XX, Epilogo.

3.7K 213 46
                                    

-Ci sentiremo via lettera. Potrai usare Dora, oppure qualche altro gufo della scuola.-

Scorpius sistema e le chiude la zip della felpa.

Il binario Nove e Tre Quarti è affollato come ogni primo settembre di ogni anno.

Volgo lo sguardo verso la colonna dove io ed Albus ci fermavamo sempre prima di salire sul treno.

Quanti ricordi.

Siamo qui. Nostra figlia ha compiuto undici anni qualche mese fa.

Ed andrà ad Hogwarts.

Viene verso di me, con la stessa eleganza e lo stesso portamento di suo padre.

È alta quasi quanto me, lunghi boccoli biondissimi e due occhi azzurro-blu enormi.

Mi abbraccia, ed io inspiro forte il suo profumo.

È una ragazzina fantastica, Harriet. E non lo dico perché è mia figlia, sia chiaro.

È caparbia, intelligente, solare, ed infinitamente dolce e determinata al tempo stesso.

-Mi scriverai anche tu?- è un sussurro destinato solo a me.

Mi abbasso perché possiamo guardarci negli occhi.

-Tutte le settimane, se vuoi.-

È strana. Ed è la prima volta che la vedo così.

-Tesoro..-

-Ho paura..- mi confessa.

Prendo le sue piccole e calde mani fra le mie.

-Figlia mia. Sai perché ti chiami così?-

Lei scuote la testa, confusa.

-Hai il nome di una grande donna, piccola. Hai il nome di una donna capace e coraggiosa. E sai perché abbiamo deciso di metterlo a te? Perché lo sapevamo ancora prima del tempo, che tu sei e sarai una ragazza forte e capace.-

La abbraccio e lei si rilassa quasi subito.

L'orologio batte le dieci e quarantasette.

-Ecco la mia bionda preferita!-

Io e Harriet ci giriamo.

-Zio Al!- gli corre incontro e lo abbraccia forte.

Dietro di lui, Harry e James camminano discutendo fitto fitto.

-Ciao zia Rose!-

Mi danno un bacio, ognuno su una guancia.

Li adoro. Anche se so che sono due piccoli fuorilegge.

Dopo di loro arriva Anna, che cerca di nascondere il fatto che sta piangendo.

Lily Rose, la sorellina dei gemelli, è attaccata alla sua gonna, e si guarda intorno estasiata.

È bellissima, come i nomi dei due fiori che porta.

-Hei.. Dai, li rivediamo a natale.- do una pacca sulla spalla alla mia amica, parlandole disinvolta.

Ma chi voglio prendere in giro?

Appena vedo salire i gemelli, ed appena vedo salire mia figlia, scoppio in lacrime anche io.

Li vedo scegliere uno scompartimento e sporgersi dal finestrino per salutarci.

Sembra ieri che erano tre mocciosi, che si muovevano a gattoni da una stanza all'altra della Tana.

E, Merlino, sembra ieri che c'eravamo noi su quel treno.

Anna che bussa alla porta del mio scompartimento, ed io che le dico 'resta qui, se vuoi.'

Lo smistamento ed il Cappello Parlante coi suoi 13 minuti per smistarmi.

Le lezioni, i corridoi, Hogsmeade.

Le litigate con Scorpius.

Le ronde da prefetto.

Gli schiantesimi a Scorpius in corridoio.

La spilla da Caposcuola. E ancora Scorpius che mi dava fastidio.

E poi io e Scorpius che scopriamo di amarci, proprio lì dove ci eravamo tanto odiati.

Che andiamo a vivere insieme. E ci sposiamo. Ed abbiamo una bambina.

E ci amiamo ancora, nonostante gli anni. E sono quasi diciannove.

-Mi mancherà. Tantissimo.- mi dice, circondandomi le spalle con un braccio.

Annuisco. Sento che, se dico una parola, piango seduta stante.

L'orologio batte le undici. La locomotiva scarlatta davanti a noi fischia forte.

Il treno comincia a muoversi.

Stringiamo un'ultima volta la mano di nostra figlia.

Poi la lasciamo andare.

Non riesco a non piangere. Scorpius mi abbraccia.

-Hei.-

Mi da un piccolo bacio sulle labbra, che mi fa venire comunque i brividi.

Smetterà mai di farmi questo effetto?

-Se la caverá. Non piangere per questo.-

Tiro su col naso come una bambina.

-Non la vedremo fino a Natale. E come posso dirglielo per lettera?-

Mi guarda perplesso.

-Dirle cosa?!- mi chiede.

-Che non solo dovrà sostenere gli esami di fine anno, ma dovrà assistere anche alla nascita di suo fratello.-

-Tranquilla, passerà gli esami e vedrai ch..-

Realizza ciò che gli ho appena detto.

-Cosa?!- la sua voce si è ridotta d un filo.

Annuisco.

Lui mi sorride, ed io gli sorrido.

-Diventeremo di nuovo genitori?- sussurra.

-Si.- gli dico.

Mi guarda per quelli che sembrano minuti, forse ore.

Poi mi abbraccia forte.

-Sappi che sono la persona più felice del mondo. Qui non posso gridarlo, ovvio. Ma tu sappilo comunque. Insieme al fatto che ti amo. Ma quello dovresti saperlo già.- mi dice.

Lo stringo forte.

-Ti amo anche io.-

Dopo diciannove anni, io, con lui, mi sento sempre a casa.

Mi prende per mano. Ormai la locomotiva è solo un punto in lontananza.

Seguiamo Albus ed Anna attraverso la barriera, e torniamo alla nostra vita di sempre.

Sono felice.

Sono davvero felice.






FINE.

Meant to Be.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora