CAPITOLO 28

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<Salve, vorrei parlare con l'ufficiale di polizia Brandon James. Si tratta di una questione urgente> 

Il giovane poliziotto di fronte a me mi guarda con la fronte corrugata, probabilmente non capendo perché una persona giovane, e tra l'altro una ragazza, stia cercando un ufficiale. Incrocio le braccia davanti al petto aspettando paziente che faccia qualcosa. Lo vedo muoversi verso una scrivania e sedersi, iniziando a leggere delle scartoffie, fregandosene della mia richiesta. Sono passate quasi due settimane dall'incidente in auto, e Lauren non ha ancora dato segni di volersi svegliare. Io dopo qualche giorno mi sono ripresa dagli ematomi che ho subito, tornando a scuola a differenza della mia ragazza. Dopo un po' di tempo che speravo che potesse migliorare, mi sono rassegnata all'idea che la mia amata potesse non svegliarsi subito. Adesso mi trovo in commissariato, dopo essermi ricordata le parole di Caleb, sul motivo per cui Lauren stesse facendo una gara clandestina. Pensandoci a lungo insieme a mia sorella, siamo venute alla conclusione che sarebbe stato meglio parlarne con la polizia di Dornian e di ciò che lui potrebbe potenzialmente sapere su mia madre, perciò eccomi qui, in piedi come una stupida ad aspettare che qualcuno si degni della mia presenza. Stufa di aspettare decido quindi di prendere in mano le redini della situazione, incamminandomi verso l'ufficio in cui l'ultima volta ho parlato con i tre ufficiali della polizia, tra cui Xavier. Sotto gli sguardi increduli degli altri poliziotti, spalanco la porta con su la targhetta con scritto Ufficiale Brandon James, ed entro chiudendomi poi la porta alle mie spalle. Trovo l'ufficiale seduto comodamente sulla sedia, mentre guarda con molto interesse lo schermo del computer. Appena sente la porta dell'ufficio sbattere, sobbalza leggermente sulla sedia, spegnendo freneticamente qualsiasi cosa stesse guardando. Si alza dalla sedia, sistemando nervosamente la cravatta attorno al collo, guardandomi con occhi fuori dalle orbite. <S- signorina C-cabello, che ci fa q-qui?> gli stringo la mano che mi porge, sedendomi successivamente sulla sedia di fronte alla scrivania. "Sono venuta qui per una questione riguardante i miei genitori" <Oh si certo, prego mi dica tutto> . Vedo più di una volta il suo sguardo posarsi sullo schermo del computer, e la sua mano sistemare qualcosa sotto la scrivania. Scocciata della sua poca professionalità inizio ad agitarmi. "E' sicuro di poter prestare attenzione a quello che devo dirle oppure è ancora troppo impegnato a pensare al porno che poco fa stava guardando?" sbotto, colpendo con i pugni i fogli di fronte a me facendo, per una seconda volta, sobbalzare il poliziotto. Furiosa mi alzo dalla sedia uscendo dall'ufficio lasciandomi dietro un signor James sbalordito. All'uscita , mi imbatto in Xavier con lo sguardo basso mentre legge dei fogli che ha in mano. "Xavier, devo parlarti urgentemente" attiro la sua attenzione interrompendo bruscamente le sue attività. Alzo lo sguardo sorpreso e preso alla sprovvista. <Si certo dimmi pure> mi guardo attorno a disagio, non volendo raccontare i miei fatti davanti a tutti "Potrei parlarti in privato? Non è una questione che vorrei condividere con tutto il commissariato." annuisce comprensivo indicandomi la strada per il suo ufficio. Lo seguo a passo veloce, non volendo stare un minuto in più sotto lo sguardo indagatorio di tutti gli altri poliziotti intorno a noi. Xavier si siede dietro alla sua scrivania, prestandomi tutta la sua attenzione, a differenza di qualcun altro che di sicuro starà guardando il porno che ho interrotto qualche minuto prima. <Siediti pure Camila> scuoto la testa, non volendo sedermi dall'agitazione, ringraziandolo per la sua gentilezza. "Sono qui per darle delle informazioni di cui sono venuta a conoscenza qualche settimana fa" gira la testa di lato come un cagnolino che non capisce che cosa il suo padrone gli stia dicendo <Come mai ora? Saresti dovuta venire prima se si tratta di un informazione urgente come dici tu> lo guardo dritta negli occhi incenerendolo con lo sguardo "Mi dica lei come avrei fatto ad uscire dall'ospedale ferita dopo aver fatto un grave incidente in macchina, e lasciare la mia ragazza in coma da sola in ospedale" lo vedo strabuzzare gli occhi incredulo <Un incidente? Cosa...> "Se magari di attaccarmi mi lasciasse parlare, capirebbe> annuisce questa volta non proferendo parola "Qualche settimana fa, Lauren ha partecipato ad una gara clandestina sfidando una persona, che probabilmente sa qualcosa riguardante mia madre. Sfortunatamente nel mentre gareggiava, non è riuscita a frenare in tempo, schiantandosi così contro una parete di roccia" <E tu, che ci facevi in macchina con lei?> "Ero stata avvertita per telefono da una persona che conosco, che Lauren stesse per fare una pazzia. Prima che la gara iniziasse, sono riuscita a salire in macchina insieme a lei, sperando di riuscire in qualche modo a farle cambiare idea, ma invano" sospira capendo la situazione. <Ok, e questa persona che saprebbe qualcosa riguardo a tua madre come si chiamerebbe?> "Dornian. Dornian Stein" scrive il suo nome su un fogliettino alzando successivamente in piedi. <Ok, indagherò su di lui e ti farò sapere qualcosa. Grazie per essere venuta qui da noi, e non aver cercato di risolvere tutto da sola.> sorrido leggermene dirigendomi verso la porta pronta ad andarmene, ma vengo fermata da Xavier che pronuncia il mio nome portandomi a girarmi verso lui <Spero che Lauren si riprenda al più presto> sorrido più ampiamente di prima apprezzando la sua preoccupazione nei riguardi di una persona che non conosce poi tanto bene "Grazie Xavier. Ci si vede in giro" lo saluto un ultima volta, stringendomi nella sciarpa attorno al collo, e nella pesante giacca che ho sulle spalle, uscendo finalmente da quell'edificio.

The Last Word: Goodbye (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora