CAPITOLO 15

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Mi girai e riconobbi chiaramente chi avevo davanti...Newt.
Dopo tutto quel tempo, le emozioni che mi faceva provare non erano svanite.
Avevo letto una frase in un libro "Non volevo che mi mancassi più e ho fatto di tutto per riempirmi la vita di cose da fare. Ma ogni momento in cui mi mancavi di meno, iniziavo a mancarmi io. Ci illudiamo di dimenticare e in realtà impariamo soltanto a riempire gli spazi bui. La verità è che senza la stella necessaria il buio è solo meno buio, non diventa luce", ed era proprio vero... Ci illudiamo solamente di dimenticare.

Io non l'avevo dimenticato, quel sentimento era ancora inciso dentro di me, proprio come il tatuaggio con il suo nome.
Con un solo sguardo sono riuscita a fare chiarezza dentro me stessa, solo guardandolo negli occhi, riuscendo a leggergli l'anima, ricordando lui sono riuscita a ricordare chi ero.

"Sei tu Elena?" Disse lui imbarazzato,
"Si" riuscii a dire io, ed una lacrima mi rigò la guancia, una sola lacrima, solitaria, come me.

"Tu sei... Vivo?" Dissero in coro i ragazzi voltandosi verso Gally.
"Credo che avremmo molto di cui parlare" disse una voce femminile, solo a quel punto collegai la voce ad un volto fin troppo conosciuto... Teresa.

***
Dopo ore passate a raccontarci cosa fosse successo, solo una domanda fluttuava vorticosa nella mia testa,
"Quindi cosa avete intenzione di fare adesso?" Chiesi voltandomi verso il ragazzo che aveva detto di chiamarsi Minho.
"Non ne ho idea, con l'aiuto di Jorge e Brenda, siamo riusciti a farci dire dove si trova il Braccio Destro, credo che l'idea migliore sarebbe rifugiarsi là, insomma è dove vanno i muni scappati dalla Wicked" rispose incerto l'asiatico.

"Beh, credo che questa scatoletta di tonno arrivi prima dei vostri piedi, quindi mettiamoci in marcia" affermai con decisione provocando una risata di gruppo.

***
Ero rimasta chiusa nella mia stanza da quando avevamo deciso di partire.
Dovevo parlare con Newt, ma cosa gli avrei detto? Insomma non potevo andare da lui e dirgli "Ehy Newt, noi ci amavamo alla follia, anche se non ricordi niente ora sarai il mio fidanzato e vissero tutti felici e contenti" no, decisamente no.

Come se Newt fosse stato attratto dai miei pensieri, come una calamita, aprì la porta della mia stanza.
Senza neanche bussare tralaltro.

"Cosa ti salta in mente? Potevo essere nuda!" Lo sbeffeggiai.

"Oh scusa... Avrei duvuto bussare" rispose lui diventando completamente rosso dalla vergogna.

"Forza, siediti" lo incitai facendo segno si mettersi vicino a me sul letto.

Lui si grattò la nuca e lentamente si avvicinò a me, come se fosse impaurito di annullare le distanze.
"Sai ho vissuto per tre anni solamente con dei ragazzi, le buone maniere non erano il nostro forte" continuò a scusarsi lui, adoravo quel suo modo di fare quando era imbarazzato.

"Sai..." Dimmo nello stesso istante,
"Prima tu" dissi io, in fondo era lui quello con più dubbi tra i due.
Lui si sistemò meglio per guardarmi in faccia e parlò.

"Volevo parlarti di persona, per lasciarci il passato alle spalle, insomma ricominciare da zero"
Insomma non potevo dargli torto, come si poteva continuare a sforzarsi di ricordare qualcosa che era stato cancellato?  Ma aveva ragione lui, si poteva sempre ricominciare.

Presi un profondo respiro per infondermi coraggio e parlai.

"Dicono che il passato sia scolpito nella roccia,ma non è così, è come fumo intrappolato in una stanza chiusa, che vorticoso si spiralizza.
Il passato viene modellato, plasmato e alterato da molte cose, ad esempio dal passare degli anni e dai nostri desideri, ma anche se la nostra percezione di esso cambia, una cosa rimane costante: il passato non può essere completamente cancellato, persiste. Perché quello che è stato ci ha segnato per sempre.
Io non sono qui per obbligarti a stare con me, ma in onore dei vecchi momenti passati, mi sono sentita in dovere di ritrovarti, dovevo mantenere una promessa".

"Te l'ho promesso Ele" mi rispose, prendendomi le mani e sforzando di fare un sorriso.
Senza pensarci lo abbracciai, sussurrandogli all'orecchio "Mi sei mancato", lui non rispose, semplicemente, strinse la presa.
Ed era vero, mi era mancato.

Come sempre Steph sceglieva i momenti migliori per interrompere le conversazioni.
"Oh scusate... Ripasso più tardi" disse imbarazzato, costringendo me e Newt ad allontanarci.

"Tranquillo, me ne stavo per andare" disse Newt mentre usciva dalla stanza.

Mi annotai mentalmente che avrei spaccato la faccia a Steph appena saremmo arrivati.

Lui chiuse la porta della stanza e si sedette accanto a me.
"Lo ami ancora?" Disse un po' in imbarazzo.

"Anche senza saperlo, non ho mai smesso di farlo" dissi io, parlando sinceramente dopo tanto tempo con il mio amico.

"Sai Ele, all'inizio ce l'avevo con il mondo intero quando continuavi a chiudermi le porte in faccia, non potevo accettarlo, poi ho capito... Io voglio semplicemente che tu sia felice".

Non potevo essergli più grata, così lo abbracciai.

Forse un po' troppo forte, visto che lui tossendo mi allontanò delicamente da lui.
"Piano, piano, ricordati che sei super forzuta ora" e insieme scoppiammo a ridere.

Ovunque tu sia vivi dentro di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora