CAPITOLO 12

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Vi è mai capitato di pensare di sapere tutto della propria vita, di avere il controllo, ma ad un certo punto scoprire che non è vero e vederti crollare il mondo addosso? Questo è quello che sta capitando a me in questo momento. Dopo aver salutato Lauren, sono entrata a casa, e ho trovato Emily seduta sul divano. In mano ha un foglio spiegazzato, e la stessa mano che tiene il foglio trema leggermente. Guardo la sua espressione e vedo che è sconvolta, molto probabilmente a causa di quello che ha letto. Mi avvicino cautamente non volendola spaventare, mi siedo accanto a lei e le metto una mano sulla spalla e la scuoto leggermente per attirarle la sua attenzione. Si gira lentamente a guardarmi e appena mi vede inizia a piangere. Non capendo quello che sta accadendo l'abbraccio, "Che è successo Emily?" pur sentendomi non risponde ma mi porge solamente la lettera che tiene in mano. Vedendo le condizioni in cui si trova non la stresso più di tanto, prendo il foglio e inizio a leggere:

Emily Cabello

Miami,FL

Dipartimento di polizia

Gentile signora, con questa lettera vogliamo comunicarle, ciò che è emerso dopo la morte dei suoi genitori. Abbiamo rianalizzato tutto l'avvenimento e siamo arrivati ad una conclusione: L'incidente che ha causato la morte dei suoi genitori, non è stato un semplice incidente ma un omicidio, per questo motivo abbiamo riaperto il caso, e vorremmo, se possibile, parlare sia con lei che con sua sorella riguardo a questa questione al dipartimento il più presto possibile. Vogliamo fare tutto il possibile per aiutare voi e sua sorella, ma per questo ci serve il vostro aiuto.

Distinti saluti

Ufficiale della polizia

Brandon James

Appoggio la lettera sul tavolino che si trova davanti a me e cerco di elaborare ciò che ho appena letto. I miei genitori sono stati uccisi da qualcuno. Vedo Emily che cerca di abbracciarmi come ho fatto io con lei, ma mi alzo dal divano scansandomi "I n-nostri g-g-genitori sono stati u-uccisi" dico ad alta voce non credendo a ciò che sta accadendo in questo momento. Mi guardo attorno come per cercare una telecamera nascosta, aspettandomi uno scherzo, ma non lo è, "I nostri genitori sono stati uccisi" continuo a borbottare, il cuore nel mio petto iniziare a battere sempre di più, sento la voce ovattata di Emily chiamarmi mentre esco di casa ma non mi fermo. Inizio a correre per la strada non facendo caso a chi c'è intorno a me, tutto inizia a girare, le lacrime mi scendono sulle guance, e le ginocchia stanno per cedermi dalla stanchezza ma continuo a correre e a correre, fino a quando cado rovinosamente a terra. Chiudo gli occhi e prendo dei respiri profondi cercando di calmarmi non volendo avere un attacco di panico, ma invano. Nella mia testa continua a ripetersi quello che ho letto, mi alzo in piedi con l'intenzione di spostarmi finalmente notando dove mi trovo, ma è troppo tardi, una macchina ad una velocità elevata viene verso di me, senza la minima intenzione di fermarsi. Rimango immobile a guardare terrificata le luci della macchina farsi sempre più vicine. Tra il vociare delle persone attorno a me che mi intimano di spostarmi sento una voce familiare che grida il mio nome prima di venire scaraventata via. Un dolore lancinante si propaga dalla mia spalla destra fino al polso, apro gli occhi che prima avevo chiuso, e mi guardo attorno stordita. Sento un peso addosso a me, e capisco che qualcuno mi ha appena salvato la vita. Guardo la persona in faccia, e riconosco degl'occhi verdi che mi guardano preoccupati e spaventati. Lauren si trova sopra di me dopo avermi spinta via dalla strada. L'abbraccio di slancio ringraziandola e inizio a piangere. La macchina che mi stava venendo addosso si è fermata qualche metro più in la. Il conducente scende dall'auto e con passo veloce si avvicina a noi iniziando a sbraitare arrabbiato ~La prossima volta guarda dove stai andando prima di tagliare la strada e non stare li ferma come una stupida~ non rispondo, essendo ancora spaventata dall'accaduto, ma questo non ferma Lauren che si scaglia contro di lui <Senti brutto stronzo, è meglio che rientri in macchina e te ne vai, prima che prenda a pugni quella faccia da coglione che ti ritrovi. Non vedi che è ancora traumatizzata da quello che è successo?> l'uomo anche se ancora arrabbiato si allontana sfrecciando via, insieme alle persone che si erano fermate a vedere come stavo. Lauren si avvicina e mi prende in braccio, <Non preoccuparti, ti porto io fino a casa. Cerca di riposare, non vorrei che ti venisse un attacco di panico> annuisco e piano piano mi addormento con la testa appoggiata sul suo petto, cullata dal battito del suo cuore.

The Last Word: Goodbye (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora