CAPITOLO 15

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Non avrei mai creduto che Lauren potesse nascondermi una cosa del genere. Quella ragazzina innocente e pura che io conoscevo non c'è più, scomparsa come un granello di sabbia in mezzo a mille. Per tutto questo tempo che stavamo insieme, ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e mentirmi spudoratamente. Mi ha guardato negli occhi è ha fatto finta di niente lasciandomi all'oscuro di tutto, all'oscuro della mia stessa misera vita. Ecco perchè quando gli ho detto che I miei genitori erano stati uccisi è sbiancata ed è uscita di casa senza dire un a parola, oppure darmi una spiegazione.

Mi alzo in malo modo dalla sedia facendola cadere per terra sotto lo sguardo incredulo degli agenti e preoccupato di mia sorella. Mi guardo attorno spaesata, la testa inizia a farmi male, e le mani mi tremano come mai prima d'ora. Esco dall'ufficio ancora non capendo cosa sta accadendo andando a sbattere contro un agente, facendogli cadere le scartoffie che ha in mano. Mi scuso frettolosamente con lui e lo supero uscendo dal dipartimento .Lascio perdere la macchina con cui siamo arrivate e mi incammino verso una strada sconosciuta. Sento Emily dietro di me che grida il mio nome e poi una macchina si accosta accanto a me. La persona al suo interno abbassa il finestrino e riconosco l'agente Blake, mi fa un cenno con il capo di entrare nel sedile del passeggero ed è quello che faccio. Per tutto il tragitto non parliamo, io guardo fuori dal finestrino persa nei miei pensieri, mentre Blake guida. Ci fermiamo dopo mezz'ora vicino ad un laghetto, volto il capo verso l'agente, ma non lo trovo più seduto in macchina, lo cerco con lo sguardo e vedo che si trova in piedi davanti alla fonte d'acqua. Esco pure io dal veicolo e mi avvicino titubante a lui "Perchè mi hai portato qui?" infila le mani nelle tasche dei pantaloni e dice <Volevo raccontarti in privato una parte della mia vita che è molto simile alla tua e questo è il primo posto che mi è venuto in mente, spero che non sia un problema" annuisco senza proferire parola, non volendolo disturbare. <Quando ero piccolo, più o meno la stessa età in cui I tuoi genitori sono morti, forse un po più grande, i miei genitori morirò improvvisamente. Tornato a casa da scuola li trovai in salotto morti, nessun segno di lotta, nessuna traccia sui loro corpi, erano solo li con gli occhi aperti che mi guardavano con uno sguardo terrorizzato. La polizia dopo molte ricerche sull'accaduto decise di archiviare il caso, riportando la causa della morte un attacco cardiaco. Dopo tre anni, per un motivo che neanche oggi so, alcuni agenti, precisamente due, decisero di riaprirlo. Si scoprì che I miei genitori fossero stati avvelenati da dei loro conoscenti. Da piccolo non vedevo molto spesso I miei genitori, erano sempre via per lavoro, e quelle poche volte che erano a casa o litigavano in continuazione o erano sempre nervosi e paranoici> guardo verso il laghetto non capendo dove voglia arrivare con tutto ciò <Per farla breve, i miei genitori erano entrati in un circolo di affari loschi molto prima che io nascessi, e dopo la mia nascita hanno cercato di uscirne ma senza successo...> lo interrompo prima che possa andare avanti "E con questo cosa vorresti dedurre?Che I miei genitori si occupavano di droga e cose del genere?"chiedo in modo difensivo, non piacendomi dove sta andando questo discorso, Blake sbuffa leggermente infastidito e si gira verso di me incrociando le mani davanti al suo petto <Quello che sto cercando di dirti è che forse le persone che hanno ucciso I tuoi genitori, possono avere a che fare con loro. La morte dei tuoi e dei miei parenti è da un punto di vista la stessa. Nessuna traccia di chi li abbia uccisi, lo stesso orario e molto probabilmente lo stesso motivo> rido senza umore non volendo accettare questa cosa "Si l'unica differenza è che I corpi dei miei genitori non sono mai stati trovati e che mia madre potrebbe essere vivi da qualche parte"

Stanca di questa conversazione entro in macchina. Poco dopo anche Blake mi raggiunge e mi riporta a casa. Ci fermiamo davanti al vialetto di casa mia. Cerco di uscire dalla macchina ma l'agente Blake blocca le porte prima che ci riesca, sbuffo irritata non volendo stare qualche secondo in più in sua presenza "Apri la porta, che cosa vuoi ora?Sei stato molto chiaro prima" sospira esasperato dal mio comportamento che appare ai suoi occhi infantile <Senti, non volevo ferirti con quello che ho detto, è solo un ipotesi che deve essere ancora affermata. La situazione si deve affrontare da un punto di vista diverso da quello personale, quindi ti chiedo per favore di cercare di capirmi> mi strofino il sopracciglio destro annuendo "Ok ho capito. Scusa per prima, non volevo reagire in quel modo ma è stato spontaneo" sorride soddisfatto delle mie scuse e mi da una pacca sul braccio <è tutto apposto non preoccuparti. Adesso però entra a casa, tua sorella Emily sarà molto preoccupata da quando te ne sei andata in quel modo dal distretto. Ah e la sedia che hai scaraventato a terra, la devi ripagare> lo guardo negli occhi cercando di capire se stia facendo sul serio o meno. Ci guardiamo per qualche secondo prima che lui inizi a ridere come uno squilibrato <O mio dio avresti dovuto vedere la tua faccia, è stato epico> gli sorrido falsamente volendolo prendere a schiaffi "Ha ha ha, sei molto divertente per essere uno sbirro, ma non solo, sei anche stupido" smettere di ridere in un istante e mi caccia letteralmente fuori dalla sua macchina.

The Last Word: Goodbye (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora