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Uno battito d'ali mi sveglia, cerco di mettere a fuoco la figura che fino a qualche secondo stava volando dietro la finestra ma non ho fatto in tempo se l'era filata come un ladro, mi alzo dal letto di malavoglia ma corro verso la finestra la apro controllo uscendo la testa a destra a sinistra sopra, sotto ma niente...sarà stata la mia immaginazione che mi fa brutti scherzi ma una sensazione di gelo che mi arriva fino alle ossa mi da un brivido Trin!Trin!Trin! Sobbalzo di scatto mettendomi la mano sul cuore ma girandomi vedo che era la sveglia, Merda mi sono cagata in mano. Prendo un respiro profondo appoggio le mani sul davanzale della finestra ma qualcosa di ruvido me lo impedisce abbasso lo sguardo e noto che c'è una lettera impaziente la apro, sarà stata mia madre di sicuro ma vedendo la scrittura è quella di Nash:

Auguri piccola lupa... spero che tu passi un magnifico compleanno

Nash

A quel nomignolo un brivido mi scosse più forte di quello di prima, come faceva a sapere che Tyler mi chiamava così? Ora non avevo tempo per pensare a questo devo prepararmi per andare al quartiere nero cioè il più temuto quartiere di Londra "Westminster". Mi fiondo in bagno con dei vestiti pesanti un maglione grigio scuro e dei jeans neri ai piedi le mie Vans è un abbigliamento che può passare inosservato in quel quartiere ma per sicurezza prendo delle forbici e faccio degli strappi sui jeans facendoli sembrare vecchi di millenni d'anni, prendo un elastico faccio una coda alta non mi trucco sennò mi potrebbe colare il mascara ma mi sento nuda senza di esso è l'unico cosmetico che uso come trucco quindi lo prendo e lo passo sulle ciglia e voilà sono pronta ad affrontare ogni pericolo forse non del tutta pronta mancavano le armi le dovevo scegliere con cura quelle.

Esco dal bagno scendo le scale arrivo in cucina ma è ancora presto nessuno si sveglia alle 5:30 del mattino di sabato, vado in cantina cammino fino a che non vedo la porta dove tengo tutto il necessario la mia matigna non sa dell'esistenza di questo posto, la porta si apre con un cigolio da far rabbrividire chiunque ma non me, io scendo qui ogni mattina per prendere delle armi non mi sento mai al sicuro senza di esse da quella notte.

Una tavola piena di strumenti da caccia davanti ai miei occhi che curavo una volta al mese passo la mano sul mio arco ma non posso usarlo troppo grande la mia mano scivola sulla mia revolver di calibro 44, una tra i calibri più potenti e precisi al mondo, avevo sudato per guadargnarmela,  garantisce generalmente una maggiore velocità del proiettile e un rinculo ridotto, cosa che permette di sparare più colpi in rapida successione; ma questa pistola pesa come un ferro da stiro e tenerlo nella fondina pesa per un umano ma io sono un licantropo quindi è come se fosse leggera come una piuma, la prendo in mano valutando la mia arma preferita che è capace di trapassare anche un muro la impugno e premo il grilletto tanto non ci sono i proiettili che se vengono sparati creano un rumore assordante impossibile per un umano sopportarlo. Ho deciso porto la mia piccola con me per sicurezza prendo anche due pugnali con lama d'argento che faccio attenzione a non toccare per un licantropo è letale le infilo nelle tasche dei jeans che sono coperti dal maglione lungo fino a coprire le cosce; prendo la revolver e la nascondo  caricando i proiettili 3 alla verbena e altri 3 con lo strozza lupo poi ne porto altri di altri materiali per i rispettivi sovrannaturali nascosti nelle tasche di dietro dei jeans e mettendo la sicura, la infilo nell'elastico dei jeans dietro la schiena e abbasso il maglione sono pronta.

Esco chiudo la porta con la chiave che nascondo dietro un asse di legno, salgo le scale della cantina arrivo in cucina Jenna è in bagno sento il rumore del rubinetto aperto. Vado verso il frigo lo apro e noto un piatto con una pila di frittelle non posso mangiare troppo sennò diventerò una palla. Prendo un piatto e ne mangio due ne sono rimaste dieci ma non posso mangiarle neanche se volessi sono troppe prendo un bicchiere d'acqua esco di casa sono sull'uscio quando mi sento chiamare -ei vieni qui ti devo fare gli auguri e dove credi di andare oggi è il tuo compleanno!- cazzo c'è l'avevo quasi fatta che sfiga però mi giro verso la direzione della rompiscatole numero uno al mondo col sorriso più falso che abbia mai fatto in tutta la mia vita -ei stavo andando in biblioteca devo fare delle ricerche urgenti per la scuola e ci metterò tantissimo forse si farà notte- Jenna mi guarda con un sopracciglio alzato so che non mi crede ma non voglio che si preoccupi -Gravity Elisabeth Johnson io sono tua madre e ti dico che almeno che per il tuo compleanno puoi stare con me- cosa avevo appena sentito? -tu non sei mia madre- rispondo fredda -hai capito quello che voglio dire entra forza-
-scusa ma non posso devo andare a fare la ricerca- dico secca, mi giro e mi incammino verso Westminster non sarà per niente facile...

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Riya

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