Capitolo 10

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Non vidi più i ragazzi, quindi feci un giro per il posto. Quel boschetto era davvero molto bello, non parlando del lago che invece era meraviglioso. Mi allontanai dal luogo della festa per un pò, raggiungendo un punto in cui da lì si vedevano le luci della città. Un luogo più appartato, calmo, tranquillo. Un luogo che non sembrava molto frequentato. Restai in quel posto per un pò a guardare le luci che illuminavano la città e che sembravano delle piccole lucciole in lontananza. Non avevo mai visto un posto più bello di quello.
«Bella la vista da qui, vero?» mi voltai vedendo Jackson avvicinarsi a me.
«Già.» dissi. Mi sorpresi vederlo lì a rivolgermi la parola. Quel ragazzo era strano. Prima brusco con me, poi il contrario. Non riuscivo a stargli dietro.
«Non hai fatto come ti ho detto.» notò e bevve un sorso di birra che aveva portato con sé.
«Mi sposteranno a giorni.»
«Dovevi chiedere di farti spostare subito.» il tono della sua voce risultò severo.
«Perchè? Che cambia se resto qualche giorno in più in camera con James o no?»
«Non conosci James come lo conosco io. Ma comunque cambia per me.» detto ciò, andò via non appena il liquido della birra terminò nella bottiglia che aveva tra le mani, non dandomi la possibilità di rispondergli.
Decisi di tornare indietro anche io una mezz'oretta più tardi e mi sedetti davanti al falò, su uno dei tanti tronchi disposti a terra e ci rimasi a lungo, per un bel pò di tempo. Solo allora vidi, per la seconda volta quella sera, Jackson. Teneva impugnata in una mano un'altra bottiglia di birra e ne beveva da essa dei sorsi abbondanti. Lo vidi sedersi dalla parte opposta del falò, anche lui da solo come me. Mi guardai intorno per vedere dove avesse lasciato James e Stiles e vidi il primo bere con un paio di ragazzi, che sembrava intento a guardare nella mia direzione e l'altro ballare con una ragazza bionda, che avevo già visto in passato, in compagnia di Sophia. Riuscivo a vedere Jackson soltanto attraverso le sfumature del fuoco, quando le fiamme sembravano calmarsi e mi permettevano di farlo, però poi incominciavano ad ardere più forte quando il vento iniziava a soffiare ed io aspettavo che si placasse per riuscire a scorgerlo ancora. Aveva lo sguardo puntato nelle fiamme, che avrà distolto forse qualche volta, ma non una sola volta nella mia direzione ed io continuavo a guardarlo, riuscendo a reggere la sua vista solo perchè sapevo che lui non lo stava facendo, che lui non mi stava guardando. Molto probabilmente non sapeva nemmeno che io fossi seduta lì, di fronte a lui, dall'altra parte del falò e a separarci solo delle fiamme di fuoco e del fumo. Non sapevo cosa fosse successo poi, per quale strano motivo, lui alzò lo sguardo e guardò dritto davanti a sé, dove mi trovavo io. Ritrovandoci entrambi a fissarci. Ormai lo avevo guardato all'infinito tra tutte quelle sfumature, fino ad impararlo a memoria: le sue labbra carnose, le lentiggini sul naso che a stento si scorgevano e loro, i suoi occhi azzurri, maledettamente azzurri ma questo non mi bastava, avrei voluto guardarlo ancora. Jackson allora mi guardò, lo guardai, ci stavamo guardando e nessuno dei due era intenzionato ad abbassare lo sguardo. L'emozioni dentro di me erano arrivate a mille, prova che le mie supposizione fossero vere. Qualcosa stava succedendo in me sin da dopo aver conosciuto quelle sue pozze azzurre, da dopo aver conosciuto lui. Gli sorrisi leggermente non sapendo cos'altro fare e lui stranamente ricambiò quel sorriso, esitante, ma ricambiò e sembrò però diventare tutto d'un tratto un sorriso forzato fino a scomparire, quando qualcuno interruppe quel nostro contatto visivo, sedendosi sul tronco di fianco a me e circondandomi le spalle con un braccio.

«Ti ho portato da bere.» ignorai la bottiglia di birra che mi era appena stata offerta da James e mi rifiutai «No, io non bevo.» dissi decisa.

«Dai Emily, cosa vuoi che ti faccia un pò di birra?» sussurrò avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire. «Ti ho detto che non ho voglia di bere, grazie lo stesso.»

«D'accordo. D'accordo. Fa niente bellezza. Vorrà dire che le berrò entrambe io.» il ragazzo di fianco a me rise, emanava un odore di alcol immenso. Non osai immaginare quanto avesse bevuto. Riguardai invece nel punto in cui era seduto Jackson, ma lui non c'era più, era sparito. Diedi una rapida occhiata intorno a me, in giro tra la folla e nulla. Non era tra loro e nemmeno con Stiles. Volevo sapere dove era finito. Diventai nervosa, ma non sapevo per quale motivo. Declutii stando attenta a non farmi sentire da James che cominciò a giocherellare con i miei capelli e sussurrarmi frasi sconnesse all'orecchio che per mezzo della musica alta non riuscivo ad interpretare e quel suo comportamento stava facendo accrescere il mio nervosismo ancora di più. Sospirai infastidita, ma lui non sembrava accorgersi di darmi fastidio.

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