CAPITOLO 4

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Feci partire il primo video, e sembrò cadermi il mondo addosso.

Erano delle riprese, datate poco prima del mio risveglio dopo aver perso la memoria.
C'ero io in una stanza, ed un ragazzo, ormai era inconfondibile che fosse Newt, si era lui.
Non era passata sera in cui non lo sognassi e conoscevo a memoria ogni suo tratto, era lui.
Nel video c'ero io che digitavo qualcosa al computer e compariva un'enorme distesa d'erba, dove io e Newt cominciammo a correre.
In un'altro video c'ero io, immobilizzata su un lettino, sottoposta a scariche elettriche e bruciature per testare la mia resistenza fisica.
E la cosa più scioccante era che quel qualcuno che mi stesse torturando era Teresa, la stessa che si era mostrata gentile e disponibile sin da subito con me. La stessa che a volte si confidava con me riguardo al suo rapporto con Thomas, ed io come una stupida la consolavo. Stupida, stupida, stupida mi insultai col pensiero.
Poi c'era un video in cui venivo sottoposta ad un'operazione ed i dottori, mentre operavano, confabulavano sul fatto se fosse giusto o meno, che quell'affare intorno al cuore sarebbe servito solo fino alla partenza del soggetto A5.

Aspetta quale affare?
Stoppai immediatamente il video e mi tastai all'altezza del cuore, non avevo niente, cosa diavolo mi avevano fatto?
"Ele" mi risvegliò Ro poggiandomi una mano sulla spalla "Stai bene?" Bene era un parolone, ma annuii lo stesso.

Feci ripartire il video, ora ero in una stanza, ma non ero sola, c'erano anche Stephen e Newt con me, quello era lo studio di mia madre.
Fu come rivivere tutto per la milionesima volta, io che ero immobilizzata alla sedia e Newt che veniva trascinato via mentre mi urlava di amarmi.

Non potevo descrivere meglio quella sensazione se non come lo fece Newt in quella lettera: congelata.

Di scatto chiusi il computer e puntuai lo sguardo su un punto indefinito, sperando di non scoppiare a piangere per la millesima volta.

Stephen mi prese dolcemente la mano, assomigliava vagamente ad un padre che confortava la propria figlia, poi parlò "Ele, lo so che è difficile ma devi ascoltare questo" disse mentre riprese il computer e aprì l'ultimo dei file.
Quella data, il giorno in cui mi risvegliai dal coma.
Dentro di me avevo paura, avevo paura di quello che avrei scoperto.
Ripensai alle parole di Newt... Io non dovevo fidarmi!

"Quando sei pronta schiaccia play"
Non potevo continuare ad avere paura, dovevano essere loro ad avere paura di me, di me e di quello che gli avrei fatto.
Schiacciai play.
Era un dibattito tra Janson e mia madre.
"Quando avrai intenzione di dirle che non sei sua madre Ava?"
Lei non era mia madre?
"Abbassa la voce, se non vuoi che cancelli la memoria anche a te" lo zittì la donna,
"Lei ha il diritto di sapere, non ha un altro posto dove andare, e se anche fosse non riuscirebbe ad oltrepassare la porta d'ingresso, di cosa hai paura?" Disse l'uomo ratto, che per la prima volta sembrava essere una persona ragionevole.
"Abbiamo bisogno di lei Janson, lo sai anche tu, lei è la soluzione a tutto questo, dobbiamo tenerla buona e capire come innescare l'esperimento, per ora non ci resta che aspettare il completamento della prova del labirinto" disse la donna fregandosene della domanda dell'uomo ratto.
"Quella maledetta ragazzina ci da sempre più problemi e sai anche tu che ricorderà qualcosa prima o poi, il suo corpo brucia qualsiasi tossina le venga somministrata, lei è ... Speciale" terminò l'uomo quasi come un sussurro, temendo di essere sentito.

Terminato il video Stephen e Rosie mi si fiondarono addosso stringendomi in un abbraccio, forse temevano che sarei scoppiata a piangere.
Ma io non ero triste, non avevo paura, per la prima volta sentii divampare qualcosa dentro di me, era il desiderio di vendetta.

Se Ava non era mia madre allora chi era? Perché tutte quelle bugie? E che voleva dire che ero diversa? Si avevo ascoltato il discorso di Teresa in quel video, ma c'era qualcosa che non mi tornava...

"Come hai fatto ad avere questi video?" Fu l'unica cosa che riuscii a chiedere al ragazzo.
"Beh sai, ormai sono diventato molto bravo con i computer, aggiungi il fatto che non sono molto svegli come vogliono far credere... Ed il gioco è fatto" mi rispose.

Già, aveva ragione, non erano molto intelligenti, contando il fatto che Ava mi aveva dato il permesso di addestrarmi a combattere, non tenendo conto del fatto che avrei potuto utilizzare tutto quello che avrei imparato contro di lei e tutti quelli in quell'edificio.

Poi mi balenò in mente un'idea, Stephen era un genio dei computer.

"Riusciresti a farmi vedere Newt?"
Il ragazzo esitò, cercando di non dare a vedere che forse non avrebbe potuto accontentare la mia richiesta, ma poco dopo si mise all'opera digitando e sbloccando dei file.
Ad opera completata mi diede il computer accompagnando il gesto con un "Tra 20 minuti hanno il cambio e c'è il reset delle password, quindi ecco hai 20 minuti".

Sembrava quasi dispiaciuto per me, magari mancava anche a lui...

Era lì, in una stanzetta di legno, con altre quattro o cinque persone, che discutevano su qualcosa.
Quei ragazzi, mi sembrava di averli già visti, forse alla mensa, forse anche loro come me erano stati ingannati.
Scacciai quel pensiero quando mi accorsi che la discussione stava diventando ancora più accesa e d'un tratto entrò nella stanza un ragazzo.
Tutti lo guardarono straniti e continuarono a litigare su che fare a Thomas per quello che aveva fatto.

Aspetta Thomas?

Alzai lo sguardo e come se qualcuno avesse preso il controllo della mia voce, e ripetei le stesse parole di Teresa "Sta per cambiare tutto, lui li porterà fuori da lì".

Ovunque tu sia vivi dentro di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora