CAPITOLO 8

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Era una settimana che stavamo progettando la fuga con Mike e stasera l'avremmo messa in atto.
Era complicato, certo, ma era essenziale.
Io avevo bisogno di risposte, risposte che solo quell'uomo mi avrebbe potuto dare.
Mi sentivo una bugiarda a dover mentire ai miei due migliori amici, ma non potevo rischiare.
Se glie lo avessi detto avrebbero tentato di fermarmi, o peggio ancora di seguirmi, ed io non potevo mettere in pericolo anche la loro vita, oltre che la mia, contavano troppo per me.

***
Cercai di essere il più naturale possibile, ma si leggeva chiaramente nei miei occhi che qualcosa non andava.
"Ele cos'hai?" Chiese Ro, seguita da Steph che continuò con un "Già... Sei un po' strana ultimamente".

"Non ho niente ragazzi, veramente, solo ricordate che..." Feci una pausa per ricacciare indietro le lacrime "che vi voglio bene".
"Cos'è un addio?"

"menti" continuava a ripetere una voce dentro di me,
"No, certo che no ragazzi"

"Menti meglio" tornò a dire la voce nella mia testa,
"Mi andava solo di dirvelo tutto qua".
I ragazzi si rilassarono e sviarono il discorso parlando di cosa avessero fatto durante la giornata.

***
Fissavo il mio orologio, ansiosa che scattasse la mezzanotte.
Mancavano esattamente due minuti.
Due minuti e con il 99% di probabilità non avrei più rivisto i miei amici.
Due minuti e avrei abbandonato tutto ciò che mi legava al mio passato.
Un minuto e la mia vita sarebbe cambiata una volta per tutte.
Un minuto e avrei avuto tutte le risposte che aspettavo da tempo.
Era ora.

Mike era esattamente dove avevamo stabilito, e raggiungerlo fu semplice, peccato che la parte difficile doveva ancora arrivare.

"Ora ascoltami bene, laggiù c'è un condotto che porta esattamente alle fogne e ci collega con i palazzi dietro le mura, io li distraggo, tu corri e non guardarti indietro"
"Ma Mike" provai ad obbiettare, non volevo che mi lasciasse sola, avevo bisogno di lui.
"Stai tranquilla, io ti raggiungo subito, devo fare una cosa prima" disse lanciandomi uno sguardo dolce, e con quello sguardo riuscí a tranquillizzarmi.

"3...2...1... Vai!"
Detto ciò scattammo entrambi in direzioni diverse, io verso il condotto e lui verso tre guardie.
Feci come mi aveva detto, non mi voltai, sapendo che, se lo avessi fatto, non sarei riuscita a muovermi neanche di un altro passo verso quella che doveva essere la "via di fuga".

Iniziai a correre, sembrava che le mie gambe avessero il controllo di tutto il corpo.
I minuti passaro, e svolta dopo svolta, arrivai dall'altra parte.

L'adrenalina scorreva dentro di me, non so dire se era per la corsa o per essere finalmente libera da quelle maledette mura, ma mi sentivo benissimo.

Aspettavo Mike all'incirca da venti minuti e ormai avevo quasi perso le speranze, iniziai a piangere.

"Me l'avevi promesso che non mi lasciavi sola, dannazione!" Urlai in preda alla rabbia, dando un calcio ad una lattina.

"Ei guardate, la cena è arrivata" disse una voce tetra dietro le mie spalle, e subito dopo la seguì un coro di urla di gioia e applausi.

"Chi diavolo siete?" Urlai, cercando di non perdere il controllo, un solo segno di paura e avrebbero attaccato "Vi ho fatto una dannata domanda!" Continuai ad urlare io.

"Ei tranquilla, se ti agiti troppo poi la carne ha un saporaccio" continuò quella voce maschile, il tutto accompagnato dal rumore di un coltello sfregato sul muro.

"Cosa vuoi?"
"Te" sogghignò la voce camminando in cerchio intorno a me.
"Chiudi gli occhi, non sentirai niente" cosa potevo fare io d'altronde? Una ragazzina contro una ventina di persone, tenendo conto anche del fatto che quest'ultime avessero contratto l'Eruzione.

Chiusi gli occhi e aspettai la fine.
Il rumore di uno sparo mi costrinse però a riaprirli.
Ero morta? Me lo aspettavo più accogliente questo paradiso a dire il vero...

"Non ti posso lasciare sola un attimo che già ti cacci nei guai, eh?" Ma questa era la voce di... Mike? Era morto anche lui?

"Muoviti!" Mi urlò l'uomo strattonandomi per un braccio e costringendomi a correre.

Ora capisco il motivo di tutte quelle armi, o come le aveva chiamate Mike "una garanzia per non finire con le chiappe divorate dagli spaccati".
Davvero poetico, devo riconoscerglielo.

Stavamo correndo da circa un'ora, non avevo preso in parola Mike quando mi aveva detto che ci avrebbero voluti divorare, così mi annotai di fare più attenzione alle parole di quell'uomo.

"Per quale dannato motivo mi hai lasciato sola?"
L'uomo non rispose, ma sul suo volto comparve un sorriso compiaciuto mentre estraeva qualcosa dalla tasca.
Mi lasciò l'oggetto tra le mani, ed io cercai di capire di cosa si trattasse, ma, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capire cos'era.
Mike anticipò la mia domanda e si affrettò a rispondere ai miei dubbi "È una specie di radio, così potremmo sentire cosa hanno intenzione di fare e prevenire spiacevoli attacchi da parte della Wicked".

Ho mai detto che quell'uomo è un fottuto genio?

"Qual'è il piano?" Dissi ancora ansimando per la corsa di poco fa, poggiando le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato.
"Dritti verso Nord, a qualche ora da qua c'è una berga, da lì avremo tutte le coordinate che ci servono per trovare Hank".
Dovevo riconoscerglielo, Mike aveva studiato il piano in ogni minimo dettaglio.

Ci mettemmo immediatamente in marcia, camminammo quasi tutta la notte e quando vidi quella berga mi sembrò di aver visto il paradiso.

Iniziai a correre e quando mi ritrovai a qualche metro dallo sportellone, questo si aprì.

La prima cosa che feci fu sdraiarmi su una sottospecie di divano e tirare un sospiro di sollievo, era troppo semplice per essere vero.

"Ma tu sai guidare questo coso?" Chiesi appena sentii i passi di Mike raggiungermi,
"Oh io no, ma lui si"
Lui? Aspetta lui chi?

Di colpo balzai in piedi e mi ritrovai davanti ad un ragazzo.
Sgranai gli occhi, cercai di collocare quel ragazzo ad una faccia familiare, quel viso, quegli occhi, io me lo ricordavo, ma non riuscivo a ricordarmi come e perché.

Sarebbe stato carino da parte di Mike avvisarmi del fatto che ci sarebbe stata altra gente oltre a noi due, insomma non era una cosa da sottovalutare nella circostanza in cui ci trovavamo...
Non che avessi in mente una luna di miele con il mio allenatore, ma ritrovarmi con gente estranea in una missione così delicata non era il massimo.

Ancora a bocca aperta porsi la mano al ragazzo e sbiascicai un "Piacere Elena".



Eiii pive
Chi sarà il nostro pilota?
Curiose eh?
Sarà un personaggio nuovo o qualcuno già presente nella storia?
Scopritelo nel prossimo capitolo
(Quanto sono perfida)

Per adesso, vi faccio scervellare su chi possa essere!
Un bacio pive!😘

Ovunque tu sia vivi dentro di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora