Oh che bello! Potrò darti così tanti consigli! Come vi siete conosciuti?-
Santo cielo. Riceverò consigli da una bambina di quattordici anni. Voglio morire.
-Nell'esercito...- mormoro scoppiando una bolla di sapone per fingermi disinteressata all'argomento.
-Sono felicissima sai? Dopo quella strega di mia sorella non ha più voluto affezionarsi a nessuna donna!-
-Sei la sorella di Rose?- domando immediatamente, guardandola dritta negli occhi. Mare sussulta presa alla sprovvista. Ora che ci faccio caso posso notare una certa somiglianza tra lei, Gideon e la vampira dei miei incubi. Tutti e tre hanno i capelli dorati ed i tratti del viso dolci e delicati.
-Purtroppo... la conosci?-
-Più o meno, i nostri incontri non sono stati molto piacevoli- le rivelo stringendo i denti.
-Oh mi dispiace, posso immaginare... è diventata più cattiva con gli anni-
-Rose e André stavano insieme, giusto? Com'è finita?-
Voglio sapere. Voglio sapere tutto.
-Non so se posso dirtelo... Oh, cosa importa? Sono segreti tra donne questi! Ho deciso che ti racconterò dal principio, da dove tutto è iniziato. C'era un periodo in cui il Signorino era molto diverso da quello che tu hai conosciuto, sei stata fortunata. Era il 3560 quando siamo stati trasformati da lui, un anno dopo che la diffusione del virus ebbe inizio. È entrato a far parte della nostra famiglia piano piano, conquistandosi la nostra fiducia, ammaliando Rose con la sua bellezza. A causa dei suoi occhi non potevamo immaginarci che lui fosse tra i portatori principali del vampirismo. Ci ha ingannati, si è sfamato con il nostro sangue, ci ha reso esseri quasi immortali. Credo che subito dopo si sia sentito in colpa, forse vedendo i nostri genitori fare di tutto per proteggerci, persino cercare di ucciderci. È per questo che siamo suoi protetti, così come tutti coloro che sono stati trasformati da lui direttamente. Al contrario di quello che puoi pensare non sono molti e non è neanche qualcosa di scontato. La differenza principale tra Aurum ed Aes è che i primi sono a conoscenza di alcuni segreti per sopportare la luce del sole, sono addestrati dai Veteres stessi... In pratica siamo Aurum e godiamo di alcuni privilegi solo perché lui ci ha salvati, ci ha presi con sé quando poteva lasciarci a morire, come hanno fatto gli altri membri della famiglia reale con molti vampiri. È per questo che abbiamo deciso di servirlo sempre e di sottostare solo a lui e non al re! Oh questo forse non dovevo dirlo... ti prego non glielo riferire!
-Non lo farò, hai la mia parola- rispondo cercando di analizzare ogni singola informazione.
-Grazie, grazie davvero! Comunque... cosa stavo dicendo? Oh giusto! In quegli anni abbiamo seguito il Signorino ovunque, Rose in particolare. Lei pendeva dalle sue labbra, faceva ogni cosa orribile che lui le ordinava di fare. Non ci ha mai obbligati però, sotto questo punto di vista è sempre stato buono. Il Signorino era molto arrabbiato in quegli anni, o meglio, lo è stato fino a tre secoli fa. In realtà lui e mia sorella non sono mai stati davvero insieme, loro ecco... come posso dirlo? Soddisfavano i loro bisogni? O almeno così era per il Signorino. Quando però lui le disse che non la voleva più tra i piedi, che voleva capire gli umani e mettersi nei loro panni, lei perse completamente la testa. Diventò matta! Più matta del Cappellaio Matto!-
Il Cappellaio matto? Chi?
-Lo seguiva ovunque, davvero, in ogni dannato luogo. Per vendetta uccise tutte le squadre con cui il Signorino si univa. Non capiva perché fosse cambiato così, da un giorno all'altro. Perché effettivamente non è che ti svegli la mattina e dici "ehi voglio sterminare tutta la mia specie e vivere con il mio nemico", giusto? In realtà, se solo lei non fosse stata accecata dal suo desiderio malato, si sarebbe resa conto che il giorno in cui prese quella decisione era l'ennesimo anniversario della morte di sua madre. Non ne parla mai, sai? Lo so perché ho letto di nascosto una vecchia lettera da parte della sua mamma una volta, e tra l'altro lui ogni anno quel giorno sparisce fino al mattino seguente. L'ho letta per sbaglio però! Non volevo! Fatto sta che Rose non comprese che ci fosse sotto qualcosa, non comprese che il Signorino era stufo di vivere senza vivere realmente e quindi perse la ragione, si dimenticò di quei sentimenti che la legavano ancora alla dimensione umana. Voi uomini credete che noi non proviamo più nulla. Non è esattamente così. Immagina che esista un interruttore nel nostro cervello. Possiamo decidere se spegnere la luce oppure no. Il Signorino prima di quel giorno viveva nel buio totale, poi qualcosa dentro di lui è scattato e cambiato. Sono contenta, adesso sembra più felice. Credo sia anche per merito tuo! Prima di partire per l'Inghilterra non aveva quello scintillio negli occhi. Lo sai che credeva di riuscire a scappare da Rose andando a Londra? Ma lei è molto astuta e lo ha seguito anche là senza che lui se ne accorgesse...-
-Scusa ho parlato tanto, devi essere esausta di sentirmi!- aggiunge subito dopo il suo monologo.
-No, mi ha fatto piacere... grazie- sussurro.
-Senti, posso tagliarti i capelli? Lo giuro, sono capace! È che sono così belli e mi dispiace vederli in questo stato-
-Se ci tieni tanto- borbotto uscendo dalla vasca ed avvolgendomi in un accappatoio verde.
-Noi due diventeremo molto amiche! Me lo sento!- esclama abbracciandomi.
-Mare... mi stritoli- biascico io ridendo.
-Scusa! Non riesco a ricordarmi che sei un'umana e che quindi sei anche più fragile! Scusami davvero!-
-Mare, è tutto okay- le sorrido dandole senza pensarci un bacio sulla guancia. Ci guardiamo sbalordite entrambe.
-Vuoi essere mia sorella?- domanda poi toccandosi il punto in cui le mie labbra si sono posate, mentre continua a fissarmi con un'espressione di completa adorazione.
Non rispondo, limitandomi a sorridere imbarazzata. Nessuno mai mi ha fatto una domanda così strana.
Senza dire una parola Mare prende delle forbici da un cassetto ed inizia a lavorare sulla mia chioma bianca. Ho l'impressione che non riceva affetto da tanto tempo. Mi ricorda Guren da piccolo, quando cercava attenzioni dai suoi genitori senza riceverne neanche una. Per fortuna c'era Taro ad occuparsi di lui ed a volergli bene. Che anche per lei sia stato così? Ammiro Gideon allora. Lo ammiro con tutta me stessa e con tutto il mio cuore.
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Blood Bullet [IN REVISIONE]
Vampire#1 in Fantasia 21-23/12/20 #1 in Futuro 1-10/09/19 #1 in Guerra 4-29/01/21 #3 in Vampiri 8/01/20 All rights reserved - © copyright Un disastroso esperimento, un mutamento genetico, mostri assetati di sangue e dotati di ragione. Un futuro distopico i...