Capitolo 18

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Le strade erano immerse nel buio. I lampioni riflettevano solo una fievole luce, quel poco necessario da permettermi di vedere. Era molto tardi e non sarei dovuta essere in giro per strada a quell'ora, ma il dormitorio non distava molto dal luogo della festa e non volevo disturbare Scott e nessuno dei ragazzi. Intorno a me c'era molto silenzio a parte solo un sottofondo di musica che arrivava dalla casa che avevo appena lasciato. Prima di tornare al dormitorio passai un pò di tempo nel giardino del college per calmarmi, un pò di tempo che divenne qualche ora, poi entrai al dormitorio e arrivai alla mia stanza. Girai la maniglia e quando aprii la porta intravidi un ombra seduta sul letto di James. Era tornato anche lui. Declutii nervosamente e lo evitai andando verso il bagno.

«Ti ho cercato per un pò e non ti ho trovata. Ti avevo detto di non andare in giro da sola.» disse in tono calmo, con una voce abbastanza profonda, ma non era la sua voce. Quel timbro di voce non era il suo e non era lui a parlare. Non era James. Mi bloccai immediatamente. Cercai di capire cosa ci faceva Jackson nel mia stanza. Mi voltai verso di lui e lo vidi alzarsi. Inciampò sui suoi stessi piedi e si aggrappò all'armadio di fianco al letto per reggersi e non cadere. La poca luce della luna che filtrava tra le tende della finestra mi diede modo di scorgere una bottiglia che teneva impugnata nella mano destra.

«Che ci fai tu qui?» chiesi accendendo la luce, illuminando la stanza. Lui chiuse immediatamente gli occhi e quando li riaprì, portò la bottiglia vicino alle labbra bevendo un sorso abbondante del liquido presente all'interno. Puntò poi un dito nella mia direzione e bevve ancora un altro sorso prima di parlare.

«Sono venuto a cercare te.» fissò con tanta intensità i miei occhi, che dovetti distogliere lo sguardo da lui. I suoi occhi erano così lucidi e rossi, iniettati di sangue. Doveva essere ubriaco. Solo in quel modo si spiegava il tono della sua voce, i suoi occhi e la bottiglia di liquore che tratteneva tra le sue mani.
Restai in silenzio, lasciando che fosse lui a parlare per prima e a spiegarmi cosa facesse nella mia stanza.

«Avete lasciato la porta aperta, per questo sono riuscito ad entrare. Ora devi ascoltarmi, prima non mi hai lasciato finire.» mormorò e si passò una mano tra i capelli. Facendo un passo verso di me barcollante. Scossi la testa, ma lui continuò a parlare. «Lasciami finire per favore, poi potrai anche mandarmi via dalla tua stanza, ma ti prego, fammi parlare.» sospirai e andai a sedermi sul mio letto. Lui fece lo stesso, imitandomi. Andò a sedersi di fronte a me e lo guardai portarsi per l'ennesima volta la bottiglia verso le labbra, ormai quasi del tutto vuota. Dedussi che fosse stato lui a finirla tutta, completamente, per come era messo in quel momento.

«Senti, mi dispiace.» cominciò all'improvviso, dopo un attimo di silenzio e sembrava davvero dispiaciuto. Ero tentata dal bloccarlo e mandarlo via, ma qualcosa, forse i suoi occhi, forse lui, la sua presenza nella mia stanza, mi fermarono. Io, in realtà, lo volevo proprio dov'era in quel momento, lo volevo con me.

«Mi dispiace. Davvero, mi dispiace che hai sentito cosa dicevo a Stiles. Ma ero confuso Emily. Tutto questo, è nuovo per me, devi capirlo. Non ho mai provato nulla del genere.» mentre parlava continuava a fissarmi dritto negli occhi. Il suo sguardo penetrava nel mio, intensamente. «Sappi che io però non mi pento di ciò che ho fatto. Non mi pento di averti baciata. Non mi pento di nulla. Non volevo davvero dire che il bacio che c'è stato non significava nulla per me, perchè non è così e non mi pento sai perchè? Perchè in quel momento io sentivo davvero il bisogno di farlo, sentivo davvero il bisogno di baciarti.» fece un respiro profondo. Passò la bottiglia da una mano all'altra e poi la posò a terra, vicino ai suoi piedi. Lo osservai in silenzio mentre le sue dita scorrevano ancora una volta tra i suoi capelli. Cosa stavo provando in quel momento, non lo sapevo neppure io. Sapevo solo che quello che provavo per la persona di fronte a me, era l'unica certezza che io avevo. I miei sentimenti per lui, erano l'unica cosa certa nella mia vita.

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