Capitolo 9

3.9K 120 3
                                    

Quella sera si sarebbe tenuto un falò per l'inizio del nuovo anno, in un piccolo boschetto dove si apriva un bellissimo lago, dietro la struttura del college. Era stato rimandato ad una settimana e per questo il falò non si era tenuto la sera stabilita, ma quel giorno. Le mie preoccupazioni sul non conoscere nessuno erano già svanite, dato che riuscii a farmi degli amici molto prima di quanto pensassi, già in quella prima settimana. Pensavo che ci sarebbero voluti almeno dei mesi, ma non fu così. Scott ed Ethan erano dei ragazzi davvero molto simpatici ed anche Avril lo era, potevo dire che stavamo davvero legando molto. Durante le ore di mensa mi sedevo con loro ed anche nel tempo libero ci vedevamo spesso e nonostante le loro avvertenze, divenni amica anche di James e i suoi amici, poichè venivano spesso nella nostra stanza. Non mi avevano più dato notizia per il mio cambio di stanza e avrei aspettato qualche altro giorno, poi sarei andata a chiedere nuovamente. Con Jackson, invece, le cose non erano cambiate. Continuava come sempre, di suo solito, ad essere freddo e molto distaccato con me.  Non ero tornata a casa per il fine settimana perché Johannah era impegnata con il suo lavoro, quindi restai al college e quella sera sarei andata al falò con i ragazzi. Non si sarebbero tenute lezioni quel giorno e non sapendo cos'altro fare e come far passare il tempo, andai a farmi un giro nel grande giardino che circondava l'edificio del college. Il vento che soffiava era ancora il vento caldo dell'estate che non lasciava ancora il suo posto all'autunno, quasi in contrasto con le foglie che cominciavano già a cambiare colore, facendo sembrare quel posto un dipinto di mille sfumature. L'azzurro del cielo era il tocco che lo rendeva migliore, perché l'azzurro aveva quel non so di suo che riusciva a rapirmi, ad incantarmi. L'azzurro era il colore del cielo tranquillo senza l'arrivo di qualche pioggia, così come del mare calmo al battere delle coste che si estendeva fino all'orizzonte. Quel colore riusciva sempre a darmi tranquillità e amavo, in un modo particolare, il conflitto che l'azzurro e il verde creavano, un conflitto creato tra due colori che lottavano per restare uniti, l'azzurro del cielo e il verde della natura che qualunque cosa succedeva non potevano mai essere divisi. Non resistetti, quindi afferrai il cellulare dalla tasca anteriore dei miei pantaloni e immortalai quel posto, quel momento. Era un regalo da parte di Johannah, che mi aveva spedito qualche giorno prima. Aveva ritenuto importante avere un cellulare in modo da poter comunicare per qualsiasi problema. Andai a sedermi su una panchina e mi rilassai ascoltando il rumore dell'acqua che fuoriusciva da una fontana poco lontana da me, con il leggero vento che soffiava e batteva sul mio viso. Chiusi gli occhi, godendomi quel momento, quella tranquillità e cercando disperatamente di non pensare al passato, di non pensare a niente, nessun ricordo che anche se non volendo, minacciava di ferirmi sopra ferite già lese. Scossi la testa eliminando quei pensieri che la mia mente ed il mio cuore stavano già iniziando a seguire oltre il mio volere e li respinsi. Ma qualcos'altro ne prese il posto, ovvero non qualcos'altro, ma qualcuno: Jackson. Lui era così chiuso nei miei riguardi, così lontano ma quella notte aveva messo da parte il suo rimorso nei miei confronti e mi era stato accanto. Avevo cercato di evitare quelle sensazioni che mi provocava, lui, i suoi occhi, ma con il solo risultato di essere ancora più confusa di prima. Ci sono emozioni o cose che non si potevano descrivere e quelle legate a Jackson erano decisamente alcune di quelle. Provavo delle cose contrastanti, da un lato volevo che si avvicinasse come aveva fatto quella notte, dall'altra non riuscivo a sopportare il fatto che senza neanche conoscermi mi aveva subito trattata come se volessi rovinare la sua famiglia, ma non era così. Non avrei mai potuto rovinare qualcosa che anche a me era stata rovinata. Le emozioni che provavo quando ero in sua presenza erano capaci di far scoppiare una bufera dentro di me. Non avevo mai provato una cosa del genere, non prima di conoscere lui.

