Epilogo

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Due anni dopo

Lauren's pov

Mi guardai intorno, come se d'improvviso avessi realizzato cosa stava per succedere. Un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra, al pensiero di Camila, da qualche parte in casa nostra, che girava nervosamente avanti indietro. Magari, facendo i miei stessi pensieri.
Stava per succedere finalmente, dato che Alan aveva deciso- grazie a Dio- di camminare da solo. Okay, ero felicissima che mio figlio avesse imparato a camminare, soprattutto perché ero stata la prima a vederlo fare, ma avrei tanto voluto che trovasse prima la voglia di farlo. Insomma, volevo sposare Camila. Non ce la facevo più ad aspettare, avevo bisogno di metterle quell'anello al dito e assicurarmi che non andasse da nessun'altra parte.
Mi piaceva sapere che al momento dello scambio delle fedi, il mio bambino dagli occhi verdi e dai capelli castani sarebbe corso verso di noi con il cuscinetto. Sorrisi, pensando alle persone più importanti della mia vita, alla mia famiglia.

<<Come va, Jauregui?>>, chiese Normani, scivolando al mio fianco sul divano. Mi voltai verso di lei, alzando le spalle. Ero agitata, questo era evidente, sopratutto grazie al movimento continuo della mia gamba, ma non avevo alcun tipo di rimpianto. Sapere che quello che avevo fatto mi aveva portata a questo, mi faceva rendere conto che avrei fatto di nuovo tutto d'accapo. Ancora ed ancora, solo per avere di nuovo l'opportunità di rivivere tutti i miei momenti con Camila. Inoltre, persino i miei periodi bui sarebbero stati diversi sapendo che sarebbe tornata da me, e che ci saremmo sposate.

<<Spero che tu sia contenta, sis'. Stai per incastrare per sempre la figlia di Alejandro Cabello>>, disse Chris. Per quanto ironica doveva sembrare la sua frase, c'era solo felicità e un po' di emozione nella sua voce. Era contento per me, siccome adesso sapeva di non dover più essere il mio angelo custode. Poteva avere la vita che aveva sempre desiderato con la sua nuova ragazza, di cui sembrava essere completamente innamorato.

<<Oh sì, così potrò avere la mia vendetta per avermi sparato>>, dissi in maniera teatrale, e per rendere tutto più divertente, aggiunsi anche quella che sarebbe dovuta essere una risata malefica. Ma non lo fu...

<<Dinah dice che Camila è un tantino agitata>>, disse Normani, mostrandomi il suo cellulare. C'era una foto di Dinah che si metteva una mano tra i capelli, con un'espressione disperata, e aveva scritto che Camila aveva creato un buco nel pavimento a furia di continuare a muoversi avanti ed indietro. Questo suo nervosismo era dovuto al fatto che la parrucchiera aveva fatto un po' tardi, quindi lei non era ancora completamente pronta.
Come se a me interessasse la sua acconciatura. Insomma, comunque gliel'avrei rovinata alla fine delle giornata. Mentre portavo le dita tra i suoi capelli, stringendoli...mentre qualcos'altro di mio affondava in qualcos'altro di suo.

<<Chiamala!>>, dissi, subito. Avevo bisogno di sentirla. Adesso.
Normani sembrò pensarci su per un po', poi, pensando anche alla sanità mentale della sua ragazza, annuì. La vidi cliccare sul contatto di Dinah, prima di portarsi il telefono vicino all'orecchio in attesa di una risposta. La madre di Camila aveva preso i nostri cellulari, dicendo che non dovevamo nemmeno sentirci telefonicamente.
Quindi, l'unico modo per parlare con lei era attraverso le Norminah.

<<D, Lauren vuole parlare con Camila. Credo che sarà molto più tranquilla dopo>>, disse Normani, facendomi un occhiolino malizioso. Adoravo questa ragazza, l'avevo mai detto?
Sentii Dinah dire qualcosa come: "Grazie a Dio!".
Poco dopo, Normani mi passò il suo cellulare. Lo portai all'orecchio giusto in tempo, per sentire un brusco:"<<Pronto?>>", provenire dall'altro lato.

<<Camz, hai dimenticato di aggiungere lo zucchero nel caffè oggi?>>, chiesi, divertita. Lei prese un sospiro profondo.

<<Lauren, amore mio, scusami! Sono...un tantino nervosa>>, disse, e la sentii sospirare. Mi alzai dal divano, uscendo dal soggiorno per dirigermi verso la cucina.
Avevamo deciso che io avrei passato la notte a casa di Normani, insieme a mio fratello, Jacob e Zayn, che si erano subito affrettati a raggiungermi quando avevano saputo la notizia del mio matrimonio.
Camila, invece, sarebbe rimasta a casa nostra con Taylor, Dinah, Sofia, i suoi genitori e il piccolo Alan. E tutto questo, solo per quella stupida regola che non potevamo vederci prima dell'altare...Idiozia. Inutile, grande, idiozia!

Stockholm SyndromeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora