Capitolo 8

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La camera davanti a me era abbastanza grande e molto spaziosa. C'erano due letti, un piccolo armadio sulla destra, due comodini ai lati dei letti, una porta scorrevole sulla sinistra, che molto probabilmente portava ad un bagno e di fronte a me c'era una grande finestra dove si aprivano delle tende blu notte, con dei ricami dorati. Qualcosa però destò la mia attenzione. La parte sinistra della stanza era occupata da una valigia e su di un letto era poggiato un cellulare ed un pc. Infatti qualche secondo dopo dalla porta del bagno, a pochi passi da me, uscì un ragazzo moro, occhi azzurri con delle lentiggini sul naso.

«Tu cosa ci fai qui?» chiese sorpreso. «Scusami, prima le presentazioni. Io sono James, perdona la mia non raffinata educazione. Sono del quinto anno.»

«Emily.» risposi afferrando la sua mano e con mia sorpresa, poi quel ragazzo mi diede uno strano abbraccio di accoglienza.

«Allora, come fai ad avere le chiavi della mia stanza? Ero sicuro di aver chiuso la porta a chiave una volta entrato.» disse con un ghigno dipinto in volto.

«Si, la porta era chiusa a chiave. Sono stata io ad aprirla. Questa dovrebbe essere la mia stanza, almeno così mi hanno detto in segreteria. Mi hanno consegnato questa.» dissi mostrandogli la chiave che mi era stata data poco prima.

«Credo ci sia stato qualche sbaglio. Questa è la mia stanza ed io è da un pò che non ho un coinquilino, figuriamoci una coinquilina.» esclamò corrugando la fronte.

«Non saprei, forse hai ragione, ci sarà stato sicuramente qualche errore.»

«Non credo che le ragazze possano stare in stanza con dei ragazzi, hanno sicuramente sbagliato a darti la chiave, la signora in segreteria è sempre stata molto sbadata.» disse in tono divertito. Lo guardai afflitta. Mi toccava rifare il giro del college nel tentativo di ritrovare la segreteria.

«Credo di dover tornare indietro e chiederle di consegnarmi la chiave della mia stanza, ma non saprei come arrivarci, questo college è davvero enorme.» mi lamentai e feci per riaprire la porta di quella stanza.

«No, non preoccuparti. Vado io, conosco questo posto come le mie tasche. Aspettami qui, le chiederò spiegazioni su questo errore e mi farò dare la chiave giusta e il numero della tua stanza.» disse avviandosi verso la porta. «Farò in un attimo.» concluse prima di lasciarmi in quella stanza e correre via. Lo aspettai seduta sul bordo del letto e qualche minuto dopo rientrò in stanza, come aveva detto.

«Mi hanno chiesto di riferirti le loro scuse e che nei prossimi giorni risolveranno il problema. Al momento non è possibile dirti quale sia la tua stanza a causa del casino che c'è in questi primi giorni per l'arrivo dei nuovi studenti.» mi spiegò.

«Mmh, ci divertiremo molto in questi giorni.» esordì poco dopo avermi osservato a lungo. Chiacchierammo per un pò di tempo, finchè non sentimmo bussare alla porta. Io portai la mia roba, che avevo lasciato in precedenza davanti alla porta della stanza, al lato di quello che sarebbe stato momentaneamente il mio letto sulla destra, dato che il letto dalla parte opposta era già stato occupato da James, mentre lui si preoccupò di aprire. «Ragazzi entrate, vi stavo aspettando.»

«Hey! Chi si rivede.» disse uno di loro, voltandosi poi verso di me, confuso. «Amico, lei cosa ci fa quì?» chiese poi. Erano in due, ma uno di loro da dove mi trovavo, non riuscivo a vederlo.

«Lei è Emily.» disse James in sua risposta e io alzai lo sguardo nella loro direzione. Ero sicura di aver sentito qualcuno sospirare pesantemente e quando alzai lo sguardo avevo capito che era stato a farlo proprio il ragazzo che non riuscivo a vedere da lí.

«Io invece sono Stiles.» si presentò lo stesso che aveva posto la domanda poco prima, un ragazzo moro con la pelle olivastra, abbastanza magro e con i capelli tirati leggermente all'indietro, in modo molto disordinato. La forma del suo viso era molto proporzionata, ogni cosa al posto giusto. Quando quest'ultimo si spostò leggermente per porgermi la mano, ed ero riuscita a vedere l'altro ragazzo dietro di lui, che fino ad allora era stato coperto in parte dal suo amico e il resto dalla porta del bagno che era stata lasciata aperta prima da James. Un senso di agitazione mi percosse.

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