EPILOGO

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5 ANNI DOPO

Sono passati cinque anni, da quando fui in ospedale. Cinque anni da quando scoprì qualcosa che mi sconvolse la vita. Cinque anni da quando ritrovai mia madre e la persi subito dopo. Cinque anni da quando scappai da Miami lasciandomi tutto dietro. Ora vivo a Parigi, dove ho raggiunto Vanessa e Madelaine che mi hanno accolta a braccia aperte. È stato difficile ambientarmi all'inizio. Ho imparato una nuova lingua con l'aiuto delle due ragazze, ho imparato una cultura totalmente differente dalla mia, cercando di rispettarla al meglio. La scuola che avrei dovuto continuare, non l'ho più fatta, seguendo un corso di fotografia che mi ha dato la possibilità di aprire una galleria. Dopo aver vissuto per qualche tempo a casa delle due ragazze, mi sono trasferita in una piccola casetta, molto accogliente per me e chi mi ha seguito fino a qui. Tutte le peripezie che ho affrontato, mi hanno resa più forte e sicura di me nelle decisioni. E se dovessi parlarvi della persona con cui sono venuta qui? Ci sono molte cose che avrei da dire nei suoi riguardi. Se dovessi iniziare dal suo aspetto fisico, parlerei dei sui occhi ghiacciati che ogni volta mi guardano con amore e passione. Passerei alle sue magnifiche labbra carnose, di una forma particolare che ho baciato centinaia di volte fino allo sfinimento. Parlerei poi del suo busto, che anch'esso ho baciato tantissime di quelle volte che ormai le mie labbra sono impresse su di esso. Il suo seno prosperoso il quale sfioro con delicatezza ogni volta che facciamo l'amore stese sul nostro letto. Le sue gambe, lunghe e forti, perennemente fasciate da jeans. Gambe che graffio ogni volta dal piacere che mi procura con le sue mani e tutto il suo corpo. Gambe che mi avvolgono come se volessero risucchiarmi, e farmi diventare un tutt'uno con lei. Se invece dovessi parlare del suo carattere, mi soffermerei sul suo modo di vedere il mondo. Un modo particolare di vedere le cose che ci circondano, un modo sofisticato di rappresentare ciò che le passa per la mente, senza mai soffermarsi su cose futili. Parlerei a lungo del suo modo di vedere l'amore. Parla sempre di come questa parola, composta da tre sillabe e cinque lettere tra cui tre sono vocali e due sono consonanti. Dice sempre che l'amore è più di una semplice parola, è più di un semplice "ti amo" che le persone si dicono per colmare un vuoto dentro di se. L'amore è sacrificio per l'altro, è donare tutto se stessi senza rimpianti. È il voler far di tutto per far si, che l'altro viva anche a discapito della propria vita. Quello che lei direbbe in questo momento, è che l'amore non può essere rappresentato a parole, ma solo con le azioni. Le parole, volano via come le foglie d'inverno, non lasciando nient'altro al loro passaggio, ma solo l'amaro in bocca. Le azioni, le vere azioni destate dall'amore invece sono eterne, impresse nella mente e nel cuore di colui che ha avuto la possibilità e la fortuna di viverle. Se dovesse rappresentare l'amore con una sola parola, lei non lo farebbe. Ad una domanda "Come lo rappresenteresti l'amore a parole?" lei chiuderebbe gli occhi e se ne andrebbe.

<Camila...> vengo chiamata da camera mia, dalla voce della persona che amo. Mi incammino verso quella direzione, andando a vedere di che cosa necessita. Apro la porta, trovando Natalina che ride come una pazza, osservando il piccolo pastore tedesco che abbiamo preso, scodinzolare avanti e indietro per la casa. Si gira verso di me, guardandomi con i suoi bellissimi occhi, venendomi incontro. Mi stringe in un abbraccio, dandomi un bacio sulla fronte. Mi rilasso tra le sue braccia, appoggiando il mento sulla sua spalla, annusando i suoi capelli profumati. <Dovevi vederlo, era troppo carino> sorrido al suo entusiasmo; sembra una bambina davanti a un pacchetto di caramelle. "Che cosa stavi facendo tesoro?" chiedo, guardando la mia bellissima ragazza, che gira per la stanza sistemando qualcosa al suo interno. <Niente amore, non preoccuparti. Ho già sistemato tutto>. Mi mordo il labbro, osservando il suo corpo formoso e le sue curve, mentre si piega per prendere uno scatolone e spostarlo. Mi allontano con un sorriso malizioso, che tramuta, appena entro nella camera accanto. Una culla, si trova al centro della stanza, che è invasa dal buio, con una piccola lucina nell'angolo. Mi avvicino alla culla, ammirando la bambina che dorme beatamente tra le coperte. Assomiglia proprio a sua madre. Ha gli stessi occhi verdi della mia ex-ragazza, contornati da diverse sfumature che ti incantano ogni volta che ti osserva. Accarezzo una sua guancia con il dorso della mano, sentendo la sua pelle liscia e morbida, scontrarsi con la mia pelle. La sua piccola mano, mi circonda il dito, stringendolo forte aprendo gli occhi. Le sue piccole labbra si stendono in un sorriso appena mi riconosce. Dei versetti fuoriescono dalle sue labbra schiuse, essendo ancora assonnata, facendomi salire le lacrime agli occhi. La prendo in braccio, lasciandole un bacio sul naso. "Hai dormito bene piccola mia?" le sussurro nell'orecchio, lasciandole un bacio. Dire di essere rimasta sconvolta quando ho scoperto di essere incinta è poco, ma questo non vuol dire che non abbia provato un'infinita gioia.

The Last Word: Goodbye (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora