CAPITOLO 9

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"Piacere sono Gally" rispose il ragazzo con un sorriso più falso di Ava Paige e l'uomo ratto messi insieme.
Ma certo Gally, il bambino del mio sogno/ricordo, eravamo insieme alla Wicked.
Di sicuro non potevo dire di fidarmi di quel ragazzo, ma non avevo altra scelta al momento, ne io ne Mike eravamo in grado di guidare la berga.

"Bene, ora se non avete niente da obiettare, facciamo partire questo caspio di affare e andiamo" affermò il ragazzo con tono solenne.

Dopo aver chiuso il portellone, e esserci accertati di essere veramente fuori dal campo della Wicked, partimmo.
Credevo di avere uno stomaco forte... Non fu affatto così!
I primi 45 minuti di viaggio li passai in bagno cercando di tenere a freno la mia nausea, bell'inizio.

"Complimenti Elena, stai per incontrare tuo padre per, praticamente, la prima volta e sei ricoperta di vomito, stupendo" parlai al mio riflesso allo specchio.

"Devo aggiungere alla lista delle tue stranezze anche il fatto che parli da sola?"
Mi girai e vidi Gally, ma se lui era qui chi diavolo stava pilotando la berga?
"Perché sei qui?"
"Ehy se mi odi così tanto me ne vado" rispose il ragazzo con tono di sfida.
"Intendevo chi sta guidando questo coso?" Continuai io, ignorando il suo squallido tentativo di sembrare simpatico.
"Tranquilla, ho messo il pilota automatico, ti volevo avvisare che tra circa tre o quattro ore atterreremo per fare rifornimento, quindi sarà meglio che ti riposi" sentenziò Gally.
Da quando quello sconosciuto si preoccupava per me?
"Prima ho delle domande da farti"
"Tutto quello che vuole Madame" rispose il ragazzo imitando una specie di inchino.
Ma siamo seri?
"Da dove vieni?"
"Vorrei tanto saperlo, purtroppo all'incirca tre anni fa mi hanno cancellato la memoria e del mio passato non ricordo niente all'infuori del mio nome" rispose come se la cosa non lo toccasse, forse ci aveva fatto l'abitudine.
"Beh... Potremmo avere più cose in comune di quanto pensi" dissi io quasi con un sussurro, lui inarcò le sopracciglia non capendo di cosa stessi parlando.
Ma non avevo voglia di affrontare ancora una volta quel discorso, non ora almeno.
"Come conosci Mike?" Sviai il discorso io,
"Beh, in realtà l'ho appena conosciuto"
Cosa? Ci stiamo facendo guidare da uno sconosciuto?
"Ma come sarebbe?" Urlai io, e con un'agile mossa afferrai uno dei coltelli nella mia cintura e glie lo puntai alla gola.
"Ehy calma calma, mi ha mandato Hank a prendere te e Mike, non ho intenzione di fare del male alla figlia dell'uomo che mi ha salvato la vita"
Figlia? Io non ero sua figlia, ero nata grazie ad un esperimento.

"Che vorrebbe dire che ti ha salvato la  vita? E poi io non sono sua figlia, sono uno scherzo della natura nato da uno dei suoi esperimenti, non cerco un padre, io cerco solo risposte" ringhiai io, abbassando il coltello.

"Senti non so cosa sia successo, ma spero lo risolviate tra di voi, io non c'entro assolutamente niente con questa storia. I miei, se così posso considerarli, amici mi hanno lasciato mezzo morto e tuo padre... Emh cioè Hank mi ha salvato la vita, il minimo che potevo fare era rendergli il favore portandoti in salvo da lui".

Gally aveva ragione, lui non era colpevole, era mio padre che avrebbe dovuto pagare, non lui.

"Ora mi riposo, se non ti dispiace" affermai sdraiandomi sul letto e dandogli le spalle.
Non gli avrei mai detto che aveva ragione, anche se forse aveva intuito di aver fatto segno.

Il ragazzo si alzò lentamente e prima di spegnere la luce mi parlò "A volte fidarsi di qualcuno non è un peccato" e se ne andò.

Il fatto era che, per quanto mi sforzassi, non potevo permettermi di fidarmi ed affezionarmi ad altre persone.
Non ero riuscita a superare la perdita di Newt, del quale neanche ricordavo quasi niente se non flash sfocati, figuriamoci quella di altre persone.

Chiusi gli occhi e crollai nel mondo dei sogni.

"Ehi bella addormentata" sentii dire da qualcuno che mi scuoteva, mugugnai un pò prima di riprendermi da quello stato di trance.
"Mike... Cosa succede?" Sbiascicai mentre mi strofinavo gli occhi.
"Siamo arrivati"
"Dove?"
"Siamo ad Alexandria, ci fermeremo qua stanotte, prenderemo quello che ci serve e domattina torneremo alla berga"
"Ma non è... Rischioso? Insomma con gli spaccati?"
"Oh no, è sicuro qua, ci sono continui controlli e coloro che hanno contratto l'Eruzione vengono banditi".

Preparai il mio zaino mettendoci lo stretto indispensabile, odiavo ammetterlo ma in quel momento mi mancava la mia bella doccia e dei pasti caldi, d'altro canto preferivo decisamente essere libera da quelle maledette mura e mangiare da schifo.

Impiegammo un'ora da dove avevamo fatto atterrare la berga ai sontuosi muri di Alexandria.
Ad un tratto Mike si fermò e sia io che Gally lo guardammo con aria interrogativa.
"Quando arriveremo fate parlare me, capito?"
Gally annuii, poco dopo lo feci anch'io, insomma mi fidavo di Mike, ma non capivo il motivo di tanta preoccupazione insomma era solo una città come le altre.

***
"Alt, chi siete?"
Io e Gally non dimmo una parola e lasciammo fare tutto a Mike.
"Salve, mi chiamo Jack, e loro sono i miei figli Emilie e Aron"

Jack? Emilie? Aron? Perché non dovevamo usare i nostri veri nomi?

"Prego entrate" ci fece segno l'uomo aprendo una porticina facendoci segno di entrare.
"Devo solo accertarmi che non siete infetti e sarete liberi di andare" continuò l'uomo mentre, dopo aver richiuso la porticina, estrasse qualcosa dalla tasca dei pantaloni simile ad una penna.
"Chi vuole essere il primo?" Chiese la guardia tutta euforica.

"Emh... Io" dissi un po' titubante per poi avvicinarmi all'uomo.
"Okkei signorina, devi semplicemente darmi l'indice destro, sentirai una leggera punturina".

Dopo tutto quello che mi avevano fatto alla Wicked, di sicuro una "punturina" non sarebbe stato niente di così straziante, così gli porsi la mano lasciando fare tutto a lui.
Accadde tutto nel giro di qualche secondo, aveva ragione, era solo una punturina.
Il display della "penna" si colorò di verde e apparve una scritta "IDONEA", lo stesso fece a Gally e Mike, così fummo liberi di entrare nella città.

La prima parola che mi venne in mente fu "colorata", dopo tutti quegli anni alla Wicked rinchiusa tra quelle mura bianche come il latte i miei occhi bravano colore.
Era... Stupenda.

Ovunque tu sia vivi dentro di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora