Quando mi svegliai la mattina dopo, con mio grande disappunto, mi resi conto che Lauren non era al mio fianco (o meglio, non era sotto di me). Le lenzuola erano fredde, quindi significava che era andata via da parecchio tempo.
Sbadigliai, poi mi alzai con lentezza dal letto, stiracchiandomi leggermente. Anche se la finestra era chiusa, la persiana era stata alzata, quindi potei vedere che era mattina. In effetti, il sole già splendeva luminoso e come sempre, gli uccellini cinguettavano allegri in una simile giornata soleggiata.
Uscii dalla stanza di Lauren, chiedendomi se fosse ancora in casa o meno. In primo momento, avvertii una punta di gelosia al pensiero che avesse un posto migliore in cui essere. Ma poi, non potei evitare di sentire preoccupazione per lei: dopotutto, aveva ancora una ferita e dovevo assicurarmi che non le stesse creando problemi.
Non potei evitare di tranquillizzarmi quando, mentre scendevo le scale, sentii delle voci provenire dalla cucina. Almeno, sapevo che era ancora in casa e che stava bene. Sapevo che se qualcosa non andava con la sua ferita, mi avrebbe avvertito ed io l'avrei aiutata.
Tuttavia, non potei evitare di fermarmi quando iniziai a sentire delle voci sconosciute. Principalmente, si sentiva una voce maschile e quella di Lauren. La voce era debole ed arrivava a stento alle mie orecchie, poiché ero ferma abbastanza lontano dalla porta della cucina, ma comunque potevo rendermi conto quando smetteva di parlare questo misterioso ragazzo e quando prendeva a parlare la mora. A differenza della voce di lui, quella di lei sembrava essere un tantino stizzita ed alterata. La conoscevo abbastanza bene da sapere che il fastidio nella sua voce non era solo dovuto alla solita irritazione mattutina che caratterizza gli essere umani, ma sembrava essere odio puro nei confronti del ragazzo con il quale stava parlando.
Mi avvicinai un po' di più alla cucina, fermandomi accanto alla porta.<<...pensavo di essere stata chiara>>, disse la mora, furiosa.
<<Voglio solo vedere se sta bene>>, disse la voce maschile. <<Insomma, non crederai davvero che abbia delle cattive intenzioni con la figlia del Comandante Cabello>>, continuò lui.
Parlavano di me, quindi, questo doveva essere l'altro tipo...Lewis. Dinah mi aveva parlato di lui una volta, ma purtroppo non avevo prestato molta attenzione. Avevo così tanta fame in quel momento, che qualsiasi cosa sarebbe passata in secondo piano. Ricordavo di lui solo che centrava nel mio rapimento, anche se non così tanto direttamente come potevo credere.<<Sta bene. La trattiamo come una principessa. Adesso, CIAO!>>, disse Lauren, sempre alterata.
Mi sporsi in avanti, cercando di vedere qualcosa all'interno. Vidi Lauren poggiata contro il bancone della cucina, ed indossava solo un reggiseno sportivo- che lasciava in bella vista la sua ferita- e un paio di boxer. Vidi poi un ragazzo castano che la guardava, ed immaginai che lui fosse l'infimo Lewis.
Non potei, però, evitare di avvertire un leggero bruciore allo stomaco quando mi resi conto che c'erano anche due ragazze con lui e una delle due, non riusciva a togliere gli occhi dalla figura perfetta e mezza nuda di Lauren. Non potevo biasimarla, siccome anche io avrei fatto lo stesso. Tuttavia...non mi piaceva che la guardasse in quella maniera.
Con la coda dell'occhio, scorsi uno di loro fare un gesto veloce e prima che me ne rendessi conto, l'attenzione di tutti era puntata su di me.
Due paia di occhi femminili e quattro paia di occhi maschili si posarono su di me, ed ognuno di loro prese a studiarmi. Le due ragazze distolsero quasi subito l'attenzione, così come un ragazzo riccio dagli occhi verdi. Uno, dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore, arrossì e distolse subito dopo lo sguardo. Furono due paia di occhi azzurri a continuare a studiarmi: uno con attenzione ed un altro con desiderio.<<Quindi, questa è la famosa Camila>>, disse. Proprio come credevo, il castano dagli occhi azzurri era Lewis. Mi mossi nervosamente, sentendomi completamente imbarazzata sotto gli occhi azzurri del biondino che mi fissava.
<<Visto? Sta bene, è viva, è tutta intera. Adesso, puoi davvero andartene>>, disse Lauren, spostandosi dal bancone della cucina. Mi fulminò velocemente con lo sguardo, prima che afferrasse la mia mano con forza.
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Stockholm Syndrome
FanficCamila Cabello ritorna nella sua città nativa dopo essere stata via per un paio di anni. Camila, possiamo dire, sfugge da qualcosa...o forse qualcuno. Lei non sa che le cose sono cambiate e non può immaginare che proprio ciò da cui vuole scappare, r...