Rientrai tardi in camera, una mezz'oretta prima che la festa cominciasse. Feci giusto in tempo a farmi una doccia ed indossare dei vestiti che la scorsa settimana avevo comprato in città con Johannah ed Avril, che Ethan e quest'ultima passarono per la mia stanza a prendermi ed insieme aspettammo Scott che arrivasse. Avevo legato molto con Avril. Lei mi capiva. Capiva le volte in cui mi chiudevo in me stessa improvvisamente e quando non mi andava di vedere nessuno. Comprendeva quando d'un tratto diventavo fredda e distaccata. Mi aveva capita in così poco tempo. Raggiungemmo il parco e non potei fare a meno di notare la musica assordante provenire da grandi casse piazzate un pò ovunque, istallate con lunghe prolunghe che arrivavano direttamente dall'interno del college. Alcuni ragazzi erano intenti ad accendere il fuoco per il falò, altri invece montavano delle tende per passare la notte, mentre altri ancora ballavano con alcune ragazze. C'era anche una notevole quantità di bevande alcoliche sparse per ogni dove, casse piene di birra accavallate una sopra l'altra, varie tavolate con del cibo e altri alcolici di vari colori, tra cui rossi, verdi e molteplici ancora. Impossibile che il preside avesse approvato tutto quello, il suo permesso era per una semplice festa mi sembrava di aver capito, un semplice falò, nulla di tutto ciò e non includeva di certo quegli alcolici, anzi li aveva estremamente vietati. Diciamo che i ragazzi si erano fatti prendere un pò la mano e se fossi stata a conoscenza che sarebbe stata una festa così in grande, non ci sarei andata. D'altro canto potevo andarmene quando avrei voluto, il college era a soli due passi di distanza da lì. Era la mia prima festa, forse dovevo solo abituarmi.
Ethan era già sparito tra il cibo accompagnato da Avril.
Dio solo sapeva cosa avrebbe mangiato quel ragazzo, quanto cibo avrebbe mandato giù quella sera, non volevo nemmeno cercare di immaginarlo. Eppure era così magro e con muscoli al punto giusto.
Scott invece aveva invitato una ragazza a ballare e se non mi sbagliavo, Sophia era il suo nome, una ragazza del primo anno, arrivata quello stesso anno proprio come me. Era da alcuni giorni che ci parlava di lei e da come ne parlava, si capiva chiaramente che si era preso una bella cotta. Era diffidente sul fatto che lui non le sarebbe piaciuto, non aveva fatto altro che ripetere se ne valesse davvero la pena mettersi in ridicolo sapendo di essere rifiutato da lei già in partenza, ma da quanto sembrava, si sbagliava del tutto. Quando Scott l'aveva invitata a ballare, lei aveva accettato entusiasta. Conoscevo da poco quei tre ragazzi, ma con loro mi trovavo bene. Ethan era davvero un ragazzo molto divertente, non parlando di quando in stanza accendeva il lettore musicale e iniziava a ballare in modo molto strano e noi che morivamo dalle risate. Scott invece era il contrario, un ragazzo molto più serio. A volte diventava anche pesante, ma era davvero un ottimo amico.
Avril, lei era una ragazza dolcissima. Davvero mi serviva avere degli amici così, mi facevano star bene. Avevo raccontato un pò a loro della mia vita. Mi sembrava di essermi tolta un carico dal petto parlandone con qualcuno di diverso, come se il peso che portavo si fosse alleggerito. Loro mi erano stati vicini sin da subito. Gli incubi non ancora si erano fatti strada in quelle notti, ma sapevo che erano all'angolo.

You Found Me [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora