•JAJ•

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Insultatemi pure!
Sono mancata per più di due mesi pessimi. Partendo dal fatto che erano gli ultimi giorni di scuola e già lì stavo morendo, quando il tutto è finito ho deciso di prendermi un momento di pausa. Ma dato che paradossalmente a casa mia l'estate è tutt'altro che periodo di vacanza non sono più riuscita al aggiornare.
E dulcis in fundo quando stavo per finire il capitolo wattpad ne ha cancellato metà!
#maiunagioia
Comunque ora sono qui e...

Sono passati tre mesi dal Natale a casa Lewis e le cose sembrano essere tornate come prima, o almeno come quando Adam non si era ancora catapultato di nuovo nella mia vita.
È marzo. Jules e Jer sono ritornati a casa, io trascorro le mie giornate sul sedile in pelle della mia mustang oppure tra le braccia dei miei piccoli, e la vita di Adam sembra correre su un binario parallelo al mio.

L'ho visto spesso entrare qui da Sally mano nella mano con Emily, i nostri occhi sempre legati per qualche fugace secondo e poi tornavamo ad essere perfetti sconosciuti ma con il ricordo del sapore delle nostre labbra ancora vivido.
I bambini a volte mi chiedono di lui, soprattutto Cher, sembrano essersi legati a lui dopo solo un paio di volte che l'hanno incontrato.

Me ne sto seduta sul cofano rosso della mia auto, il cappuccio della felpa calcato sulla testa, aspettando che il mio turno di correre arrivi, Aid se ne sta in mezzo ad una folla di ragazzi in fibrillazione e mezzi ubriachi che si divertono a puntare il poco denaro che hanno su uno dei partecipanti, mentre una leggera pioggia primaverile ricopre come un velo l'asfalto nero.

"Ehi! Chi si rivede?!" una voce familiare mi affianca facendomi distogliere l'attenzione dal panorama che mi si staglia davanti gli occhi

Jake. Il ragazzo del bar, mi osserva divertito con un fianco poggiato al metallo freddo della mustang.

"Stacca il tuo sedere dalla mia macchina..." indico il punto interessato, scoccandogli un'occhiataccia

"D'accordo capo!" alza le mani in segno di resa, ma appena gli stacco gli occhi di dosso si siede con un balzo accanto a me

"Cristo!" mi batto una mano sulla fronte, rinunciando a ogni tentativo di protesta

"Che ci fai qui di bello?!" sorride

"Tu?" chiedo di rimando

"Diffidente come una volta..." sussurra tra sé forse con un tono troppo alto, ma sembra accorgersene subito dopo, infatti il suo sguado scatta verso di me "c-cioè mi sembri una ragazza sulle sue..." inizia a balbettare, portandosi una mano tra i capelli

Ed è lì che lo rivedo. In bella mostra sul polso spiccano quei caratteri eleganti.
Per un giorno migliore/ A.
E tutte le immagini del mio passato mi travolgono ancora una volta.
I capelli color cioccolato, lo sguardo di ghiaccio, quella frase incisa sulla pelle.
Josh.

Ed è in un momento in cui la mia lucidità vacilla che le mie labbra si muovono da sole.
"Cosa significa il tatuaggio?" dico, facendo involontariamente scivolare il dito sulla A. che firma la frase

Jake si ritira quasi scottato dal mio tocco e punta lo sguardo sulle parole.
Dura pochi istanti, ma il sorriso spavaldo che gli ho sempre visto addosso scompare lasciando posto ad un misto di malinconia e pentimento.

"Sono delle belle parole, vero?...m-mi piaceva il significato e quindi ho deciso di portarlo sempre con me..." lo dice di nuovo con il suo sorrisetto, ma i suoi occhi non sono più puntati nei miei, vagano ovunque come mosche impazzite pur di non farsi leggere

E le parole che vorrebbe dirmi e che io vorrei lanciargli addosso ci rimangono incastrate in gola.

"Comunque sono qui per seguire la corsa!" sospira, passandosi le mani sulle cosce fasciate da dei jeans neri

"Io garreggio." sentenzio indicando con un cenno la macchina su cui siamo seduti

Il suo volto per l'ennesima volta in questa giornata cambia espressione; stavolta è contratto dallo sconcerto e dalla...preoccupazione.
Non faccio in tempo a capire davvero il suo sguardo perché l'annuncciatore chiama il mio nome a gran voce.
Sono già seduta sul mio sedile di pelle, quando Jake si avvicina allo sportello e lascia scivolare un piccolo portachiavi ormai logoro sul palmo della mia mano.

Flashback
Quando le corse finiscono, i motori si spengono e le urla lasciano spazio al silenzio, il rally sembra acquistare tutto un altro aspetto.
L'adrenalina che poco prima ti fa salire in cima al mondo si dissolve lentamente rimpiazzata da una stanchezza rilassante.
Le luci abbaglianti della pista si spengono, liberando la vista alle stelle.
Ed è proprio in una di queste notti, avvolti nel oscurità e chiusi nella nostra realtà, che io, Jer e Josh ce ne stiamo seduti sul cofano della nostra mustang.
L'odore della sigaretta di Jerry ad impregnare l'aria, il braccio di mio fratello a circondarmi le spalle in un gesto di protezione, la mia mano infilata nella tasca della giacca, le dita che sfiorano i piccoli pacchi regalo che nascondo sotto la pelle nera.

Esausti dopo l'ennesima corsa, con le orecchie che fischiano per le urla dopo la vittoria e una busta colma di banconote abbandonata sul sedile del passeggero alle nostre spalle.

"Credo che non mi stancherò mai di questo." dice Jeremy dopo un po'

"Cosa?" chiede Josh

"Quello che viene dopo...la parte in cui restiamo insieme e ci capiamo senza parlare." esala per poi poggiare la schiena sul cofano e puntare il suo sguardo cioccolato sul cielo blu

Ed è lì che decido di dare loro lo sciocco regalo che sono riuscita a scovare questa settimana.
Un portachiavi a forma di macchinina con le nostre iniziali incise sopra.
J.A.J.

"Così basterà osservarli per ricordarci questo momento."

Fine flashback

Osservo il piccolo pezzo di metallo sul palmo della mia mano e poi quello che dalla sera in cui ce lo siamo scambiati resta appeso alle chiavi della mia, della nostra auto.

J. A. J.
Tre iniziali, un'altra conferma.

Jake.
I capelli castani, gli occhi blu e la diffidenza che solo i Callaghan sanno portare.
Jake.
Quelle lettere, una semplice scritta, un tatuaggio che racchiude il legame tra un fratello e una sorella.
Jake.
Un pezzo di metallo, un sigillo di un'amicizia tra tre ragazzi.
Jake e Josh.
Jake è Josh.

Scivolo fuori dalla mustang, lo sguardo di tutti addosso, escluso quello che mi è stato negato per anni e che ora scompare di nuovo inghiottito dalla folla.
Fibrillante cerco la figura di Josh tra la gente, mentre la voce dell'annunciatore mi richiama.

E mentre una lacrima solca la mia guancia, mi richiudo lo sportelllo alle spalle e parto di nuovo verso un'altra corsa consapevole che forse stavolta il posto del passeggero potrà riavere il suo proprietario.

My disaster 2 ~il passato ritorna sempre~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora