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-Vorrei che noi vampiri originali potessimo sbriciolarci come tutti gli altri e magari morire per mano delle vostre stupide armi. Invece no, possiamo solo ammazzarci tra di noi- borbotta pulendosi le mani sporche con un fazzoletto che ripiega e ripone nella tasca della sua elegante giacca.
-Ma ora, passiamo alle cose serie-
Mi sorride. Ed io vorrei sparire.
Mi rannicchio contro la parete e chiudo gli occhi aspettando la mia fine. In che guaio mi sono cacciata?
Almeno mille modi in cui può uccidermi passano davanti ai miei occhi non dandomi un attimo di tregua. Prego per una morte veloce, ne ho abbastanza di soffrire. Prego perché dia un taglio alla mia inutile vita.
Re Nicolaj si piega davanti a me, sento il suo alito caldo sul mio collo.
Deglutisco in preda al panico, ed il mio ultimo pensiero va a Ron ed ai miei genitori. Eppure, nonostante le mie certezze, non succede niente di tutto ciò. Il re dei vampiri mi prende in braccio come se fossi una piuma e come se niente fosse accaduto, cammina lentamente verso le sue stanze. Non dico una parola, basita, incredula e spaventata. E ora?
-Credevi davvero che non sapessi delle chiavi? La stupidità dell'uomo non ha limite- afferma duro mentre apre la porta della seconda stanza in cui avrei dovuto curiosare. Tutto nella stanza è di un lusso assurdo, dall'armadio, alle poltrone, dal letto a baldacchino al tappeto esotico.
Con una delicatezza, che mai avrei associato a lui, mi posa sul letto. Dopo di che si allontana, afferra un calice di vetro dal tavolino, e con un gesto sicuro si morde il polso per poi far colare il suo sangue nel bicchiere.
-Bevi- mi ordina.
Scuoto la testa, rimanendo nel mio silenzio.
-Quel morso è molto profondo, bevi o morirai- mi porge il calice, che prendo tra le mie mani con esitazione. Osservo il liquido rosso e già sento il mio stomaco ritorcersi al suo interno.
-Non diventerai mia schiava Naomi, il patto di sangue può avvenire solo una volta. Ora, per cortesia, bevi-
Spinge dolcemente il bicchiere verso le mie labbra e per quanto il sapore amaro mi faccia schifo, ingoio il liquido fino all'ultima goccia.
-Va meglio?- domanda con freddezza.
Annuisco portandomi la mano sulla ferita. Non c'è già più, la pelle è tornata al suo posto.
-Perché mi tratti con riguardo?- domando tenendo le distanze.
Nicolaj ride.
-Perché mi servi, mi aiuterai a realizzare il mio piano-
-Non ho intenzione di aiutarti a fare niente-
Il re dei vampiri ride ancora. Cammina verso l'enorme vetrata dalla quale si può osservare parte dell'isola di Mont Saint Michel, e si ferma a contemplare il paesaggio.
-La vita è come il gioco degli scacchi sai? Siamo tutti giocatori, tutti noi abbiamo le nostre pedine. Io gioco contro il Senato, tu giochi contro te stessa, André gioca contro la sua paura di perdere la propria umanità. Tutti noi abbiamo un avversario e tutti noi abbiamo persone che usiamo per realizzare i nostri scopi. Non dovresti essere sorpresa, no? Perché mai dovrei lasciarti vivere dopo che hai letto i miei documenti, dopo che per salvare te ho ucciso una mia suddita? Vedi Naomi, ho fatto una scelta. La domanda che mi sono posto è stata: mi è più utile una vampira distrutta dal suo amore o un'umana che ha contatti con l'esercito inglese? È stato semplice decidere.-
-Tu sei un essere... -
-Disgustoso? Crudele? Si, lo sono. Così come lo sei tu, come lo è chiunque su questo mondo schifoso. Mi credi cattivo perché uccido, perché pianifico, perché il tuo amato Senato è mio schiavo? Sono stati loro a cercarmi, a pregarmi di placare gli animi affamati dei vampiri. Sono stati sempre loro che accecati dall'idea di vivere a lungo hanno acconsentito a diventare ciò che sono ormai da secoli. Però Naomi, che scelta avevo?-
-C'è sempre una scelta-
-Certo, hai ragione. Ma la mia scelta consisteva nel vivere per sempre in un mondo di soli vampiri, che presto o tardi avrebbero iniziato a mangiarsi tra di loro, o un mondo di uomini e vampiri. Ho scelto l'opzione migliore-
-Causando una guerra basata su cosa? L'odio dell'umanità?-
-Esattamente. Non ho fatto altro che alimentare quella piccola fiamma che già stava crescendo negli animi degli uomini. Ho dato una speranza all'essere umano, gli ho dato un motivo per vivere a discapito della mia razza.-
-Avremmo potuto imparare a convivere! Perché proprio scatenare una guerra?-
-Perché ciò che è diverso spaventa. L'uomo non sarebbe mai riuscito ad andare oltre alla nostra natura. Ma ora... -
-Ora? Ora cosa sarebbe cambiato? L'uomo adesso vi odia più che mai, farebbe di tutto per uccidervi-
-Sbagliato Noami. Parli da ragazzina che non ha mai visto ciò che c'era prima. Ora l'uomo è stanco, la situazione è differente. Non combatte più come una volta, non crede più con fermezza in quegli ideali che il Senato gli aveva inculcato nella mente. Sia umani che vampiri ora sono stanchi di uccidersi, è ormai da troppo tempo che questa guerra continua.-
-Guerra che è iniziata per colpa tua-
-La Guerra era ciò che il mondo necessitava anni fa, adesso è tempo di cambiamento. È giunta l'ora di fare scacco matto, e indovina di chi ho bisogno?- il sorriso scaltro che mi rivolge mi fa rabbrividire.
-Di me... Ma come pensi di fare?-
-È risaputo che l'esercito inglese è l'anello debole del Blood Bullet. È sempre stato così. L'Inghilterra risponde sempre meno ai comandi della Germania, dispone di poche risorse per la vita e soprattutto ora come ora è sul punto della rovina. L'esercito inglese vive ancora per il semplice fatto che i vampiri hanno l'ordine di non sorpassare il Tamigi-
-Non hanno paura dell'acqua?- chiedo scioccata.
-Cosa? Assolutamente no. Ve l'ho lasciato credere. Comunque, il cambiamento non può che partire da Londra, dove voi piccoli soldatini siete stufi di lottare. Troppe perdite, troppe sconfitte. Sono a conoscenza di alcuni conflitti all'interno dell'esercito tra due famiglie: gli Howard e gli Owen. Di sicuro tu ne sai più di me. Il tuo ruolo? Sfrutta questi dissapori, mostra agli Owen i miei documenti, raccontagli tutto ciò che sai e soprattutto tutto dagli questo-
Apre un cassetto dal quale tira fuori una busta accuratamente rilegata e sigillata.
-Che cos'è?-
-Un accordo.-
-E cosa riguarda?-
-Ovviamente la mia garanzia di pace. Senza certezze non riuscirai a convincere nessuno. Inoltre, è un accordo che non potrebbero rifiutare... Cibo, medicine, tecnologie... Io dispongo di tutto e lo offro a loro. Qual modo migliore per stipulare un'alleanza?-
Sento gli ingranaggi del mio cervello iniziare a funzionare più velocemente. Potrei esplodere per le innumerevoli informazioni che in una sola giornata ho assimilato.
-Quindi Naomi, vuoi essere parte di un progetto così grande? Ovviamente devi prendere in considerazione il fatto che potresti anche non riuscirci ed essere uccisa. Voglio essere sincero con te, potrebbero andare storte molte cose-
-Non credo di avere scelta in ogni caso-
-Oh la scelta la hai. Morire qui, in questa stanza, o provare a cambiare in meglio un mondo davvero ripugnante-
Alzo gli occhi al cielo.
-Cosa ci guadagno?-
-Cosa vorresti di più?-
-Vorrei avere la certezza di non essere uccisa da te una volta portata a termine questa missione. Inoltre, ho una richiesta. Lascerai in pace me e André una volta finito tutto-
-E sia! Ognuno andrà per la propria strada. Hai la mia parola-
-Però... Perché mai vorresti un tale cambiamento?-
-Non potrei semplicemente avere a cuore le sorti dei nostri destini?-
La mia occhiataccia gli strappa una risata sincera e cristallina.
-La vita da Re può essere terribilmente noiosa e questa idea mi diverte-
-Divertimento quindi? Vuoi cambiare il presente per divertimento?- domando allibita.
-Ammetto ahimè, che il Senato pretende sempre di più, dimenticando di essere un mio schiavo. Gli ho concesso troppe libertà negli anni ed ora se ne approfitta. Ho intenzione di liberarmene-
La sua confessione non mi lascia affatto meravigliata.
Mi alzo dal letto di scatto, dirigendomi verso la porta.
-Partirò domani-
-Sono contento della tua decisione. Oh Naomi! Non dire niente ad André, di sicuro proverebbe a fermarti e se non vuoi che gli succeda niente, ti conviene portare a termine il tuo compito-
Un brivido attraversa tutta la mia schiena.
-Certamente- dico uscendo dalla camera.

Corro più che posso, corro disperatamente. Non ci credo, non posso crederci, non voglio crederci. Non è possibile. No, no, no.
Non è vero, Guren mi ha mentito. Non può essere vero! Inciampo sui miei stessi piedi, rotolando sul cemento e sbucciandomi le ginocchia. Non mi curo del dolore e mi rialzo, riprendendo a correre.
Sfreccio alla velocità della luce, cercando di rimanere comunque nascosta nell'ombra. La mia mente è annebbiata, non riesco a ragionare. Penso solo a correre, correre e correre.
"Sono successe molte cose da quando te ne sei andata. Ormai regna il malcontento"
Le parole di Guren rimbombano nella mia testa. Non mi danno tregua.
"Perdonami Naomi... Perdonami"
Inciampo di nuovo, ma questa volta riesco a tenere l'equilibrio. Mai la strada mi è sembrata così lunga. Attraverso in fretta e furia il parco, solo il suono dei miei passi e il frinio delle cicale aleggiano nell'aria.
"Lo hanno dichiarato un incidente... Ma tutti sappiamo che non è così"
Mi fermo. Ho il fiatone, la milza mi fa male, le gambe pure. Ma l'unico dolore che sento è quello nel mio petto. Urlo. Urlo con tutta la forza che mi rimane. Urlo osservando quella che una volta era la mia casa. Vorrei piangere, ma nessuna lacrima scende dai miei occhi. Vorrei gridare di più, ma la voce mi muore in gola.
Resto immobile, con gli occhi sbarrati e le mani tremanti. Le gambe mi cedono, cado, ma il mio sguardo resta fisso su quel condominio quasi abbandonato, che ora è ridotto in cenere. Non è rimasto più niente, niente.
"Una fuga di gas... Così hanno detto per giustificare la casa in fiamme. C'erano... Io... Non sono riuscito a proteggerli"
Mi rialzo a fatica, avanzando verso le macerie. Un gemito di dolore esce dalle mie labbra.
Fa male. Fa terribilmente, maledettamente male. Non riesco a crederci, non riesco ad accettare ciò che i miei occhi vedono. Non può essere vero. Non è vero. La mia famiglia non può essere morta, non è morta. Aaron, mamma, papà. Loro si sono salvati, loro devono essersi salvati.
"Dormivano tutti... Sono... Sono bruciati con la casa"
-No!- urlo tappandomi le orecchie, cercando di scacciare invano quelle parole dalla mia testa.
-NO! NO! NO!-
In uno scatto di rabbia afferro la prima cosa che mi capita e la tiro contro un pezzo di muro rimasto in piedi. Lo faccio ancora, e ancora e ancora e ancora.
Ma non sto meglio, no, affatto. Ho bisogno della mia famiglia, ho bisogno del mio fratellino, dei miei genitori. Loro non possono essere morti. Sono scappati, in tempo, ne sono certa. Deve essere così. Deve.
-Naomi... -
-No!- grido di nuovo.
-Naomi... Vieni qui-
André mi abbraccia da dietro, nonostante la mia resistenza non mi lascia nemmeno un attimo.
-Sfogati... Non trattenerti... -
-No.. - provo a dire, ma subito scoppio in un pianto disperato.
Mi accuccio per terra, stringendo forte le braccia del ragazzo.
Non c'è niente di più doloroso di realizzare di aver perso qualcuno, qualcuno che amavi. È una sofferenza che ti strappa dalle mani ogni briciolo di felicità, una sofferenza che ti abbraccia fino a strozzarti.
Rimango abbracciata ad André per ore, mi culla con dolcezza come se fossi un bambino.
Ho smesso di piangere da un po', ma ancora non sono riuscita a distogliere lo sguardo da quella che una volta era casa mia.
Non so con quale forza mi alzo di nuovo e trovo il coraggio di staccarmi dal vampiro. Stringo i pugni, ora, non c'è altro che rabbia nel mio cuore.
-Loro pagheranno. Giuro sulla mia vita che la pagheranno cara-
-Naomi... -
-No. Ho una missione da compiere e la porterò a termine. Sono morti troppi innocenti e la colpa è loro.- affermo duramente.
-Come preferisci... -
-Mi vendicheró André, fosse anche l'ultima cosa che faccio.-
Mi guarda in silenzio, una strana espressione è stampata sul suo volto.
-Raggiungi Guren, digli che parlerò con la sua famiglia tra poco. Io arriverò subito-
Annuisce e senza dire una parola scompare nell'oscurità.
Mi prendo ancora qualche istante per me, per stare sola con me stessa. Cammino tra le ceneri, abbattuta, arrabbiata, ferita. Non si meritavano questo. La mia famiglia doveva vivere.
Un'altra lacrima solca la mia guancia quando, tra la terra e la cenere, scorgo un luccichio. Raccolgo il ciondolo, pulendondolo con la mia giacca e, stringendo nello stesso momento la mia collana, lo porto al petto.
-Anche se siamo lontani i nostri cuori saranno sempre vicini- sussurro prima di voltare definitivamente le spalle al mio passato.

Blood Bullet [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora