Capitolo 6

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Regina tornò a casa e si preparò mentalmente alla conversazione che avrebbe avuto con Malefica. Aveva visto lo sguardo della bionda, pieno di rabbia, gelosia... non sarebbe stata una discussione facile, ma non poteva neanche fargliene una colpa, pensò sdraiandosi sul divano e massaggiandosi i piedi gonfi e doloranti.

Malefica uscì dalla cucina e camminò fino al salotto, un bicchiere di sidro in mano, un altro di acqua nell'altra. Si fermò in piedi davanti a Regina, guardandola per un momento, in silenzio. Poi si sedette accanto a lei sul divano e le porse il bicchiere con l'acqua.

Regina le sorrise con un misto di stupore e gratitudine mentre si sollevava e beveva un sorso.

"Grazie." poggiò poi il bicchiere e guardò la bionda. " Sono pronta... Dimmi quello che pensi."

Malefica bevve in silenzio il suo sidro, senza risponderle per almeno tre minuti. Quando ebbe svuotato il bicchiere si sporse per posarlo sul tavolo. Prese tra le mani i piedi di Regina e iniziò a massaggiarli.
"Penso che, prima di parlare di qualsiasi altra cosa, dovresti dirmi cosa provi veramente per Emma Swan." disse con tranquillità, lo sguardo sui piedi, sulle pressioni che stava applicando sulla sua pelle.

Regina rimase sorpresa da quel lato del suo carattere. Era abituata a vederla furiosa, aggressiva non così... accondiscendente.
"Siamo state insieme solo una volta. La notte prima che tu tornassi in città. È stato uno sbaglio. " disse godendosi il massaggio.

Malefica alzò gli occhi sul suo viso.
"Non ti ho chiesto cosa è successo. Ti ho chiesto cosa provi."

Regina sospirò.
"Rabbia, delusione..." rispose guardandola negli occhi "E tu?

La bionda aggrottò la fronte.
"Io? Per la Salvatrice?" chiese, sarcastica. "Istinti omicidi, voglia di incenerirla..." sorrise. La mora ricambiò.

"Della situazione, non di Emma..." replicò divertita. Poi la guardò negli occhi, seria in viso. "Non ti ho tradita. Ma posso comprendere che tu non voglia questo impegno..."

Malefica si fece seria. Si sporse verso di lei appoggiandosi allo schienale del divano. I lunghi capelli biondi le ricaddero ai lati del viso.
"Regina, avere un figlio da te sarebbe l'unica cosa bella della mia vita, a parte Lily... Ti assicuro che niente mi addolora di più che pensare alla possibilità che non sia mio, ora che ho la speranza che lo sia." Si raddrizzò poi, un'espressione di disgusto sul volto. "Vedi a cosa portano i sentimenti positivi? Dolore. Solo dolore."

Regina le accarezzò il viso.

"Mal non volevo questo. Io non vorrei mai farti soffrire. Io non so di chi sia...Ma so che siamo state bene insieme e potremmo continuare ad esserlo."

La strega scoppiò a ridere, ma era una risata amara.
"Credi davvero che Emma mi lascerebbe crescere suo figlio?" il suo sguardo si indurì "Non farti illusioni, Regina. Quei cosiddetti eroi non lasceranno un innocente nelle mie mani."

"È mio figlio. Ed Emma ha già detto che non le interessa... Non hai sentito cosa ha detto? Anche se fosse suo possiamo crescerlo insieme. Credimi, non vuole questo bambino, non vuole rovinare il suo lieto fine, quindi perché preoccuparsi?"

Mal strinse le labbra.
"Davvero, Regina? Non essere cieca..."

"Mal voglio crescerlo con te se lo vuoi. Non sei costretta, puoi andartene e lo crescerò da sola, l'ho già fatto... Ma voglio questo bambino."

La donna la guardò, pensierosa, dubbiosa. Non credeva davvero che le avrebbero permesso di crescerlo se non fosse stato suo. Diamine, non credeva nemmeno che Emma non volesse crescerlo! E non voleva aggrapparsi alla speranza, perché, una volta andata in frantumi, lei sarebbe caduta, e questa volta non ce l'avrebbe fatta a rialzarsi.
"Io non...." esitò. Sospirò, chiudendo per un attimo gli occhi. "Io non sono il tipo da abbandonare una donna incinta, Regina. Non me ne andrò, a meno che non sia tu a volerlo. E se fosse mio, non me ne andrò mai." rispose infine tornando a guardarla negli occhi.

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